David Sassoli - L'Unità
A Roma serve una luce che illumini la notte. Altro che totonomine. Il dibattito politico in città è avvilente e continua a battere il tasto su alleanze o coalizioni senza contenuti. Sabato, di ritorno dall'Assemblea del Pd, sotto casa mia non c'erano clochard a frugare nei cassonetti.
Ma c'erano persone con quella dignità sfiorita dall'umiliante condizione di non poter resistere alla vergogna. I dati diffusi dalla Camera di commercio, dalla Caritas, dai sindacati, dall'Associazione costruttori sono impressionanti. Tutto sta appassendo a grande velocità e la povertà batte alla porta della maggior parte delle famiglie della nostra città.
A Roma serve un progetto di ricostruzione che coinvolga uomini e donne che non vogliono rassegnarsi a vedere i nostri ragazzi abbandonati la sera sugli scalini delle scuole chiuse, con la bottiglia di birra in mano. Conviviamo con depressione, tristezza e solitudine.
E che dire delle grandi periferie, dove anche le opere realizzate di recente vanno alla malora colorando di degrado il paesaggio urbano? Serve una amministrazione con ben altre qualità da quelle espresse dalla giunta Alemanno. In tempo di crisi sono riusciti soltanto ad approvare un'ordinanza contro i panini. A Roma dev'esserci un vero cambio di passo, perché il cambiamento non è un compromesso: o lo facciamo o non lo facciamo.
Cambiamento nello stile e nella sostanza. Occorre inventare nuovi processi di partecipazione per legare i cittadini a una città che tutti fanno fatica a considerare la propria città, e che tutti possono violentare e maltrattare.
Abbiamo bisogno di un'amministrazione che non consideri gli imprenditori come mucche da mungere e riesca a coinvolgere i commercianti non solo per spazzare il marciapiede adiacente, ma perché sono una grande risorsa. Dobbiamo tornare ad essere orgogliosi testimoni della solidarietà e tenaci nel promuovere lavoro e inclusione.
Per aprire una fase nuova dobbiamo uscire dagli schemi in cui si consuma il dibattito politico cittadino. Ed è a questa sfida che voglio partecipare, per sostenerla o rappresentarla. Bisogna uscire dai personalismi, ma non rinunciare al coraggio di far leva sul cambiamento utilizzando tutte le risorse a disposizione.
Abbiamo il dovere di essere ottimisti. Le condizioni di vita dei romani possono migliorare e la città può farcela a riprendere a respirare. Ho vissuto in questi anni molto a Bruxelles. In tutte le città europee, grandi e medie, la vita è più facile. A Roma, invece, tutto è complicato, difficile, asfissiante.
Anche per pagare le multe bisogna perdere mezza giornata di lavoro. Dobbiamo importare le buone pratiche usate negli altri paesi. E mai come oggi Roma ha bisogno d'Europa per rilanciare il proprio ruolo di Capitale d'Italia. Saremo in grado di accendere quella scintilla che sola può rischiarare il buio calato sulla nostra città? Questa è la scommessa.
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