SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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giovedì 18 ottobre 2012

Quando Renzi applaudiva D’Alema


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Una foto dimenticata. Firenze, maggio 2009, circolo pd delle Vie nuove, campagna elettorale per il Comune. D’Alema è venuto a sostenere Renzi, saluta solenne i militanti, ha l’aria di uno che è felice di stare lì. Renzi lo applaude calorosamente, grato di quel viatico: pur non amandolo, D’Alema ci aveva messo la faccia. Ora, provocava invece turbamento ieri sera la faccia di D’Alema dalla Gruber, per una volta come depurata da quella imperturbabilità gelida da primo della classe. Faceva pensare tante cose, e confusamente. Una mia amica era furiosa: “Renzi non ha stile, non appena è caduto  D’Alema ha subito reclamato lo scalpo della Bindi: non si fa così”. Un leader deve avere umanità, ammonisce D’Alema. Però nell’88 lo mandarono da Natta malato, per dirgli che il Pci non lo voleva più. Il vecchio segretario ubbidì, poi si abbracciarono. Il momento di farsi da parte arriva per tutti prima o poi, anche per i leader gloriosi. Dico all’amica che il ricambio generazionale, di cui per circa un decennio tutti in Italia si sono riempiti la bocca, non è un pranzo di gala e Renzi è stato il primo a dimostrare come si fa. Coraggio, una certa dose di brutalità, prendersi le cose – vale in politica, sul lavoro, nella vita! – crearsi un nemico, e come nemico D’Alema era perfetto. In Fuori, la sua biografia, racconta che quando decise di lasciare la Provincia per correre alle primarie per il Comune il partito gli fu ostile e “un pezzo grosso” gli disse sbrigativo: “Ciccio, a me hanno insegnato che a 34 anni si rispetta la fila”. Non bisogna più rispettare la fila, credo. E’ finito un mondo e un altro, disordinatamente, ne sta nascendo. Però c’è un limite a tutto, e sul camper ogni tanto farebbero bene a ricordarsi di quella foto dimenticata – ripescata il 14 ottobre dal manifesto – e degli occhi lucidi di D’Alema.
(da Repubblica.It)

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