SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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mercoledì 31 ottobre 2012

Cresce il Welfare, cresce l'Italia


La pioggia non ha scoraggiato il fiume di persone che ha aderito all'appello della rete "Cresce il welfare, cresce l'Italia": disabili, volontari, cooperatori sociali indignati per i tagli che hanno ridimensionato il welfare considerato solo un costo. Carmassi: "Il Partito Democratico è in piena sintonia con la piattaforma della manifestazione". Messaggio del Segretario del PD, Pier Luigi Bersani, a sostegno dell'iniziativa


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"La pioggia non ha scoraggiato il fiume di persone che ha aderito all'appello della rete "Cresce il Welfare, cresce l'Italia": persone con disabilità, volontari, cooperatori sociali, raccontano una Italia stremata e indignata per i tagli che hanno cancellato la dimensione sociale del welfare considerandola solo un costo.

Il Partito Democratico è in piena sintonia con la piattaforma della manifestazione: questi contenuti non solo sono nei documenti programmatici, ma anche nel concreto impegno di queste ore per modificare la legge di stabilità trovando diverse coperture per salvaguardare la rete dei servizi ed i diritti delle persone, e per tentare una inversione di rotta sui fondi sociali.
Per questo tutti noi ci sentiamo interpellati ma anche sostenuti da questa piazza per realizzare concretamente un cambiamento delle politiche di rigore coniugandole con misure di equità e giustizia sociale. Non ci sarà crescita in questo Paese se non ci saranno investimenti per garantire una vita dignitosa alle persone e alle loro famiglie.

Se non siamo in grado di ascoltare questo grido di allarme e di farci carico dei vecchi e nuovi bisogni della popolazione, l'astensionismo nel voto rischia di essere solo la punta dell'iceberg di una indignazione più profonda".

Questa la dichiarazione di Cecilia Carmassi, responsabile Terzo Settore, Politiche Sociali e per la famiglia del Partito Democratico.

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Il Segretario del PD Pier Luigi Bersani ha inviato un messaggio in occasione della manifestazione “Cresce il Welfare, cresce l’Italia”, organizzata dalla rete composta da decine e decine di associazioni impegnate nel sociale, per chiedere al governo e al Parlamento più investimenti. 

“In queste ore intense e difficili per la vita politica del nostro Paese, voglio che arrivi in modo formale e convinto il sostegno del Partito Democratico alla vostra manifestazione e all'impegno costante e tenace delle vostre organizzazioni sia nel garantire una qualità della vita dignitosa a tante persone in difficoltà, sia nel rappresentare quei bisogni e quelle potenzialità che spesso la politica in questi anni sembra aver dimenticato. 

In questi mesi – ha ricordato Bersani - con molti dei vostri rappresentanti ci siamo incontrati sia per un confronto sulla carta d'intenti, sia nella festa nazionale di Piacenza che ci ha consentito di affrontare insieme tutti i temi che voi richiamate. Sapete bene che il Partito Democratico non ha mai accettato il ridimensionamento del welfare operato dal precedente Governo e che nei nostri documenti è ben chiaro la funzione del welfare come fattore di sviluppo e coesione sociale. La cifra del nostro impegno a sostegno del Governo Monti è in quel nesso inscindibile tra rigore, crescita ed equità che ancora fa fatica a trovare conferma nelle scelte concrete. È per questo – prosegue Bersani - che proprio in queste ore siamo impegnati a modificare una legge di stabilità che rappresenta un nuovo attacco alle difficili condizioni di vita di tante persone e di tante famiglie. 

Non si può immaginare di operare risparmi per lo Stato riducendo i servizi essenziali alle persone, la sanità, la scuola, il welfare. Ci siamo sempre detti d’accordo per lavorare ad una seria lotta agli sprechi e alle inefficienze, ma in quest’ottica i tagli lineari non sono utili.

Alcune misure puntuali, come l'aumento dell'Iva alle cooperative o la tassazione delle pensioni di guerra - ha affermato più in particolare il Segretario del PD - sono modi inaccettabili di fare cassa scaricando sulle persone più fragili ancora una volta gli obiettivi di risanamento. Ma siamo consapevoli che in una crisi che colpisce in modo così duro non basta evitare ulteriori danni: c’è bisogno non solo di invertire la rotta ma anche di rilanciare e ripensare un modello di welfare universale, costruito col protagonismo dei diversi attori presenti sui territori e la partecipazione attiva dei diretti interessati. 

Per questo nel condividere le motivazioni che vi hanno spinto a costruire una grande rete di confronto e collaborazione su questi temi e ad organizzare la manifestazione, vi posso assicurare – sostiene Bersani - che il Partito Democratico farà tutto il possibile in Parlamento per migliorare le norme contenute nella legge di stabilità, e per individuare le coperture per avviare una inversione di rotta sui fondi nazionali che sono stati azzerati.

