SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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giovedì 8 novembre 2012

Ambrosoli a un passo dal sì rimane il rebus delle primarie


POLITICA

Centrosinistra in fibrillazione per la corsa al dopo Formigoni. L'avvocato progetta un percorso

fuori dai partiti. Pizzul e Cavalli sono pronti alla rinuncia. Resiste invece Alessandra Kustermann

di ORIANA LISO

Il tempo per raccogliere le firme necessarie si ferma a sabato prossimo. Poi i giochi saranno fatti: chi c’è — come candidato per le primarie del centrosinistra — c’è. Ma a pesare sull’intera partita resta e, anzi, si fa sempre più concreta, la possibile decisione di Umberto Ambrosoli di candidarsi alle elezioni con un progetto che sì coinvolga il centrosinistra, senza però limitarsi esclusivamente a quella casacca. Un progetto civico, insomma, che potrebbe ottenere l’imprimatur delle segreterie dei partiti — dal Pd, all’Idv a Sel — e la conseguenza di una rinuncia volontaria alle primarie da parte di quei candidati che più volte, in queste settimane, hanno ribadito: «Ambrosoli sarebbe il candidato ideale, se fosse disponibile potremmo saltare le primarie».

Cosa succederà, però, si vedrà ancora nei prossimi giorni. Perché da parte dell’avvocato non c’è, ufficialmente, nessuna novità nella riflessione che ha sempre ammesso di star facendo. Resta in silenzio, il diretto interessato, ma — raccontano le diplomazie al lavoro in questi giorni — è un silenzio solo rivolto all’esterno, perché in realtà sarebbe impegnato a concretizzare quel progetto di governo nuovo che, in caso di elezioni a febbraio, potrebbe essere pronto e avere anche una squadra attorno. Maurizio Martina, il segretario regionale del Pd, non nasconde «le grandi aspettative e speranze nei confronti aspettative nei confronti di quel fatto nuovo che potrebbe essere una decisione di Ambrosoli», anche se, dopo un duro confronto interno al suo partito, la linea ufficiale resta: primarie il 15 dicembre. E anche il sindaco Giuliano Pisapia, “bacchettato” da più voci della sua coalizione per aver ipotizzato la rinuncia alle primarie per lasciare il campo ad Ambrosoli, corregge il tiro e le definisce comunque «fondamentali».

In quell’ottica gli indecisi o, semplicemente, chi finora non aveva preso in considerazione l’ipotesi di presentarsi all’appuntamento del 15 dicembre, si affrettano a dire «ci sono anche io». Più d’uno, però, lasciando aperta la strada del ritiro immediato dalla competizione se Ambrosoli dovesse dare la sua disponibilità. Intanto, però, ai nomi di quanti sono già ufficialmente scesi in campo se ne aggiungono via via altri, dai partiti — vedi il segretario provinciale del Pd Roberto Cornelli — alla società civile, con la candidatura annunciata a sorpresa di Andrea Di Stefano, il giornalista che sta raccogliendo attorno a sé adesioni a sinistra, come quella del presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, e nella società civile, come nel caso del prete di frontiera don Gino Rigoldi.

Si scaldano insomma le macchine organizzative, e si decidono linee di azione. Fabio Pizzul, nelle ultime settimane indicato come il candidato più quotato del Pd, ufficializzerà oggi la sua decisione, che da subito ha legato all’eventuale scelta di Ambrosoli. Se il consigliere regionale uscente si mettesse in gioco per le primarie, scatterebbe automaticamente un’altra candidatura, alternativa, nel suo partito, ovvero quella di Roberto Cornelli, il segretario provinciale che non ha mai nascosto l’ambizione di provare a mettersi in gara. Ma loro, come forse altri possibili candidati, potrebbero ancora cambiare idea, tanto che Pizzul precisa: «Sulle primarie non tocca a me decidere, ma alle segreterie dei partiti».

Chi sembra invece già decisa ad andare avanti è Alessandra Kustermann, che dopo aver presentato la sua candidatura, si prepara al fine settimana di raccolta firme in tutte le province. «Ambrosoli — spiegava ieri la fondatrice del centro antiviolenza della Mangiagalli — è una brava persona con valori forti, proprio come tutti quelli che finora si sono presentati. Ma chi è il candidato migliore lo devono dire gli elettori».
(da Repubblica.It)

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