La sanità pubblica non è un lusso

"La revisione del Titolo V è un tema reale, segnalato da tempo anche dalle Regioni. Il federalismo ha portato progresso e autonomia nella sanità ma anche una grande disomogeneità tra i vari territori. Un divario così marcato mette in discussione il diritto alla salute e il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini rispetto alle cure ma implica anche una grande difficoltà per fornire indirizzi coerenti a livello nazionale". Lo ha affermato Pier Luigi Bersani, intervistato sulla questione della sanità e del federalismo. “La situazione è difficile, inutile negarlo. Ma con i tagli drastici di questi anni siamo arrivati a una soglia oltre la quale non è possibile andare - ha continuato - Il rischio concreto è di ridurre al collasso l'intero sistema che già' oggi si regge grazie all'impegno e alla dedizione di tanti medici, infermieri e tecnici che troppo spesso lavorano in condizioni di grave disagio, tra mille difficoltà. C'é molto lavoro da fare sul versante della riorganizzazione, della lotta agli sprechi e alle inefficienze”. Bersani ha inoltre spiegato di essere contrario "all'introduzione di nuovi ticket e siamo impegnati in Parlamento per cancellare una stangata che è bene ricordarlo, è stata voluta dal governo Berlusconi. I ticket vanno nella direzione opposta all'equità, gravano su tutti ma in realtà pesano maggiormente sui bilanci delle famiglie che soffrono di più per la crisi. Anche per questo io credo che un eventuale ricorso al ticket, se non potrà essere evitato, dovrà essere per lo meno graduale e adattato in rapporto al reddito familiare". Nella mia visione, conclude, "la sanità pubblica non è un lusso, è un bene prezioso, essenziale per un Paese che si dice davvero democratico”.
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