A testimoniare il nostro sostegno - ha concluso Bersani - una delegazione del PD è con voi in piazza, e disponibile a continuare il confronto e la collaborazione con voi, per esprimere il dissenso ad ulteriori tagli e per manifestare solidarietà ai tanti operatori che ogni giorno nelle nostre città lavorano con fatica, abnegazione per garantire servizi, qualità della vita per le persone e le famiglie che troppo spesso si sentono sole. Vi ringrazio anche per quell'infaticabile impegno da voi profuso per la costruzione di una cittadinanza più consapevole e partecipe, abbiamo bisogno di questa nuova stagione di civismo, le forze politiche da sole non riusciranno a ricostruire l'Italia, ma solo dal costante e franco confronto tra politica e società civile organizzata potrà nascere un progetto ed un percorso in grado di interpretare tutti i bisogni e le potenzialità di questo Paese”.

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Scarica l'allegato delle organizzazioni che costituiscono la Rete “Cresce il Welfare, cresce l’Italia”

Bersani: "Vince il patto progressisti-moderati"


Intervista a Pier Luigi Bersani di Adolfo Pappalardo - Il Mattino


Pier Luigi BersaniIl segretario del Pd Pier Luigi Bersani dice «bisogna evitare che alcune candidature solitarie, come in Sicilia, diventino pura testimonianza», perché i progressisti, ragiona, hanno un'ispirazione di governo e non di testimonianza. Imprimendo un'accelerazione per un patto con moderati e centristi e dando una stoccata a Vendola. «Insisto: la nostra proposta è quella di un'alleanza dei progressisti che si apra al confronto con le forze politiche e civiche moderate per ricostruire il Paese», dice l'ex ministro mentre viaggia in un mini tour tra Caserta, Avelli no e Benevento in vista delle primarie che «fanno bene ai partiti. Anche il Pdl dovrebbe farle a dispetto di un Berlusconi che si rimette in campo anche se quel campo oggi mi pare piuttosto malmesso». 

Segretario, addirittura una "cosa da pazzi" la vittoria in Sicilia. Ma vince l'astensione più che un partito. 

«Suvvia siamo seri: quella era solo una battuta. Ma la vittoria c'è perché in un mare di sfiducia bisogna riconoscere che il Pd e i suoi candidati sono all'incrocio dell'esigenza di cambiamento e di un nuovo governo. Credo che questo sia il punto da dove ripartire perché tocca a noi trasformare questo disagio in un verocambiamento, apportando però i temi di governo: la protesta da sola non offre soluzioni». 

Epperò se si contano gli astenuti il Pd sull'isola non arriva al 7-8 per cento. 

«Non si può contare in questo modo altrimenti dovrebbero essere abbassate le percentuali di tutti i partiti. Con il Pd c'era anche una lista civica attorno aCrocetta, dobbiamo guardare non al singolo risultato ma al dato complessivo. Se si guarda questo dato, la nostra forza rimane intatta, mentre gli altri partiti perdono tutti, tranne Grillo. Dopodiché sì, c'è un problema di disaffezionedella gente verso la politica. Ma sono fiducioso, perché i risultati siciliani e tutte le rilevazioni dimostrano che siamo l'unica forza capace di aggregare». 

Ma Grillo esonda al Sud come un fiume in piena. 

«Come lo spiego? Lo dico da un anno. Temi come la sobrietà, l'utilizzo dellarete, la democrazia diretta interrogano tutti, anche noi. Ma quel movimento è ormai un catalizzatore di disagio e disaffezione verso la politica. Ma, attenzione, i grillini non hanno una soluzione per il Paese e contro la più grave crisi economica degli ultimi decenni, mentre occorre decidere cosa fare e dare risposte all'altezza della crisi». 

Un problema di riconoscimento dei partiti: il presidente Napolitano vi chiede di riprendervi il proprio ruolo. 

«Dopo vent'anni di sbandamenti dobbiamo decidere se metterci nel solco delle grandi democrazie occidentali, che sono fatte di partiti, o se vogliamo coltivare in forme nuove l'eccezionalismo italiano sconosciuto negli altri paesi. Perchépersonalizzazione e demagogia ci allontano dal contesto delle democrazie che funzionano mentre i partiti riformati sono un'esigenza ineludibile per metterci su una strada che non prevede ricette semplificate e populistiche». 

Il premier Monti ironizza "Noi cattivi? I partiti stanno messi peggio". 

«Mettere tutti i partiti nel mucchio non mi piace. Noi stiamo reggendo una situazione complicata: sosteniamo il governo anche su cose che non ci piacciono e diamo contributo generoso in una situazione difficile». 

Non teme Grillo, quindi? 

