IL LIBRO
Eretto di fronte al Vesuvio, come un baluardo o magari uno scongiuro, il Vulcano Buono è la porta dell'altro Sud. L'emblema di un Mezzogiorno diverso e possibile. Nel cuore del Cis, Centro ingrosso sviluppo di Nola, l'imponente edificio di 450mila metri quadri è stato costruito nel 2006 su disegno dell'architetto Renzo Piano ed è aperto ogni giorno dalle 10 alle 22. La forma è effettivamente quella di un vulcano, con un grande " cratere " al centro che funge da piazza di collegamento e d'incontro. Ma, anziché lava o lapilli, erutta quotidianamente merci, clienti, avventori: 10 milioni di visitatori all'anno, con punte di oltre 50mila il sabato e la domenica. Un " centro servizi integrato ", come preferiscono definirlo i suoi artefici, perché - oltre a una miriade di negozi al dettaglio di tutti i generi e di tutte le marche - ospita anche un albergo a cinque stelle, una Spa con mega-palestra e piscina coperta, un cinema multisala, vari ristoranti, bar e wine-bar.
Tutt'intorno al Vulcano Buono si estendono i capannoni del Cis, ribattezzato " Napoli business park ": un milione di metri quadri, 300 aziende che operano in 90 settori merceologici, novemila addetti diretti. Qui entrano ed escono circa 15mila clienti al giorno e 800 tir. Fino alla metà degli anni Ottanta, questa marea di grossisti si riversava su Napoli, nella zona di piazza Mercato e dintorni, congestionando il traffico e la circolazione. Ma già nel 1977 il presidente Gianni Punzo, un affabile e visionario signore che oggi ha 75 anni, ex commerciante di biancheria, aveva cominciato a coltivare il progetto di trasferire in quest'area la sua attività e quella dei suoi colleghi. " Nel regno del qualunquismo ", dice oggi con legittima soddisfazione, " siamo riusciti a realizzare un modello di associazionismo. " E infatti, il Cis di Nola è una public company a cui partecipano più di trecento imprese. Sul poster del 2011 che celebra i 25 anni del Centro campeggia uno slogan che è una rivendicazione di orgoglio meridionale: " Anche questo è il Sud ".
Il distretto di Nola comprende poi un interporto, con una stazione ferroviaria e una rete privata che si collega a quella nazionale per il traffico merci, controllata al 100% dallo stesso Cis. Ed è proprio in questo contesto di vagoni e binari che è scaturita l'idea di impiantare qui il moderno centro di manutenzione di Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori), la società privata di Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle che ha lanciato la sfida della concorrenza alle Ferrovie dello Stato con una flotta di treni superveloci, tutti denominati "Italo ". Non fu proprio da queste parti, del resto, che sotto il regno dei Borbone venne inaugurata nel 1839 la prima ferrovia italiana, la linea Napoli-Portici lunga 7,25 chilometri?
Recintato e controllato da un piccolo esercito di cento vigilantes, 24 ore su 24, l'intero complesso copre una superficie totale di cinque milioni di metri quadri. Più che un fortilizio, è una città artificiale da cui si entra e si esce liberamente, ordinata e dinamica. Al suo interno, c'è anche un presidio permanente della polizia di Stato. Il Centro dispone inoltre di una propria Direzione sicurezza, una sorta di intelligence privata, composta da sette ex agenti di pubblica sicurezza e guidata da un vicequestore. Un protocollo concordato con la prefettura regola le ammissioni delle ditte che chiedono di installarsi nel Cis. Ma, a parte tutte queste misure di prevenzione e di sorveglianza, è proprio la sua struttura integrata che lo rende meno vulnerabile agli attacchi della camorra o della criminalità più o meno organizzata. " Il lupo ", spiega con un esempio l'addetto-stampa Davide Trosino, " preferisce assaltare l'animale isolato piuttosto che il branco. "
Ora, con la sfida dei supertreni di Montezemolo e Della Valle, questa diventa simbolicamente la stazione di partenza per un Mezzogiorno che vuole cambiare binario e velocità. " L'operazione Italo ", dice il responsabile Marketing del Cis, Fulvio Guida, " rappresenta un grande spot promozionale non solo per noi e per la Campania, ma per tutto il Sud. " All'insegna del mercato e della concorrenza, dunque, da qui l'economia meridionale può imboccare la strada della sua modernizzazione e della sua crescita.
