IL SINDACO DI FIRENZE A NAPOLI
Renzi leader dei trasversali:
«Primarie? Qui fu il caos»
In platea imprenditori, giovani, democrat e pidiellini. Show da rottamatore: «Rifiuti e fondi Ue, basta sprechi»
NAPOLI — Un'ora di ritardo causa traffico (e non solo), la partita del Napoli che incombe, la sala piena, molti curiosi e qualche aspettativa di troppo, naturale che partano le battute. La migliore in attesa che si palesi Matteo Renzi al Continental è: «C'è talmente tanta gente sul lungomare liberato che se de Magistris lo sa, fa subito l'endorsement per Renzi».
QUALCOSA E’ CAMBIATO - Dopo due chilometri a piedi, il camper parcheggiato fuori dalla Ztl, Renzi arriva e trova qualcosa che a Napoli non s'è mai visto. Un melting pot di industriali, pezzi vari di Pd, infiltrati, ragazzini in età preelettorale, qualche piediellino e tanti, tanti che hanno votato de Magistris e qualcuno è pure deluso. Se dal tipo di pubblico in sala si capisce il politico, si può dire che qualcosa è cambiato anche a Napoli. In meglio o in peggio non è dato sapere, per ora, ma è già un segno.
CONTRO LA MALAPOLITICA - Lo show, ne sono piene le cronache nazionali, funziona. Anche se l'«Adesso» in polistirolo che campeggia sul palco è già smangiucchiato. C'è l'umorismo di Crozza, la mossa furba di regalare ai napoletani Massimo Troisi in «Non ci resta che piangere» (metafora della sinistra), c'è la malapolitica di Cetto Laqualunque, il sogno americano di Obama e il futuro con la sonda Nasa. Si sa, ormai, si conosce. Quel che cambia, di volta in volta, è il pubblico e ovviamente parte del discorso quando Renzi si rapporta a Napoli e al Sud. Fabio Benincasa è dell'Udc, ma il figlio tredicenne lo ha trascinato al Continental, il renziano di famiglia è lui. Manfredi Nappi è stato candidato di Lettieri nella lista giovane: «Sono qui per curiosità, ma in giro c'è fame di novità». Il segretario provinciale del Pd, Gino Cimmino, malauguratamente inserito nei turchi bersaniani non si esprime, «non sono renziano, né bersaniano, sono il segretario del partito», ma c'è. Alfredo Mazzei, tesoriere del Pd, migliorista, fa da Cicerone. Certo è che il rottamatore, arriva nella patria delle primarie dello scandalo, quelle che non si sa se sono state truccate o no, su cui pende pure un'inchiesta della Procura. Sembra un paradosso: «Lo so bene cosa è accaduto qui. Un'esperienza utile — dice —, nel senso che non deve più succedere. Occorre fare il contrario».
LE DIFFERENZE CON DE MAGISTRIS - Sul palco: «Mio figlio ha undici anni e si dichiara bersaniano, perché non vorrebbe il padre fuori casa per tre mesi. Temo che cambino le regole in corsa, ma non credo arriveranno a far votare anche i bambini». Ma è anche nella città del rivoluzionario arancione Luigi de Magistris, non proprio un suo fan. I due si sono sentiti in giornata. «Ho stima e rispetto per lui — dice il collega fiorentino —, ma credo che ci siano tra noi profonde differenze. Gli faccio comunque i migliori auguri di buon lavoro e, come ho già fatto, esprimo i miei complimenti per l'operazione del lungomare liberato». Alè, direbbe un noto conduttore televisivo. Sta sul pezzo, Matteo Renzi. Il rapporto Svimez presentato ieri è uno dei peggiori degli ultimi anni. I dati sulla disoccupazione femminile sono «indecenti», quelli Sud «tragici», ma, avverte, «non prendiamoci in giro il Sud deve cambiare». Sullo schermo compare la slide del ministero della Coesione: il rapporto sui fondi europei. «Cento miliardi di soldi nostri. Di cui sono monitorati solo 46 miliardi, 54 non si sa che fine abbiano fatto, solo 14 sono stati spesi. Ma il dato più importante sono i 473mila48 progetti. Un'infinità di rivoli. Ma dove vanno a finire i vostri soldi? In Toscana c'è un progetto di scambio di buone pratiche sull'allevamento dei cavalli. Capito?». E ancora: «È una barzelletta che si spende poco in infrastrutture. Non è vero. Seicento miliardi negli ultimi 10 anni sono tanti. Il problema qual è, che un chilometro di strada in Italia costa il doppio rispetto alla Germania, un chilometro di Alta velocità il triplo rispetto alla Spagna». Sullo schermo appare la sonda Curiosity, «che è costata alla Nasa meno della Salerno-Reggio Calabria».
I TEMI CALDI - E poi i temi caldi: «Continuare a dare vitalizi ai consiglieri regionali non è credibile. Non possono essere pagati in Campania tre volte più del sindaco di Napoli». L'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, è ormai un classico da applauso a scena aperta. Come anche la rottamazione di Massimo D'Alema, anche quella scatena l'entusiasmo nella platea. Il climax si raggiunge con questa frase: «Quattro miliardi spesi per la gestione dei rifiuti dimostrano l'indecenza della politica». Alla fine per uscire dal Continental ci mette un'altra ora e mezza. Strette di mano, giovani ricercatori, nuovi contatti in città. Il simbolo del Pd non esiste da nessuna parte. La sensazione è che con o senza primarie Renzi sia comunque in campagna elettorale.
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