«Io ragiono per l'Italia, mi preoccupo del mio Paese». 

Sicuro di andare al governo? 

«Penso di sì. E questo sarà il nostro primo impegno». Eppure la nuova legge elettorale di cui si sta discutendo potrebbe portare all'ingovernabilità. «Sono seriamente preoccupato. Noi proponiamo un premio di maggioranza del 12 o il 15 per cento ma c'è chi pensa che occorra abbassare il tasso di governabilitàsecondo il principio "Muoia Sansone con tutti i Filistei". Ma sarebbe un disastro». 

Prima però d sono le alleanze: dopo la vittoria di Crocetta con Pd e Udc ora è forte il pressing per chiudere con I moderati. 

«La mia proposta è questa: occorre un patto, una convergenza tra l'area progressista e quella moderata. Il mio compito è dare un contributo per creare un'area di progressisti per il governo che accetti il confronto con forze moderate. Ed evitare nel frattempo che posizioni di sinistra diventino, come inSicilia, una pura testimonianza. Casini e altri protagonisti di un centro moderato stanno lavorando per organizzare il loro campo, dopodiché lo svolgimento del tema tra due aree distinte che si parlano è affidato a meccanismi elettorali che non conosciamo ancora. Ma, ripeto, serve il confronto con i moderati che rifiutano di correre dietro la destra». 

Dopo i governi Pdl a trazione leghista qual è la ricetta che propone il Pd per il Mezzogiorno? 

«Purtroppo abbiamo inaugurato in Europa l'idea che c'è qualcuno che si salva da solo. Ragionamento che va contro ogni evidenza, perché più si allarga la forbice tra Nord e Sud, e più si allarga quella tra l'Italia e l'Europa. Occorre invece partire dalla reciprocità tra Nord e Sud e quel che dico a Napoli lo dico anche a Varese: dal Mezzogiorno deve partire la richiesta di riforme che servano al Sud ma siano utili per l'intero paese, a cominciare da quelle per la legalità e per dare lavoro». 

Cosa intende? 

«Riforme per combattere la criminalità, la legalità, per ridurre l'intermediazione amministrativa, riforme per aiutare gli investimenti che danno lavoro, riforme per un welfare che non sia solo basato sugli occupati e così via. È chiaro che tutte queste politiche devono poi essere rafforzate al Sud smettendola finalmente di tagliare le risorse destinate al Mezzogiorno come avvenuto in questi anni». 

Nel frattempo ci sono emergenze già scoppiate: da oggi in Campania ci sono 21mila esondati senza stipendio o ammortizzatore. 

«Noi non abbiamo mai abbandonato questa tema e, di legge in legge, abbiamo lavorato in questo senso per risolvere i problemi più immediati e insisteremo sino ad arrivare all'obiettivo. Se ci avessero ascoltati prima non saremmo arrivati qui. La nostra soluzione era diversa: darci un arco di anni per l'uscita dal lavoro; chi andava via prima prendeva meno; chi dopo di più. E se qualche azienda aveva problemi di esodi si sarebbe potuto trovare un sistema affinché la gente non perdesse quota pensioni. C'è un buco nella riforma ma siamo testardamente impegnati a chiudere questo buco». 

Non l'unica emergenza se a voi, come al Pdl del resto, non piace la legge di stabilità che si sta discutendo. 

«Cí sono ricette diverse tra noi e il Pdl su almeno 4 punti. Primo: sulla scuola; secondo: sulla fiscalità noi siamo per alleggerire il peso sui redditi da lavoro; terzo: abbiamo a mente gli esodati e, quattro, pensiamo che sul tema di enti locali sanità ci siano molte cose da correggere. Noi ci mettiamo sul fronte sociale e del lavoro mentre il Pdl è meno interessato a questo fronte. Capisco che ci sia un difficile equilibrio ma la legge di stabilità deve esserci e sfido io a mettere sullo stesso piano noi e il Pdl. Vedi la legge sulla corruzione, per esempio. Per noi deve esserci anche la legge sul falso in bilancio. Se Il Pdl insiste a impedirlo, lo faremo sicuramente nel prossimo governo». 

Mentre si scopre che l'Idv, in tema di finanziamento, non è immacolato. 

«Preferisco notare solo come i dipietristi mettendosi nella posizione di rifiuto ad una qualsiasi discussione sui temi di governo per protestare genericamente si siano autoesclusi. Da mesi l'Idv è su un'altra strada». 

Intanto le primarie rischiano di lacerare il suo partito. 

«La discussione si è aperta e non è lacerante. Io le ho volute perché penso facciano bene al Pd e quindi all'Italia, perché rompono il muro di incomunicabilità tra la politica e i cittadini. Anzi dovrebbe farle anche il Pdl». 

Ma le farà? Il Cavaliere è tornato in campo. 

