POLITICA
Il presidente del Copasir: "Bersani più adatto ad unire il nostro partito". Grillo? "Ci ha minacciato, noi abbiamo reagito". Sulla nuova legge elettorale: "Un dovere di questo Parlamento". L'esponente Pd attacca il leader dell'Idv Di Pietro e difende Napolitano: "Giusto sollevare il conflitto d'attribuzione. Siamo al di là di quello che è ragionevole in un Paese democratico"
BOLOGNA - "Bersani è più adatto ad unire il nostro partito, a costruire una coalizione ed a governare l'Italia. Sono tre cose molto importanti che Renzi non mi sembra in grado di fare": lo ha detto Massimo D'Alema, a proposito delle primarie del centrosinistra che vedono fronteggiarsi l'attuale segretario del partito e il "rottamatore" sindaco di Firenze.
Le primarie Secondo l'ex premier, arrivato in serata alla Festa dell'Unità di Bologna, "Renzi è candidato legittimamente a guidare la coalizione o il nostro partito. Credo che noi abbiamo un candidato migliore di Renzi, più adeguato al compito di guidare il Paese". "Non ho paura della primarie e non sono candidato, sono argomenti che non hanno nessuna consistenza. Sono persuaso che, dalle primarie, uscirà più forte la candidatura di Bersani" ha proseguito D'Alema. Più in generale il presidente del Copasir ha sottolineato la necessità di "creare un governo che si fondi nell'unità dei progressisti e nella collaborazione con una forza moderata che in questi anni ha lavorato con noi all'opposizione del governo Berlusconi. Quella è la nostra prospettiva - ha concluso D'Alema - e sono convinto sia realistica al di là delle battute di propaganda"."Grillo ci ha minacciato" L'esponente Pd ha poi lanciato un'altra stoccata, stavolta al leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, in merito alla polemica con il segretario Bersani: "'Non c'è nessuno scontro diretto tra Grillo e il Pd. Lui ci ha insultato e minacciato. Lo ha fatto insistentemente e, ad un certo punto, Bersani ha reagito come è ragionevole che accada". Un giudizio simile a quello su Grillo è riservato all'ex alleato Antonio Di Pietro. Perchè non è stato il Pd a chiudere la porta ma "è Di Pietro che negli ultimi mesi ha condotto una polemica crescente contro di noi e poi un attacco al Capo dello Stato che al di là dell'aspetto sgradevole mette in discussione i principi fondamentali. Non siamo noi ad aver attaccato Di Pietro ma, anche in questo caso, è lui ad aver attaccato noi e il Presidente della Repubblica".
Lo scontro con il Quirinale. A proposito della polemica con Napolitano, D'Alema precisa che al Colle "non ci sono carte da mostare" sulle conversazioni telefoniche che coinvolgerebbero il Capo dello Stato e "queste intimazioni al Presidente della Repubblica fanno parte di una strategia di delegittimazione" afferma D'Alema. "Siamo al di là di quello che è ragionevole in un Paese civile e democratico" ha aggiunto, specificando come "il Presidente della Repubblica abbia opportunamente sollevato la questione di fronte alla Corte Costituzionale e adesso tutti, lui per primo, devono aspettare la sentenza della consulta".
La legge elettorale. Sulla legge elettorale, l'ex presidente del Consiglio diche che fare questa riforma è "davvero un dovere dell'attuale parlamento. Poi non so, perchè non mi occupo di trattative tra i partiti. Spero che si arrivi a una conclusione. Al Senato la discussione è calendarizzata e ognuno dovrà dire chiaramente quello che vuole".
(da Repubblica.It)
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