"Sotto gli slogan niente idee e la smetta di sparare sul Pd". Intervista a Stefano Fassina - A. Cuzzocrea - la Repubblica
"Se fossimo andati ad Arcore come lui, probabilmente Berlusconi sarebbe ancora a palazzo Chigi"
«Per un candidato progressistail bersaglio principale non dovrebbe essere il proprio partito. Dovrebbe misurarsi con la destra, con i danni che la destra berlusconiana ha fatto all`Italia. Renzi è stato ingeneroso sulla nascita del governo Monti. Abbiamo il merito storico di aver contribuito a chiudere una stagione che portava il Paese alla deriva. Se fossimo anche noi andati ad Arcore, probabilmente Berlusconi sarebbe ancora a palazzo Chigi».
Per vincere bisogna pescare nel centrodestra, oppure no?
«Bisogna stare attenti, che per raccogliere i voti del centrodestra non si finisca nell`altro campo. La priorità è oggi riportare a votare in modo convinto i nostri, raccogliere le domande di cambiamento che arrivano dal vasto mondo del centrosinistra».
«Vengo da una settimana di incontri, anche difficili, con i lavoratori di Alcoa e Carbosulcis, con i precari dei call center in bilico, con i piccoli imprenditori assediati in Val di Susa. Nessuno mi ha chiesto quanti dirigenti del Pd rottamiamo. Mi hanno chiesto cosa facciamo per il loro lavoro e le loro imprese».
Stefano Fassina risponde così al lancio della candidatura di Matteo Renzi. Ne apprezza l`energia, glí augura innanzi tutto «in bocca a lupo», ma il bersaniano responsabile economico del Pd pensa che i bersagli del sindaco di Firenze siano sbagliati. Che manchi un`analisi adeguata della crisi. Che vincere sia uno strumento, non il fine.
E quindi, non le è piaciuto.
«Ho visto tanti slogan, effetti speciali, fuochi d`artificio. Poche idee. Veniamo da una stagione lunga e piuttosto infelice di slogan ed effetti speciali».
Gli dà del berlusconiano?
«Non vado oltre».
Entrare col diserbante dentro la pubblica amministrazione, abbassare le tasse, far sì che questo non sia più il Paese dei capi di gabinetto, non sono idee condivisibili?
«Sì, ma sono punti acquisiti da tempo nel nostro programma. Mi colpisce invece che non ci siano state indicazioni di prospettiva rispetto all`Europa. Dobbiamo continuare su una rotta che fa morire migliaia di imprese, determina centinaia di migliaia di disoccupati, aumenta il debito pubblico? O dobbiamo cambiarla attraverso l`unione fiscale, rallentamento concordato dell`austerità autodistruttiva?».
C`è il merito, come motore di cambiamento.
«Anche qui niente di nuovo. Le lenzuolate di Bersani avevano come obiettivo fondamentale la valorizzazione del merito e dei talenti. Da uno che disse "Sto con Marchionne senza se e senza ma", ci si aspetterebbe qualche parola sui diritti dei lavoratori, soprattutto nel giorno in cui il suo eroe accantona il mitico programma Fabbrica Italia».
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