SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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venerdì 7 settembre 2012

Sarcasmo, inviti a dimettersi, attacchi: il fronte anti Renzi si allarga nel Pd


Matteo Renzi
Matteo Renzi

Dopo le indiscrezioni riportate dal Foglio, approda sulle pagine di Repubblica il 'patto di ferro' del fronte anti-Renzi nel Pd: dopo le elezioni, Pier Luigi Bersani premier, Rosy Bindi vicepremier, Veltroni presidente della Camera, D'Alema ministro degli Esteri o commissario europeo, Franceschini segretario del Pd, Fioroni ministro. 

Agitazioni Pd
Ormai il fronte di chi non vorrebbe le primarie per scansare la mina vagante Renzi non resta in silenzio. "Le primarie non possono risolversi in una farsa, Bersani deve dire una parola chiara", incalza Rosy Bindi, polemica sia verso 'il battutismo renziano" sia "verso le intemerate dei 'giovani turchi"' che chiedono, per voce di Matteo Orfini, che chi ha fatto il ministro non lo faccia più. 

Beauty contest
"La selezione della classe dirigente non è un concorso di bellezza", ribatte Massimo D'Alema che non ha intenzione di fare sconti al sindaco di Firenze. "Il problema di Renzi è Renzi - incalza il presidente del Copasir - E' sceso nell'agone non solo per rottamare ma per litigare con tutti: ha litigato con Bersani, con Vendola, con la Bindi e con Casini".
Attacchi a Renzi anche dai centristi Pd
Giuseppe Fioroni non va per il sottile: "Se vuole essere serio, si dimetta dalla
carica di sindaco entro il 28 ottobre".

La risposta di Renzi
Il sindaco - replicano dallo staff di Renzi - ha già dichiarato più volte che non intende avere "premi di consolazioni" e, quindi, "o vince le primarie e corre per fare il Presidente del Consiglio o resta a Firenze. Non ha intenzione di candidarsi in Parlamento e quindi non si dimetterà da sindaco". 
Tra l'altro, secondo alcuni giuristi, "se come pare del tutto probabile il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano decidera' di sciogliere con qualche settimana di
anticipo le Camere - fanno notare ancora dallo staff renziano - il limite per eventuali dimissioni diventa di 90 giorni, come successe nel 2001 per Francesco Rutelli allora sindaco di Roma".

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