SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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mercoledì 14 novembre 2012

La Cgil spara a zero contro Renzi Fiom: se vincesse lui, poi non lo voterei mai alle elezioni



 di Giorgio Ponziano  

Non c'è proprio feeling tra Matteo Renzi e la Cgil, neppure se il primo ha indossato la giacca del moderato dopo quella del rottamatore e la seconda ha più volte preso le distanze dalla Fiom, salvo poi ricompattarsi proprio sul no a Renzi. Saranno davvero pochi gli iscritti al sindacato di sinistra che, alle primarie, sceglieranno il sindaco di Firenze.
L'ultima, sonora bordata arriva da un leader storico della Fiom, il segretario dei metalmeccanici dell'Emilia-Romagna, Bruno Papignani: «Il problema maggiore è rappresentato dall'eventuale vittoria di Matteo Renzi, se lui vincesse le primarie, dovrei poi votarlo veramente alle elezioni. No, mai. Matteo Renzi non lo voterò mai. Non mi sta antipatico, anche se lo è. Ma è finto, è di destra, è un bullo non più in età da bullo, che come tutti i bulli è superficiale e impreparato».
Parole di fuoco, anche perché pronunciate da un segretario Fiom in carica, ribadite nel suo sito Facebook, dove è stato sommerso da commenti favorevoli. Renzi proprio non va al popolo fiommino e nemmeno a quello cigiellino se anche Susanna Camusso (che vanta 6 milioni di iscritti e quindi di potenziali elettorali alle primarie) ha scelto di scendere in campo: «Dietro Matteo Renzi c'è giovanilismo fuori luogo e autoritarismo.
Non apprezzo la modalità con cui Renzi sta facendo le cose, si dovrebbe parlare meno delle persone e più dei contenuti, parlare meno per schemi e più dell'idea che si ha del mondo. Ho la preoccupazione di una stagione politica in cui ci sono troppi signori sicuri di essere il cambiamento generale e che hanno poi degli atteggiamenti molto autoritari e autoreferenziali: quando c'è solo un io, c'è un grande autoritarismo dietro, perchè il resto del mondo conta poco».
Susanna Camusso prende posizione, incurante del fatto che pochi giorni prima aveva redarguito il suo collega segretario Cisl, Raffaele Bonanni, per avere firmato il manifesto di Luca di Montezemolo: «Ci troviamo improvvisamente con il segretario della Cisl che firma un manifesto politico e appoggia una candidatura con un livello di coinvolgimento politico che non ha precedenti nel sindacato».
Ma Papignani va oltre il no a Renzi. Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola debbono darsi una mossa: «Coloro che ci mettono la faccia, Nichi Vendola, Pier Luigi Bersani», sostiene, «rappresentano tante persone perbene, democratiche, con un sentimento di giustizia, con tanti di loro ho percorso e condiviso un periodo non certo breve della mia vita. Tuttavia, la carta fondamentale, gli intenti, il programma, è talmente generico che può essere interpretato come meglio uno desidera, può essere tirato da una parte all'altra senza che faccia nessuna grinza, è una cambiale in bianco che in altri tempi avrei dato, oggi non me la sento, non voglio correre il rischio che certe cose siano fatte anche in mio nome, no, no, avrei dei rimorsi e i rimorsi sono fra i sentimenti più dolorosi».
Una risposta pidiessina arriva dal tipo di partecipazione alla manifestazione nazionale Fiom che si svolge oggi a Pomigliano: Nichi Vendola c'è, Bersani no ma ha mandato un suo ambasciatore, Stefano Fassina, mentre Matteo Renzi non c'è e non manda nessuno (al di fuori del Pd hanno annunciato la loro partecipazione Luigi De Magistris e Antonio Di Pietro).
Dice uno dei segretari nazionali Fiom, Enzo Masini; «Ci cercano tutti ma non ci fidiamo di nulla e comunque ciò che è fondamentale è l'unità della coalizione di centrosinistra capace di vincere. È indubbio che tra i 360 mila nostri iscritti, e specialmente tra i quadri attivi, la maggioranza vota Pd come un tempo votava Pci. Per quanto si comincino a sentire delegati che si dichiarano 5stelle in Toscana e Emilia, non tanto nelle realtà meccaniche quanto in quelle informatiche e nei call center».
Ma per chi voteranno i fiommini alle primarie? «In gran parte per Vendola, certo non per Renzi», pronostica Masini. Anche perché Sel annovera tra i propri iscritti il potente leader della Fiom torinese, Giorgio Airaudo. Mentre alle regionali siciliane Giovanna Marano, sindacalista Fiom, è stata in lista al posto di Claudio Fava con il sostegno di Sel, Federazione della sinistra, Idv e Verdi. E Airaudo aggiunge: «La Fiom non dimentica Vendola, Di Pietro e Ferrero, sentiamo un debito con chi non ci ha lasciati soli davanti ai cancelli di Pomigliano, Melfi e Mirafiori».
Tra le tute blu, Renzi è davvero solo. Del resto un anno fa dopo che il sindaco aveva criticato il Pd per avere aderito allo sciopero generale indetto dalla Cgil su pressione della Fiom, i manifestanti si ritrovarono sotto la sede del Comune per urlare: «Renzi babbeo, beccati 'sto corteo».
Non solo, contro Renzi si sono mobilitati pure 16 componenti del direttivo nazionale (tra cui Nicola Nicolosi, segretario confederale e coordinatore di Lavoro e Società, l'area radicale del sindacato) e membri delle commissioni di garanzia Cgil. Hanno sottoscritto un appello a votare per Bersani: «È necessario che il segretario del principale partito del centrosinistra guidi la coalizione: altre ipotesi favorirebbero la disgregazione politica e di conseguenza l'implosione del sistema facendoci precipitare in un Terza Repubblica peggiore di quella che volge al termine. Riaffermando l'autonomia della Cgil e in qualità di semplici cittadini ed elettori esprimiamo la preferenza per Bersani».
Ad aiutare Bersani nella sfida con Renzi si stanno inoltre impegnando i parlamentari pidiessini, ex sindacalisti Cgil, Cesare Damiano, Achille Passoni e Paolo Nerozzi. Oltre a Guglielmo Epifani, ex-segretario Cgil, presidente dell'associazione Bruno Trentin, che si ritroverà probabilmente candidato al parlamento.
Infine, la parola al più acerrimo nemico di Renzi, il leader duro-e-puro della Fiom, Maurizio Landini: «Trovo che gente giovane che tranquillamente due anni fa diceva «sto con Marchionne senza se e senza ma» adesso viene a spiegare a me che forse Marchionne l'ha tradito, capite che c'è qualcosa che non va? Perché si può essere giovani oppure anziani, ma il problema è se uno pensa che chi lavora dei diritti ce li ha, oppure no, se il primo maggio rappresenta qualcosa oppure no_ a naso qui c'è qualcosa che non mi convince. Lui sarebbe il moderno?»
(da ItaliaOggi.It)

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