Il segretario democratico ospite nei nostri studi. Il ricambio nella classe dirigente? "la ruota girerà, ma non serviva ce lo dicesse Renzi". Costi della politica? "Uniche cose fatte per merito del Pd". "Intervenire su esodati". Alcuni passaggi della legge di stabilità inaccettabili". "L'azione del governo ha dei limiti, ma va preservata la credibilità di Monti"di MONICA RUBINO

"Chiederà a Massimo D'Alema di candidarsi"? Il leader democratico fissa i paletti: "Quelli da 'rottamare' li conosco tutti a uno a uno e parlo con loro da tempo. Non c'era bisogno di Renzi per fare questa riflessione. E' tutta gente che sa benissimo che si può essere protagonisti senza essere parlamentari". Nessuno però può dire chi sono i rami secchi, lo decide il collettivo: "La ruota girerà - chiarisce - ma è fondamentale il rispetto delle persone e delle regole. L'esigenza di rinnovamento c'è e la si fa con serietà, perchè io sono certo della generosità di chi ha fatto il Pd".
1"Non chiedo né a D'Alema né a nessuno di ricandidarsi - conclude sull'argomento perché non nomino io i deputati. Il nostro partito si è dotato di una regola che nessuno ha: chi ha fatto più di 15 anni, ossia tre legislature piene, deve chiedere una 'deroga'. per potersi ricandidare". Legge di stabilità. Le domande dei lettori affrontano tutti i temi dell'attualità politica. Sul ddl stabilità il segretario Pd ritiene che la legge vada corretta, perché "nella parte fiscale non ha i caratteri di equità ed efficacia, serve sollievo alle fasce più deboli e questo non avviene. Per noi non è accettabile una cosa così". In particolare, le norme sulla scuola contenute nel disegno di legge "non sono accettabili" secondo Bersani, perché "aggravano, senza corrispettivo, il lavoro degli insegnanti e chiudono la strada ai precari". Il segretario non minaccia di negare la fiducia al governo sul ddl, ma auspica che "tutto si possa modificare con la ragionevolezza. La scuola ha bisogno di un attimo di pausa - continua Bersani - perché non si può intervenire ogni due anni con l'accetta. Serve un quadro strategico con scelte ragionate che durino nel tempo che renda coerenti strumenti e obiettivi".
Corruzione. Sulla corruzione che ha raggiunto livelli dannosi per l'economia e l'immagine del Paese, al punto che il ministro della Giustizia Paola Severino ha parlato di "una seconda Tangentopoli", Bersani è chiaro: "Dobbiamo reintrodurre il falso in bilancio. Mi pare che in queste ore, anche sulla base dei contatti che abbiamo, ci possa essere una disponibilità anche su iniziativa del governo. Vediamo dove arriviamo in questo frangente. Dove non si arriva ci impegneremo a metterlo noi".
Costi della politica. "Sui costi della politica si sono fatte due cose e per merito del Pd- continua Bersani - e cioè l'abolizione del vitalizio dei parlamentari e il dimezzamento del finanziamento ai partiti. Non siamo riusciti a diminuire il numero dei parlamentari perchè la destra ha rovesciato il tavolo. Non basta, certo, serve una legge per i partiti, una riforma delle istituzioni nella seconda parte della Costituzione".
Pensioni. Pier Luigi Bersani ha chiarito che il Pd, se andrà al governo, ritoccherà la riforma delle pensioni. "Non vogliamo sbaraccare i conti ma ci sono margini di perfezionamento - ha spiegato nel corso del videoforum -
Si è sparsa l'dea che si è fatta una cosa perfetta e arriva la cattiva politica che sfascia tuto, quando anche il ministro Fornero ha detto che c'è qualcosa da aggiustare", ha spiegato il segretario Pd riferendosi alla questione esodati. "Vorrei che il governo lo dicesse al mondo", ha aggiunto, che "rendesse noto che abbiamo un problema da sistemare". Questo "non significa rivoltare la riforma, ma perfezionarla per introdurre elementi di flessibilità senza toccare le prospettive di risparmio".
Governo Monti. Se la carta d'intenti della coalizione di centrosinistra non contiene più alcun riferimento al governo Monti, questo non significa che l'esperienza dell'esecutivo tecnico sia da liquidare e vada più tenuta in considerazione. "Noi intendiamo preservare la credibilità e il rigore del governo Monti nel mondo - spiega Bersani - di questa esperienza manderemo avanti il meglio. Poi certamente l'azione di governo ha dei limiti, che nascono dalla situazione parlamentare. C'è qualcuno che tira il freno, come si vede nel caso del ddl corruzione, e questo corrode l'agenda Monti, la priva di qualità". "Io vedo delle lobby - continua il segretario Pd - che arrivano molto prossime alle commissioni parlamentari, senza nessuno che dice 'scio', allontanatevi di cinque metri. Percemiamo anche alcune difficoltà a percepire la relazione tra decisioni e la vita reale dei cittadini". E sulla possiblità di un coinvolgimento dell'attuale premier in un futuro governo di centrosinistra, magari nel ruolo di ministro dell'Economia, Bersani risponde con cautela: "Monti non può tornare alla Bocconi o mettersi a risposo, ma non sarebbe simpatico tirarlo per la giacca. Bisogna parlarne anche con lui e io starei un pò largo. L'intenzione mia è quella di coinvolgerlo, ma si ragionerà assieme".
Riforma elettorale. Il Pd, assieme all'Idv, ha votato contro in commissione affari costituzionali del Senato alla proposta Malan. Tuttavia Bersani rassicura: "Al 60-65% l'accordo si può fare. La nostra soluzione è solo il doppio turno. Stiamo lottando per garantire la governabilità. No alle preferenze che potrebbero nel 2013 far ripartire tutto nel bailame. C'è poi la tutela di genere. Infine la norma che i gruppi parlamentari siano solo quelli di chi si è presentato alle elezioni, basta Scilipoti".
(da Repubblica.It)
Nessun commento:
Posta un commento