«Dice? Vuole tornare in campo ma non ha capito che il suo campo mi pare un campo piuttosto impantanato».

Fonte: Il Mattino

Crocetta: "La mafia contro l'intesa Pd-moderati"


Crocetta: "La mafia contro l'intesa Pd-moderati"

Intervista a Rosario Crocetta di Jolanda Bufalini - L'Unità


Sulla scrivania c'è una rosa screziata, gliel'ha regalata una signora, coordinatrice delle donne del Pdl dicendogli: «Ci ha liberato!». «Capito?», fa lui, «Ho liberato le donne di destra!». Rosario Crocetta, il giorno dopo, è pimpante, scoppiettante, scherza in trasmissione con Radio 2 sulla castità dei politici: «Io sono casto da 50 anni perché non mi vuole nessuno». Deve partire per Gela, lo aspettano due feste, la prima politica la seconda in parrocchia, ma - per la proclamazione - è festa anche a Palermo. 
Rosario Crocetta
Cita Berlinguer e Gramsci per polemizzare con Vendola, Pasolini per dire «Io so ma non ho le prove» a proposito dell'uso distorto dei fondi per la formazione. Ha dormito bene, dice, «anche l'altra notte quando un sondaggio falso mi dava addirittura terzo». Sente al telefono il ministro Cancellieri e si preoccupa per Librino, il quartiere popolare di Catania, dove «100.000 abitanti non hanno scuole superiori, non hanno piante, non hanno negozi». 

Ogni tanto si ferma e esclama: «È un fatto epocale che la Sicilia abbia eletto un presidente come me». Cioè uno che ha fatto arrestare 347 mafiosi, subìto 4 attentati falliti: «Già questo abbassa lo spread della Sicilia, perché finora in Europa e in Italia pensavano che i soldi dati alla Sicilia andavano alla mafia». 

Presidente, con l'astensione che c'è stata c'è chi sostiene che è la mafia che si è astenuta. 

«Niente affatto, la mafia ha votato per impedire con tutte le sue forze la mia elezione e soprattutto per impedire questo accordo nuovo fra le forze progressiste e moderate che avrà i suoi effetti nella battaglia nazionale. L'astensione è stata in parte fisiologica, perché si è votato un solo giorno, in parte dovuta a motivi reali che in Sicilia sono il 70% di investimenti in meno, ladisoccupazione giovanile al 35%». 

In Sicilia ha avuto contro la sinistra alternativa. 

«Per me l'ultimo Vendola è incomprensibile, incomprensibile questa scelta di scimmiottare i grillini che li ha travolti. Non hanno raggiunto il quorum facendo rischiare a noi di perdere la Sicilia. Per questo fra Vendola e il sindaco di Parigi preferisco Delanoe, che ha una più chiara ispirazione riformista. Negli anni settanta Berlinguer voleva l'alleanza con la Dc che, allora, non era soltanto Aldo Moro, c'era anche Ciancimino». 

Per Idv con questa astensione si deve rivotare... 

«La campagna elettorale è finita. Quanti voti ha avuto Orlando al ballottaggio? Perché non si dimette lui, che la città ringrazierebbe? Non hanno capito che io non sono Ferrandelli ma sono Orlando, io il sindaco lo so fare». 

Le rimproverano l'alleanza con l'Udc. 

«L'alleanza con l'Udc ha consentito di parlare a un elettorato più tradizionalista che ha imparato a conoscermi. Ci siamo incontrati, sinistra e mondo cattolico, sul terreno dell'inclusione sociale e della solidarietà. Gli attacchi della stampa di destra alla mia omosessualità non hanno attecchito. All'inizio della campagna io ero dato al 25 per cento e Musumeci al 31, si è verificato esattamente l'opposto». 

Il suo partito, il Pd, si è attestato dietro il Movimento 5 stelle. 

«Non è così, la lista Pd ha avuto un buon risultato. Noi avevamo due liste perché c'è anche la lista Crocetta a cui è andata una parte dei voti Pd. È la prima volta che la lista del presidente in Sicilia prende il quorum, abbiamo 17 consiglieri». 

Ma è un partito che si è lacerato sul sostegno a Lombardo e sulle amministrative di Palermo. 

«Il Pd a Palermo aveva raggiunto il minimo storico ma nelle regionali mi ha aiutato, ha lavorato per l'unità, quelle divisioni sono state superate, anche se qualche slabbratura c'è sempre, e ha lavorato per lo schieramento unitario con l'Udc». 

L'alleanza con l'Udc servirà a livello nazionale? 

«Con uno schieramento ampio si approssima la fine del tiranno». 

Dovrà trovarsi una maggioranza nell'Assemblea regionale, accetterà il contributo di Micciché e di Lombardo? 

