SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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martedì 2 ottobre 2012

Ilva, Taranto, Italia Una sfida di civiltà


Stefano Fassina - l'Unità


Stefano Fassina
L`Ilva rimane al centro di una drammatica contraddizione tra salute e lavoro. La tensione a Taranto è aspra. Le morti, nei decenni alle nostre spalle, hanno segnato tutti, dentro è fuori i cancelli della fabbrica. E segnato anche chi oggi sciopera per salvare il "suo" lavoro: ossigeno, come l`aria rossastra che respira, per la sua dignità di persona, oltre che reddito per la sua famiglia. I lavoratori sono divisi. È diviso chi prova a rappresentarli. La città è attraversata da movimenti di segno opposto. Parlarsi, a Taranto, è sempre più difficile. L`azienda ha aggirato i vincoli. La politica, i governi territoriali, i partiti, i sindacati, non ce l`hanno fatta ad evitare lo scontro. La Chiesa è vicina agli operai e alle famiglie di Tamburi. 

Ancora una volta, le persone, gli uomini e le donne senza alternative davanti, come a Pomigliano, come a Mirafiori e a Grugliasco, devono scegliere o far finta di scegliere. La magistratura ha acceso i riflettori su problemi veri. Ha dato visibilità ai ritardi dell`azienda. Il rispetto per le decisioni della magistratura non può evitare la preoccupazione, l`angoscia, per il futuro d e i 12.000 lavoratori direttamente coinvolti, per i lavoratori delle imprese dell`indotto e per quelli della filiera italiana alimentata dalle produzioni dello stabilimento di Taranto. Che fare? 

È l`ora per la politica di riprendere in mano la partita. Innanzitutto, è decisivo riconoscersi come comunità. Non siamo eserciti in guerra. Nessuno vuole morire o uccidere per lavorare. Nessuno vuole sopravvivere senza lavoro e senza dignità. Tutti siamo "cittadini liberi e pensanti". È l`ora di unire. Le divisioni sono la sconfitta di tutti. Magistratura e Ilva non si sono sfidate a duello sulla pelle degli Nessuno vuole morire o uccidere per lavorare Nessuno vuole sopravvivere senza lavoro e senza dignità uomini e delle donne di Taranto. Il ministro Clini, ieri, ha ripetuto parole chiare e condivisibili. L`Aia, l`autorizzazione integrata ambientale, in fase conclusiva di redazione al ministero dell`Ambiente, è l`atto politico per avviare a soluzione la contraddizione tra salute e lavoro a Taranto. 

L`Aia può includere tutte le prescrizioni necessarie a raggiungere, come indicato dalla magistratura, i più elevati standard di sostenibilità ambientale e sicurezza sanitaria. Al tempo stesso, l`Aia può prevedere la possibilità di utilizzo degli impianti al livello minimo richiesto a evitare danni tecnologici e di mercato tali da mettere irreversibilmente fuori gioco l`azienda e la filiera ad essa inscindibilmente connessa. L`azienda ha il diritto di ricorrere contro la decisione del Gip di Taranto per veder riconosciuta la validità dei suoi propositi e la richiesta di continuità produttiva. Ma, l`azienda ha, inequivocabile, la primaria responsabilità di potenziare, secondo quanto indicato dall`AIA, gli impegni tecnologici e finanziari proposti nel crono-programma presentato un paio di settimane fa. L`Accordo di Programma deve fissare i compiti precisi e verificabili per tutte le parti in causa: Ilva, Governo nazionale, governi territoriali, parti sociali. Taranto è l`Italia. Un`Italia impegnata in una sfida storica. 

La politica, ossia i cittadini attivi, deve ritrovare la forza etica, intellettuale e progettuale per promuovere uno sviluppo sostenibile, centrato sulla persona nella sua irriducibile integrità. Non è una sfida economica. È una sfida di civiltà.

Stefano Fassina

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