"Chi ha responsabilità politiche ha il dovere dell'ottimismo. Tuttavia, diventa preoccupante chiudere gli occhi di fronte alla realtà come continua a fare il governo"
"Chi ha responsabilità politiche ha il dovere dell'ottimismo. Tuttavia, diventa preoccupante chiudere gli occhi di fronte alla realtà come continua a fare il governo. L'Italia, come e più dell'euro-zona, è stretta in una spirale recessiva che, oltre rendere la disoccupazione e la chiusura di imprese sempre più drammatica, allontana gli obiettivi di finanza pubblica. Il debito pubblico nel 2013 sarà più elevato del 2012 e del 2011".
"Il saldo strutturale, indicatore artificiale sostanzialmente ignorato dagli investitori, nel 2013 sarà comunque peggiore di quello previsto un anno fa. Le speranze di ripresa collocate dal Presidente del Consiglio nel primo trimestre del 2013 sono, purtroppo, infondate. Le prospettive sono di recessione e stagnazione. Quale driver di domanda dovrebbe tirare l'inversione di tendenza?".
"I consumi delle famiglie subiranno un'ulteriore flessione a causa della maggiore disoccupazione e dall'esaurimento di parte delle indennità di disoccupazione, dei tagli al welfare nazionale e locale, dell'aumento regressivo di prezzi, tasse e tariffe, dalle minori disponibilità di risparmio accumulato. Gli investimenti delle imprese saranno imbrigliati dalle tristi aspettative di domanda".
"Il bilancio pubblico accentuerà il suo impatto negativo dato che l'insieme delle manovre di finanza pubblica approvate nel biennio alle nostre spalle implica ulteriori 30 miliardi all'anno tra tagli e maggiori imposte. Rimane il miraggio delle esportazioni. È, appunto, un miraggio poiché ciascuna economia europea, i Brics e gli Usa provano a scaricare sul vicino o sul lontano la speranza di maggiore produzione. E' necessario cambiare rotta nell'euro-zona. Far finta che siamo sulla strada giusta non aiuta ne la ripresa, ne la necessaria riduzione del debito pubblico".
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