Il sindaco di Firenze: «Con noi più chance di vittoria. La sinistra è Obama, non Rosy Bindi» Polemica su uno spot tv |

ROMA - A due giorni dalle primarie del centrosinistra si alza la tensione fra i cinque candidati. E scoppia la polemica su un fuorionda di Matteo Renziin cui il sindaco di Firenze afferma: in caso di sconfitta «porterò un po' di amici miei» in Parlamento e «cercherò di avere un po' di spazio, ma io non mi faccio comprare».
IL VIDEO Il fuorionda. «Se vinco con la storia della rottamazione, tutti da me si aspettano questo: se non lo faccio mi vengono a rincorrere», ha affermato ancora Renzi nel fuorionda (visibile in streaming della trasmissione 105 Friends su Radio 105 Network. Per quanto riguarda provvedimenti come l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti «questo è sicuro, lo fai nei primi 100 giorni o non lo fai», ha aggiunto, e chi sarà in lista per il Parlamento dovrà dichiarare preventivamente che approverà tali provvedimenti e, ad esempio, che «rinuncerà al vitalizio». Renzi ha detto cosa accadrebbe in caso di sua vittoria alle primarie: «Io vinco, ho vinto, devo fare le liste, io dico, chi vuole stare con me?», ha spiegato, dicendo come esempio che «allora, Letizia Puccioni è candidata in Parlamento? Letizia Puccioni firma un foglio col sangue che lei abolisce il finanziamento pubblico dei partiti, dimezza il numero dei parlamentari, riduce le indennità del parlamentare. Lo scrive prima. Vuoi candidarti? Se non lo fai, niente». «Le parole di Renzi di oggi contraddicono un’intera campagna elettorale. Pensare di sistemare gli amici in Parlamento è un’idea della politica che abbiamo sempre combattuto - commenta Emanuele Fiano, deputato del Pd e sostenitore di Bersani -. Abbiamo scelto le primarie proprio per dare forza alle scelte dei cittadini. Ed è la ragione per la quale vogliamo riformare la legge elettorale e, qualora non riuscissimo, ci impegniamo a indicare i candidati con le primarie e senza privilegi per alcun amico. Le parole di Renzi appartengono al passato: non basta citare il rinnovamento, bisogna praticarlo». «Se noi vinciamo i democratici hanno più chance di vittoria», ha detto invece Renzi nel corso della videochat di Corriere.it. «I sondaggi dicono - ha aggiunto - che il Pd avrebbe una capacità di appeal molto più forte». Bersani a un passo dal 50% nei sondaggi. Renzi ha quindi citato il sondaggio presentato oggi su Il Sole-24 Ore dal politologo Roberto D'Alimonte, secondo cui una coalizione guidata da Renzi varrebbe il 44% dei consensi contro il 35% di una guidata da Pier Luigi Bersani. Nello steso sondaggio però Bersani viene dato a un passo dalla vittoria al primo turno delle primarie con il 48%, mentre Renzi è fermo al 38%. Il governo che Renzi spera di guidare «dovrà essere di evidente caratura tecnica, se possibile superiore alla caratura del governo di oggi», ha continuato il sindaco. «Serve una professionalità pazzesca - ha aggiunto - ci sono politici in grado di farlo, ma ci vuole una qualità tecnica uguale se non superiore al governo attuale». «Io penso che la sinistra sia Obama non Rosy Bindi», è stato poi l'attacco di Renzi a Bindi, rispondendo ai conduttori che lo avevano stuzzicato sulla definizione di figlio del ventennio berlusconiano usata dalla presidente del Pd nei suoi confronti. «Credo che essere di sinistra - ha spiegato - sia cercare di fare come fa Obama e non come Rosy Bindi: fare come uno che ha osato, rischiato, si è messo in gioco contro il suo partito». Polemica sullo spot. Intanto scoppia la polemica tra il comitato di Bersani e quello di Renzi la messa in onda ieri sera, sull'emittente ÈTv, di un cortometraggio a sostegno del sindaco di Firenze di circa 20 minuti. Nel video si racconta il suo viaggio in camper, a poche ore dalla tappa del tour del sindaco di Firenze nel capoluogo emiliano, in programma oggi pomeriggio. «Consideriamo alquanto strano - rileva il coordinatore di BolognaxBersani, Davide Di Noi - che l'emittente locale abbia ospitato gratuitamente un video così lungo, dedicato ad un solo candidato alle primarie del centrosinistra. Se dovesse risultare che il Comitato Renzi ha acquistato uno spazio televisivo, sarebbe una cosa gravissima e una scorrettezza inaudita nei confronti degli altri candidati. Fare spot radio e televisivi a pagamento è infatti chiaramente contrario al regolamento delle primarie in tema di sobrietà dei costi della politica». La replica. «Non abbiamo dato un euro alle tv - aveva replicato al Corriere di Bologna il coordinatore della campagna di Renzi, Roberto Reggi - Abbiamo chiesto loro chi voleva trasmetterlo ed è stato mandato in onda a titolo gratuito». La smentita. «Prendo atto delle affermazioni di Roberto Reggi e al tempo stesso delle dichiarazioni del direttore di èTv Giovanni Mazzoni, che ha ammesso l'acquisto di spazi pubblicitari da parte di Publishare, smentendo di fatto lo stesso Reggi», risponde poi Di Noi. «Ai fini della chiarezza e in omaggio ai principi di leale competizione alle Primarie, chiedo al Comitato Renzi nazionale: 1 - qual è il valore economico corrispondente alla proiezione dei 20 minuti di cortometraggio trasmesso ieri sera; 2 - per quale motivo Publishare avrebbe interesse a sovvenzionare la campagna per le primarie di Matteo Renzi». Nel pomeriggio, il Comitato fa sapere di aver inviato un esposto al Collegio nazionale dei garanti delle primarie sulla vicenda. Bersani. «Io potevo essere il candidato unico del Pd. Cerchiamo di non mettere in giro argomenti che non sono dignitosi per noi, che siamo gente seria - ha replicato Bersani a Renzi che ieri aveva lamentato regole complicate per le prossime primarie -. Abbiamo deciso prima che ci fossero queste primarie come partito, alla luce di precedenti esperienze, che alla prima occasione avremmo costruito l'albo. Questo l'abbiamo deciso, non so se Renzi fosse presente, credo di no visto che frequenta poco, è stato deciso mesi e mesi fa. Io lavoro perché ci sia il massimo di partecipazione. Faremo una cosa seria che in Europa nessuno ha fatto. Se si pensa male si fa male». |
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