L'asse Napoli-Bari
In questa prospettiva, il potenziamo dei collegamenti ferroviari nel Mezzogiorno - e in particolare di quello trasversale da Napoli a Bari, per ridurre le distanze fra la costa tirrenica e la costa adriatica - può assumere un rilievo strategico e decisivo. All'inizio del 2010 la linea Benevento-Foggia è rimasta bloccata per diversi mesi, a causa di una frana nella zona di Montaguto (Avellino) che ha interrotto la rete fra la Campania e la Puglia. I passeggeri dovevano scendere dai vagoni e salire sugli autobus per aggirare l'ostacolo e risalire poi su un altro treno, allungando il viaggio di novanta minuti: fino a quando, scoppiato lo scandalo per i gravi disagi inferti ai disabili in carrozzina, il caso non è arrivato sulle prime pagine dei giornali nazionali. Chissà che cosa sarebbe accaduto se un problema del genere avesse interrotto la ferrovia fra la Lombardia e il Veneto o magari il Piemonte.
Fatto sta che per andare da Roma a Bari (412 chilometri) con il treno più veloce finora disponibile occorrono almeno quattro ore. E poi, per arrivare fino a Lecce, serve un'altra ora e mezzo. Ecco perché il progetto per l'Alta capacità ferroviaria al Sud, sostenuto dal governo Monti con uno stanziamento di 3,9 miliardi di euro in più, potrebbe essere risolutivo: in particolare, 790 milioni di questo fondo infrastrutturale sono stati destinati al-l'as-se Napoli-Bari-Lecce, con la diramazione per Taranto; 240 alla Salerno-Reggio Calabria e altri 200 alla Potenza-Foggia. Ma la parte più cospicua del piano si deve all'intesa fra il governatore della Campania Stefano Caldoro e quello della Puglia Nichi Vendola, in nome di una " santa alleanza " fra le rispettive regioni. " La forza nuova del Sud ", commenta compiaciuto il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, " è di non ragionare in logiche di singole città o regioni: il collegamento fra Napoli e Bari è fondamentale per due aree che sono fra le più potenti aree industriali del Mezzogiorno. "
Nel capoluogo pugliese, intanto, è esploso il boom dell'aeroporto, rilanciato su scala nazionale e internazionale dall'amministratore delegato Domenico Di Paola. Con l'impiego dei fondi europei, è stato ammodernato e potenziato lo scalo. Si sono intensificati i voli di linea, ma ancor più i charter e i collegamenti low cost: ne ha tratto un beneficio immediato il turismo, in particolare quello diretto nel Gargano, in Salento e nella Valle d'Itria, dove si trova il comprensorio dei trulli di Alberobello. Su un valore di produzione di oltre 84 milioni, la società " Aeroporti di Puglia " che gestisce anche lo scalo di Brindisi ha potuto chiudere così il bilancio 2010 con un utile di 750mila euro, incrementandolo del 19% rispetto all'anno precedente. Tra arrivi e partenze, nel 2011 il traffico passeggeri è cresciuto ulteriormente di un altro 9,9% in aggiunta all'aumento del 20,6% già registrato nei dodici mesi precedenti.
A Bari, sotto la guida illuminata dell'economista Gianfranco Viesti, sta risorgendo finalmente anche la storica Fiera del Levante, dopo un lungo periodo di letargo amministrativo e organizzativo. L'idea di base è che il format della vecchia Campionaria, tradizionalmente in calendario nel mese di settembre con l'appendice di Expolevante in aprile, va ormai abbandonato e superato. Si tratta, piuttosto, di strutturare una Fiera internazionale permanente, aperta 365 giorni all'anno, in grado di rilanciare le due manifestazioni principali aggiungendo una programmazione stabile di saloni specializzati, eventi, manifestazioni, mostre, esposizioni: dall'energia al-l'edi-li-zia sostenibile e all'agroalimentare. L'obiettivo finale è quello di allestire un " quartiere di riferimento " per tutto il Centro-Sud dell'Italia, ma anche per l'Europa sud-orientale (in particolare per la Russia) e per tutti i Paesi del Mediterraneo. " In linea con la sua vocazione ", sostiene Viesti, " la Fiera del Levante può diventare il centro propulsore di un'area economica, sociale e culturale molto più vasta. "
Al suo interno, sono state previste perciò " presenze " anche eterogenee per rivitalizzare i padiglioni di uno spazio chiuso che invece deve far parte integrante della città. Da un Centro congressi di 240 metri di lunghezza, con una sala modulare che può ospitare fino a un massimo di 12mila persone; alla Scuola di direzione aziendale Spegea, promossa dall'Associazione industriali della Provincia di Bari; alle postazioni di lavoro co-working, per favorire l'imprenditoria giovanile; fino a una filiale di Eataly, la catena di grandi magazzini e ristoranti di " alti cibi " fondata dal genio creativo di Oscar Farinetti, con una sede di ottomila metri quadri.
