L'ANNUNCIO
Il sindaco all'assemblea Pd non risparmia critiche
a nessuno e bacchetta le Regione sui fondi Ue

L'AGENDA - Polemico anche sugli esiti dell'agenda Monti. «Sono tra quelli che hanno apprezzato la serietà di Mario Monti. Ora, però, è tempo di una svolta. La situazione è insostenibile. Il governo non ha percezione dei territori, della condizione reale delle famiglie, degli imprenditori. Non basta il rigore, serve fiducia. Si sta distruggendo la rete delle autonomie locali, nell'esecutivo non c'è una sola persona che abbia capito come funzioni un comune. Altro che spending review a servizi immutati! Qui si taglia la carne viva dell'Italia».
Per De Luca è tempo di investimenti più consistenti in ricerca e sviluppo. Il ricorso all'idea di modernizzazione è costante: «Abbiamo pensato a RoSa, un concorso nazionale di idee presentato alla biennale di Venezia, in collaborazione con Istituto Nazionale di Architettura In/Arch, rivolto a progettisti under 40. Vogliamo mettere a punto un progetto integrato, un asse di sviluppo che includa i 400 chilometri di costa che vanno da Roma a Salerno. Una progettazione di infrastrutture della mobilità, una rete di riqualificazione dei territori, la valorizzazione delle produzioni agricole di qualità, delle tipicità. Da Roma all'Appia Antica, alla Baia Domizia, passando per Pozzuoli, Salerno, Paestum, Velia, un patrimonio unico al mondo. Se concentrassimo in questo piano due miliardi di fondi europei, avremmo creato un progetto che da solo vale il 5% del prodotto interno lordo».
L'OBIETTIVO - L'imperativo è quello di sempre: fare e pensare in grande. Nel mirino del sindaco la tendenza al "comitatismo": «C'è gente che dalla mattina alla sera non ha nulla da fare: la trovate in rete. Mentre noi facciamo i comitati, in Cina hanno creato dieci opere di grande architettura!» L'obiettivo di De Luca è concretizzare nell'arco di due anni la realtà nazionale urbana più ricca di opere di architettura contemporanea, capace di innescare un circuito di turismo culturale: «Non è possibile che per vedere una grande opera oggi ci tocchi andare a Londra, a Barcellona, a Berlino». Modernizzazione, dunque, senza indugi: «Non possiamo pretendere di puntare sul Colosseo per altri cinquemila anni. Ci sono nuove sensibilità, altre freschezze!».
(da Corriere del Mezzogiorno.It)
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