«Io non ho una maggioranza bulgara, ma non farò accordi né di governo né di sottogoverno, però i deputati non sono il diavolo, ci confronteremo. Io accetto il controllo dell'Assemblea e ne rispetto le prerogative. Non farò come gli altri presidenti, saranno i deputati ad eleggere il presidente dell'Ars». 

Il Movimento 5 stelle chiede di ridurre a 2500 euro lo stipendio dei deputati? 

«È demagogico, loro sono miracolati dai voti per Grillo ma gli altri deputati hanno dovuto sostenere i costi della campagna elettorale. Per l'indennità io penso a un sistema simile a quello del parlamento europeo, dove chi lavora guadagna di più». 

Ci saranno punti di incontro con loro? 

«Ora loro sono deputati come gli altri, dovranno decidere cosa fare su una norma come quella che ha proposto Lillo Speziale (che vieta le nomine per gli inquisiti, ndr), oppure sul doppio voto di genere, o ancora su una lista privilegiata per gli imprenditori e le imprenditrici che denunciano il pizzo, in modo che possano continuare a lavorare, sul rigore di bilancio senza macelleria sociale, sulla chiusura di enti che da 20 anni si dice che devono essere eliminati». 

Quali saranno le prime misure? 

«Avevo pensato di dare un incarico per studiare quali consulenze eliminare, poi ho deciso, poiché lo spoil system lo consente, che le revoco tutte. Dopo si vedrà se ce n'è qualcuna che serve». Come si regolerà con lo spreco dei corsi di formazione? 

«La priorità sono gli investimenti, se non c'è lavoro la formazione è inutile». 

Si è detto contrario all'eccesso di laicismo, in che senso? 

«Gramsci diceva che il novello principe è un architetto che deve stare un passo avanti, ma non troppo. In Sicilia ci sarà un delegato per i diritti civili, si prenderanno misure contro l'omofobia. Lo sceglieremo insieme alle associazioni come l'Arcigay, io penso a Marina La Farina. E ci sarà anche un delegato per idiritti dei diversamente abili». 

Come voterà alle primarie? 

«Voto Bersani, è una brava persona e ha le carte in regola per governare».

Fonte: L'Unità

Partiti in ginocchio, il Pdl perde tre quarti dei voti


L'ANALISI

Nell'isola emorragia delle formazioni tradizionali: per il Pd un calo di quasi 250 mila consensi, l'Udc a meno 130 mila

(LaPresse)(LaPresse)
Le prime analisi del voto siciliano si sono basate sul confronto delle percentuali ottenute da ciascun partito. Ma queste, data la numerosità delle astensioni, sono calcolate sulla sola metà degli aventi diritto al voto. Proprio questa circostanza suggerisce di analizzare il risultato anche esaminando la numerosità in valore assoluto dei consensi ottenuti dalle forze in campo.
Questo approccio ci permette di renderci conto ancora più da vicino di quanto abbiano perso quasi tutte le forze politiche. È stata ad esempio già notata la diminuzione in percentuale del partito di Berlusconi. Ma confrontando i valori assoluti, è ancor più impressionante rilevare come il Pdl abbia perso ben 650 mila voti, tre quarti del suo elettorato precedente. Anche comprendendo i consensi ottenuti dalle liste «Lombardo presidente» e «Musumeci presidente», la perdita resta enorme. Si tratta di elettori che hanno preso la via dell'astensione o, spesso, quella del supporto a Grillo. Un tracollo che ricorda quanto emerge dai sondaggi effettuati in questi giorni a livello nazionale riguardo alla diminuzione drastica delle intenzioni di voto espresse dagli italiani per il Pdl. Ciò non potrà non avere effetti sui già tormentati equilibri interni del partito.
Al tempo stesso, come ha subito osservato Stefano Ceccanti in un'analisi pubblicata sul web, anche l'altra componente del centrodestra, legata a Miccichè, ha subito una erosione, sia pure di misura inferiore. Dall'altra parte dello schieramento politico, tuttavia, anche l'alleanza Pd-Udc, pur risultata vincitrice (o, se si vuole, meno perdente), soffre di una consistente diminuzione di voti. Il Pd, anche sommando i voti delle liste per il candidato (Crocetta-Finocchiaro) perde, in valore assoluto, quasi 250 mila voti: una porzione notevolissima dell'elettorato delle scorse regionali. Analogo discorso si può fare per l'Udc che ha perso circa 130 mila voti: quasi il 40%. Insomma, pur avendo eletto il nuovo presidente di Regione, l'alleanza di centrosinistra ottiene un risultato insoddisfacente, non essendo riuscita, come osserva anche Roberto D'Alimonte sul Sole 24 Ore , a intercettare nuovi consensi, in un momento di grande fluidità elettorale. In altre parole, il partito di Bersani pare, a livello siciliano, incapace di convincere e mobilitare i delusi e gli scontenti. Che, anzi, se ne sono in parte allontanati. Al riguardo, alcuni osservatori avevano suggerito che il Pd potesse cedere voti all'estrema sinistra, data l'alleanza stipulata nell'isola con l'Udc. Ciò non si è verificato. Anche la sinistra radicale ha subito un forte calo di consensi, passando da 131 mila voti del 2008 a 59 mila di domenica scorsa e vedendo quindi più che dimezzare il proprio seguito.
Dunque, la gran parte delle forze politiche esprime un saldo di consensi negativo. L'unica a sottrarsi è stata l'Idv con un piccolo incremento di poco meno di 18 mila voti. Come ha sottolineato l'Istituto Cattaneo, si tratta di un risultato deludente dopo le aspettative che aveva stimolato il successo di Leoluca Orlando alle comunali.
Come si sa, hanno tratto frutto da questo andamentoelettorale complessivo il Movimento 5 Stelle e il folto «partito degli astenuti». Grillo ha guadagnato quasi 240 mila voti, quintuplicando di fatto il suo elettorato. Ma la diserzione dalle urne esce dalle elezioni con un bottino assai maggiore, pari a quasi 800 mila siciliani che, questa volta, hanno ritenuto di non recarsi ai seggi.
Entrambi i fenomeni, il supporto per il Movimento 5 Stelle e l'incremento dell'astensione, sono stati per lo più interpretati come espressione di protesta e di disaffezione. Un fenomeno che, stando a quanto ci suggeriscono le ricerche sulle intenzioni di voto, riguarda non solo la Sicilia, ma tutta l'Italia.

