SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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giovedì 6 settembre 2012

Standing ovation per Clinton E Obama abbraccia l'ex rivale


LA CONVENTION DEMOCRATICA

L'ex presidente difende il successore: «Nessuno poteva

riparare in quattro anni i danni che ha trovato lui»

Dal nostro inviato  MASSIMO GAGGI
Barack Obama e Bill Clinton dopo il discorso dell'ex presidente (Afp)Barack Obama e Bill Clinton dopo il discorso dell'ex presidente (Afp)
CHARLOTTE (North Carolina) - Atteso, invocato, anche temuto, Bill Clinton ha riempito la seconda notte della convention democratica di Charlotte col capolavoro dialettico di un vero pifferaio magico: ha elettrizzato la platea per cinquanta minuti filati pur parlando solo di economia, elencando con cavillosità notarile tutti i capi d’imputazione agitati dai repubblicani e demolendoli uno per uno. E ribaltando le accuse al mittente: «Il debito pubblico Usa è quadruplicato negli anni precedenti il mio arrivo alla Casa Bianca ed è ulteriormente raddoppiato dopo che me ne sono andato».
LA DIFESA DEL PRESIDENTE - Clinton ha elencato i motivi per i quali è convinto che Obama – che lui stesso ha ufficialmente proposto come candidato al suo partito – vada rieletto presidente: «Vi propongo un uomo che ha bloccato lo slittamento del Paese verso la depressione e ci ha messo sul sentiero della ripresa. Un uomo freddo fuori ma che dentro brucia di ardore per l’America». Il presidente, nel frattempo arrivato nella Time Warner Cable Arena e rimasto ad ascoltarlo dietro le quinte, alla fine è uscito sul palcoscenico per un abbraccio teatrale ma anche liberatorio, dopo anni di rapporti difficili, con momenti di cordialità pubblica sempre molto trattenuti. Gratitudine vera per l’appoggio ricevuto in un momento per lui difficile dal popolarissimo ex presidente che non solo gli ha riconosciuto di aver bloccato la caduta a precipizio di un’economia che, prima del suo insediamento, perdeva 750 mila posti di lavoro al mese, ma ha compiuto un gesto assai generoso: ha risposto a chi confronta gli eccellenti risultanti economici dell’era Clinton con quelli, alquanto deprimenti, degli ultimi anni, affermando che «Barack ha dovuto affrontare una situazione compromessa, molto più difficile di quella in cui mi trovai ad operare io nel mio mandato. Nessun presidente, nemmeno io, avrebbe potuto riparare tutti quei danni in quattro anni».
L'abbraccio tra Clinton e Obama
L'ODIO DEI REPUBBLICANI - Per il resto, quella sul «fuoco interiore» è stata l’unica notazione personale di Bill Clinton, insieme all’omaggio a un leader che «crede nel sogno americano trainato dall’innovazione e dalla creatività, dall’istruzione e dalla cooperazione, e che ha avuto il buon senso di sposare una donna come Michelle Obama». Poi Clinton ha accusato i repubblicani di aver bloccato le misure di rilancio per puro odio nei confronti di Obama e ha difeso a tappeto l’azione di questa Amministrazione su tutti i fronti, dalla sanità ai prestiti scolastici passando per il successo del salvataggio dell’industria dell’auto e le tasse. Non una parola sulla politica estera e il ruolo internazionale degli Usa, al di là dell’omaggio alla moglie Hillary, Segretario di Stato, e alla citazione del bilancio positivo di Obama in materia di sicurezza. Non una parola nemmeno sull’Europa.
OGGI IL DISCORSO DI OBAMA - Si è conclusa così, con l’abbraccio tra il 42esimo e il 44esimo presidente degli Stati Uniti, la conta dei delegati Stato per Stato e la proclamazione della candidatura Obama la seconda giornata della convention, aperta dal giuramento sulla bandiera pronunciato da Gabby Douglas, la giovanissima ginnasta nera che ha fatto incetta di medaglie alle Olimpiadi di Londra. Una vera parata di oratori nella quale i democratici hanno allineato ben 42 figure simboliche chiamando a raccolta i rappresentanti di una miriade di gruppi sociali, grandi e piccoli: dal leader del sindacato dell’auto Bob King (elogi a Obama per il salvataggio dell’auto), alle «suore sul bus», le religiose che si sono ribellate al Vaticanoche le accusava di occuparsi solo dei poveri e di non sostenere le battaglie etiche della Chiesa contro l’aborto, la contraccezione, i matrimoni gay. Prima dell’ex presidente è stata soprattuttoElizabeth Warren, la paladina dei diritti dei consumatori, a scatenare le ovazioni dei delegati, trasformando la discussa riforma dei mercati finanziari dopo gli eccessi di Wall Street in una grande battaglia di trasparenza vinta da Obama mettendo il piede nella porta delle responsabilità che i banchieri volevano chiudersi alle spalle. Stasera si chiude col presidente e il suo vice Biden. Sotto il tetto del palasport anziché sotto il cielo del grande stadio di Charlotte: un cielo che minaccia pioggia.
da Corriere dellaSera.It

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