Agostini: "E’ un’ottima notizia quella dell’approvazione definitiva oggi alla Camera della legge che introduce la doppia preferenza di genere per le elezioni nei Comuni". Incostante: "Ora auspichiamo che questo passo avanti possa influenzare positivamente il dibattito sulla legge elettorale"
"E’ evidente, infatti, che la preferenza unica abbia penalizzato fortemente l'elezione delle donne (le amministratrici solo il 18% sul totale) poiché fa lievitare i costi della campagna elettorale e favorisce una competizione individuale spesso esasperata, tutti fattori questi che non aiutano la partecipazione femminile.
Una democrazia in cui una parte rilevante della popolazione è esclusa o marginalizzata, è una democrazia incompiuta. Il voto di oggi serve a valorizzare il prezioso contributo delle donne nella vita pubblica, a includere competenze e punti di vista, specie in momento come questo in cui può risultare determinate per uscire dalla grave politica ed economica.
Ora ci auguriamo che tutte le forze politiche facciano proprio il principio della democrazia paritaria, essenziale per rafforzare la vita delle istituzioni e per renderla più rispondente ai bisogni e alla vita concreta del paese. Ci aspettiamo che la legge sia applicata e che sempre più donne possano, grazie a questo strumento, partecipare ed essere elette".
"L'approvazione definitiva della legge sulla pari rappresentanza di genere nei consigli degli enti locali e regionali, che prevede anche l'espressione della doppia preferenza di genere, è un fatto davvero molto positivo che porterà aria nuova già nelle prossime elezioni amministrative e regionali", ha commentato la senatrice del PD Maria Fortuna Incostante, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali.
"Ora auspichiamo che questo passo avanti in favore delle donne possa influenzare positivamente il dibattito sulla legge elettorale. Ricordiamo infatti che purtroppo finora la commissione Affari costituzionali ha approvato, contro il nostro volere, nell'ambito del testo Malan, la tripla preferenza, che di fatto vanifica il riequilibrio della rappresentanza".
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