Vendola assolto, il fatto non sussiste il governatore piange: "Sono felice"


L'INCHIESTA

La decisione del gup De Felice  sul presidente della Regione e Lady Asl, prosciolti con formula piena. Erano accusati di concorso in abuso di ufficio per la nomina di un primario. Il presidente: "Ora penso alla cavalcata delle primarie". Cosentino: "Nessun rancore"

di LELLO PARISE e FRANCESCA RUSSI

BARI - "Sono felice, mi è stata restituita la vita, l'innocenza. Dopo l'assoluzione, penso di cominciare la cavalcata delle primarie. Finora sono stato frenato. Posso cominciare quindi oggi, anche se ho uno svantaggio. Trasformerò lo svantaggio in vantaggio. Ho due Golia ma spero che questa volta vinca Davide". Nichi Vendola è commosso nel giorno in cui si è deciso il suo futuro politico: il governatore è stato assolto con formula piena "perché il fatto non sussiste". Il gup Susanna De Felice ha emesso intorno alle 10,15 la sentenza del processo in cui Vendola era imputato con l'ex direttore generale dell'Asl di Bari, Lea Cosentino. Immediate le reazioni dal mondo politico, tra cui quella di Bersani ("felice per Vendola e per tutto il centrosinistra") e Casini: "Sono contento, perché, contrariamente a lui, io so distinguere il piano personale da quello politico". Con una nota polemica: "Diciamo che la sua ferocia non mi appartiene". 
(da Repubblica.It)

lunedì 29 ottobre 2012

Chiudiamo la lunga stagione populista


Il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani è intervenuto a Tolosa in apertura del Congresso del Partito socialista francese. Bersani ha incontrato il nuovo Segretario nazionale, Harlem Désir, ed altri leader progressisti europei e internazionali. "Serve una strategia comune europea contro i paradisi fiscali, perchè la ricchezza scappa dai nostri territori, mentre la povertà resta". VIDEO


Bersani a Tolosa  Tolosa
"Le prossime elezioni politiche in Italia, dovranno chiudere la lunga stagione populista e aprire una stagione democratica legittimata dal voto". Lo ha detto Pier Luigi Bersani, Segretario del Partito Democratico, intervenendo al congresso del Partito Socialista Francese a Tolosa e trasmesso in diretta da Youdem.tv. Bersani ha così chiuso il ciclo di incontri all’insegna degli accordi Ue e del futuro dell’Europa.

Ricordando il successo di Hollande in Francia Bersani ha detto: "Quando la sinistra è unita, vince in Europa contro una destra conservatrice, nazionalista e retrograda".

Bersani ha proseguito il parallelo con la Francia: "Il successo delle primarie porterà il successo nelle elezioni politiche, come è accaduto in Francia. In questi giorni il PD festeggia il suo quinto anniversario e pur essendo bebè siamo il primo partito del Paese. Continuiamo a crescere malgrado la situazione di degrado politico in Italia e la perdita di credibilità".