Poco più a sud, a Monopoli, si è costituito intanto un connubio finanziario e tecnologico che rappresenta un modello di imprenditoria privata, moderna e avanzata. Qui ha sede da più di vent'anni il Mermec Group di Vito Pertosa, leader mondiale in progettazione, sviluppo e fornitura di sistemi per la diagnostica ferroviaria: cioè per la gestione efficiente e sicura dei binari. Un gruppo con più di 450 dipendenti e clienti in 37 Paesi, tra ferrovie ordinarie e ad alta velocità, metropolitane e tramvie. L'holding di Pertosa investe anche in piccole e medie aziende ad alto valore aggiunto nel settore spaziale, aeronautico e dell'Ict (Information communication technologies). Recentemente è entrata in società con la Blackshape Aircraft di Angelo Petrosillo e Luciano Belviso che costruisce velivoli da addestramento supertecnologici a due posti. Con il sostegno di Pertosa, lo stabilimento viene allestito in otto mesi e la partecipazione alla Fiera tedesca di Friedrichshafen nell'aprile 2011 decreta già un successo straordinario: una trentina di richieste di distribuzione da tutto il mondo e la capacità produttiva annuale saturata in due mesi. Con 24 aerei venduti, i dipendenti sono già diventati una ven-tina.
Ma, anche al di là dell'asse trasversale Napoli-Bari, nel " nuovo Sud " proliferano a macchia di leopardo iniziative e progetti d'eccellenza. E l'elenco, già abbastanza vario e ricco, continua ad allungarsi nonostante l'effetto della crisi: dallo sviluppo del porto di Salerno al centro storico di Siracusa, sottoposto a un processo di trasformazione e rivalutazione urbana; dallo stabilimento Alenia Aeronautica di Grottaglie, in provincia di Taranto, al Laboratorio di nanotecnologie a Lecce; dallo slancio industriale innescato dallo stabilimento Fiat di Melfi, in Basilicata, al distretto dell'Etna Valley di Catania, con una sessantina di aziende hi-tech sorte negli ultimi anni intorno all'insediamento originario della multinazionale italofrancese STMicroelectronics.
Né mancano esempi di assoluta eccellenza internazionale nel settore dell'artigianato e della moda, all'insegna del " made in South Italy ". A Ginosa, in provincia di Taranto, c'è dal 1955 la sartoria di Angelo Inglese, conosciuta nei cinque continenti, che ha confezionato anche la camicia per il matrimonio del principe William con Kate Middleton. E nonostante le mirabolanti offerte ricevute da marchi blasonati, il titolare ha deciso di non vendere la sua azienda e di restare a lavorare in Puglia. A Paola, sulla costa tirrenica cosentina, Cosimo de Tommaso continua a realizzare preziose scarpe a mano per sceicchi mediorientali e star di Hollywood, parlamentari e capi di Stato, magnati russi e industriali cinesi: sono sue anche le calzature in vitellino rosso che indossa papa Ratzinger per le visite ufficiali.
Non è solo camorra, insomma, il Mezzogiorno di oggi e soprattutto quello di domani. Anzi, si può dire a buon diritto che non lo è mai stato. Certo, permangono tuttora le " alleanze nell'ombra " fra l'economia e la criminalità organizzata, le collusioni e le complicità a livello politico o amministrativo. Ma la società civile meridionale ha già manifestato, e continua a manifestare ogni giorno di più, la volontà di affrancarsi da questa schiavitù: soprattutto i più giovani che ambiscono a costruire un futuro migliore. Alla loro voglia di riscatto e di libertà, rimane affidata in gran parte la definitiva emancipazione del Sud dall'oppressione mafiosa.
(da Repubblica.It)
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