Parlando della piattaforma comune dei progressisti in Europa ha dichiarato: "Serve una strategia comune europea contro i paradisi fiscali, perchè la ricchezza scappa dai nostri territori, mentre la povertà resta". La strada è ancora lunga per realizzare un'architettura internazionale della zona euro. Oggi i paesi che hanno accettato la sfida sono chiamati a mobilitarsi per rendere possibile l'integrazione in Europa e come socialisti progressisti europei dobbiamo sentire la responsabilità comune".

Sui delegati del congresso, Bersani ha detto che "per vincere la battaglia politica si deve partire dal basso, il futuro, il benessere e la civiltà dipendono dalla realizzazione di un sogno di unità basato sulla democrazia". 

E ha invitato i socialisti europei a combattere insieme in modo più coordinato: "Dobbiamo rafforzare la dimensione europea del nostro partito e questo congresso sarà lo stimolo per il progresso futuro". 

In fine rivolgendosi al collega francese Harlem Désiril Segretario del PD ha assicurato che "l'Italia sarà al fianco della Francia per essere protagonista insieme di una nuova fase".

Berlusconi, Bindi: "L'imprenditore oggi condannato era anche il Presidente del Consiglio"


Non ricandidatura tempismo perfetto. "Ora è più evidente quanto abbia pesato sulla politica e la vita del Paese il suo ingombrante conflitto d'interessi"


Berlusconi condannato
“Anche se non è definitiva, questa sentenza rivela la gravità dei comportamenti di un importante imprenditore italiano ma ciò che inquieta è che questo imprenditore, condannato oggi per frode fiscale, è stato a lungo Presidente del Consiglio. Ora è più evidente quanto abbia pesato sulla politica e la vita del Paese il suo ingombrante conflitto d'interessi. E alla luce di questa sentenza la rinuncia di Berlusconi a ricandidarsi appare di un tempismo perfetto”.

Draghi, Fassina: "Bene sue parole, ora unione fiscale per correggere la rotta"


Dichiarazione di Stefano Fassina, responsabile economico del PD


Stefano Fassina
“Bene Draghi a rilanciare il dibattito sulla proposta tedesca per il super commissario per le politiche di bilancio e a ricordare la perdita di sovranità degli Stati nazionali. Il potere di intervento da parte della Commissione europea sui bilanci nazionali di tutti i paesi euro è caratteristica fondamentale della fiscal union, tappa decisiva e urgente dell'integrazione politica della zona euro. 

Va chiarito che il potere di intervento deve fondarsi su una legittimazione democratica diretta attraverso la scelta del presidente della Commissione nelle elezioni europee quale leader di una coalizione politica e attraverso il coinvolgimento del Parlamento europeo nelle decisioni. 

Va anche chiarito che il potere di intervento deve consentire di ripristinare nell'area euro lo spazio per politiche di bilancio anticicliche da affidare sia ai bilanci nazionali sia a strumenti specifici dell'area euro, come gli euro-project bonds per investimenti finalizzati a ridurre gli squilibri macro-economici tra le diverse aree della moneta unica. Infine, va chiarito che il potere di intervento, oltre che sui bilanci pubblici, deve estendersi al coordinamento delle altre politiche macro-economiche, quali le politiche di tassazione e di contrasto dei paradisi fiscali e le politiche retributive affinché in ciascun Paese la dinamica delle retribuzioni sia agganciata all'andamento della produttività così da evitare svalutazioni interne”.

Bersani: «Non c'è spazio per un Monti bis» E il professore: «Per me 15 mesi bastano»


IL DIBATTITO SULLA LEADERSHIP

Il leader pd: «Dare coerenza a percorso politico». Il premier: per me al governo periodo sufficiente, non per l'economia

Pier Luigi Bersani (Ansa)Pier Luigi Bersani (Ansa)
Non ci sono possibilità che l'incarico al premier Monti venga rinnovato nel 2013 «se un governo Monti-due vuol dire andare avanti con una maggioranza spuria». Lo ha detto a Parigi il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che ha sottolineato che sarà «una decisione politica: abbiamo il diritto di avere un confronto come tutti gli altri paesi». Secondo Bersani, non è ipotizzabile «che una personalità come quella di Monti possa tornare alla Bocconi. La Bocconi farà a meno di lui». Il leader democratico ha ribadito: «Bisogna dare coerenza a un progetto politico».
MONTI: 15 MESI TEMPO SUFFICIENTE - Lo stesso Mario Monti sembra voler rispondere a distanza al leader del Pd, quando - da Gerusalemme, dove si trova in visita di Stato - dichiara che restare al governo per «quindici mesi, personalmente, sono abbastanza, ma per ristrutturare l'economia è meno di quello che serve». Gli italiani, ha aggiunto il premier in un incontro con il governatore della banca centrale israeliana, Stanely Fisher - stanno sopportando rimarchevoli sacrifici dopo un periodo in cui si era detto loro che la crisi non era così grave». E lo stanno facendo - ha detto Monti - con una comprensione e una maturità incredibile: non c'è livello di protesta come in altre parti d'Europa e questo dimostra che l'accettazione di questa politica del governo è rimarchevole».
PRIMARIE - Tornando al segretario del Pd, Bersani ha anche annunciato che sarà possibile iscriversi alle primarie del Centro Sinistra online . «Buone primarie a tutti anche a chi non ci ha ancora pensato...». ha affermato Bersani da Parigi.

Bersani: «Col ritorno di Berlusconi preoccupa il ritorno al populismo»


IL SEGRETARIO DEL PD, A DOMENICA IN

«Sono preoccupato da questa posizione, il Paese ha bisogno di mettersi alle spalle una fase e guardare avanti»

Pierluigi Bersani a Domenica In con Massimo GilettiPierluigi Bersani a Domenica In con Massimo Giletti
«Tra Renzi e Berlusconi sono preoccupato più da Berlusconi, perché di populismo ne abbiamo avuto giá un bel po' e il centrodestra su queste posizioni non farebbe bene al Paese». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani a Domenica In su Raiuno ospite di Massimo Giletti nella rubrica L'Arena commenta il ritorno del Cavaliere sulla scena politica. Bersani spiega il concetto: «Ci rivolgiamo con apertura ad un centro che non si lasci incantare dai pifferi del populismo». Poi aggiunge: «Sono preoccupato da questa posizione di Berlusconi, il Paese ha bisogno di mettersi alle spalle una fase e guardare avanti». La sentenza Mediaset ha pesato sulla mossa di Berlusconi? «In parte, ma anche l'istinto profondo dell'uomo a non mollare la sua creatura; a deve prendere atto che dopo tanti anni i risultati non ci sono stati». E conclude il ragionamento con una frecciata: Berlusconi «ha governato più di De Gasperi, ha il record, potrebbe accontentarsi».
Bersani: «Preoccupa il populismo di Berlusconi»
MONTI - «Ogni mattina mi misurano il tasso di montismo». Pier Luigi Bersani conferma la fedeltà del Pd al governo Monti dopo le parole di sabato di Berlusconi. «Avremo potuto andare alle elezioni 8-10 mesi fa, ma Monti l'abbiamo voluto noi e abbiamo detto, si voterà alla scadenza», ha spiegato il segretario del Pd. Ma il nome di Mario Monti sarebbe una buona ipotesi per il Quirinale?, chiede Giletti. «Giletti, per quanto io la stimi, non possiamo essere io e lei a decidere il Quirinale. Monti è assolutamente candidabile a tantissime cose, non si può escludere». Bersani ha sottolineato che si aspetta comunque che Monti non ritorni a fare il professore alla Bocconi ma resti a disposizione del Paese.
RENZI - Argomento primarie: «Forse dico una cosa un po' retorica. Le ho volute per l'Italia. Da quando abbiamo lanciato le primarie il partito sta crescendo», dice Bersani. «A Renzi voglio dire un paio di cose: attenzione che non sia convinto di dare per nuove delle cose che abbiamo già visto negli anni '80 e '90. La gente si è stancata di sentire contenuti e meccanismi comunicativi che hanno fatto il loro tempo. E poi bisogna volere un po' più bene al Pd, a volte sento delle critiche che sembrano fatte dai nostri avversari». Bersani ha rivendicato la scelta di aprire alla partecipazione del sindaco di Firenze alle primarie in deroga allo statuto del Pd: «L'ho fatto per l'Italia, c'è un distacco tale fra cittadini e istituzioni che se la politica non mostra di rischiar qualcosa, di guardare la gente all'altezza degli occhi...». Insomma, «è un segnale», ha spiegato. Quanto al fatto che Renzi «piace a destra», il leader democratico non ha infierito: «La destra è in difficoltà e tanti elettori cercano novità», ha commentato. Il finanziere Serra, che supporta Renzi, dice che Bersani non ha esperienza? Un giudizio che «ha piena cittadinanza, io Serra non lo conosco nemmeno», ma «se quel finanziere paga le tasse a Londra, desse consigli a Cameron non a me». E aggiunge: «Io non ho niente contro la finanza, ma le ricette c'è bisogno che le discutiamo un po' noi».
VENDOLA - Capitolo alleanze. Bersani risponden a una domanda sull'alleanza con Sel di Nichi Vendola: «Capisco che ci sia un antico riflesso di quando eravamo 11 o 12 partiti. Promettemmo unità e non consegnammo la merce». «Ora c'è il Pd - aggiunge - non ci sono più 12 partiti, ci sono alcuni partiti che si accostano alla nostra proposta politica. Abbiamo oggi un meccanismo nuovo, in caso di dissenso si vota a maggioranza nei gruppi congiunti, quindi c'è la certezza di arrivare alle decisioni».