Primarie: uno spauracchio o un'opportunità?
Nencini. Ho seguito diverse primarie in Italia. A Palermo, durante le ultime primarie, mi sono trovato davanti ad una fila di cinesi che aspettavano l'apertura del gazebo. Se le primarie ci devono essere, allora devono avere regole chiare perché io non voglio che siano gli elettori di Storace a decidere chi sarà il candidato perr il centrosinistra. Serve un albo degli elettori dove dove le persone si registrano per escludere la possibilità di votare alle primarie di coalizioni diverse. L'altra regola fondamentale è che siano primarie di coalizione formate da x candidati a rappresentanza dei partiti della coalizione. La mia partecipazione e candidatura è condizionata a queste coalizioni
Gentiloni. Il 29 settembre prossimo parteciperò all'iniziativa di un gruppo di parlamentari del PD che vogliono discutere sulle prospettive del futuro partendo dalle cose che ha fatto il governo Monti in questa legislatura. Nessuna fotocopie ma lo sviluppo e il miglioramento di quel percorso. Nessuna tela di Penelope delle riforme di Monti. Certo i nove mesi del governo Monti non hanno rappresentato il massimo di quello si poteva fare ma va riconosciuta l'opera di monti e i suoi meriti: ha risollevato l'Italia dalla bancarotta e ridato il prestigio internazionale ben oltre dei livelli di bancarotta. Il nostro pensiero si potrebbe riassumere così: guai all'idea di un nuovo governo che vuole smontare e rifare da capo, sì allo sviluppo del lavoro del governo precedente e all'accettazione del ruolo che l'Europa ci chiede di svolgere. L'iniziativa, quindi, si basa sui contenuti e non sulle primarie.
Circa le primarie, devo dire che ultimamente l'impressione data dall'area dirigente del PD di paura nei confronti di Renzi è stato un errore. Renzi è una risorsa. A mio parere le primarie si fanno con quelle regole con cui le abbiamo fatte in questi anni, le stesse regole con cui abbiamo votato Prodi, Bersani, Veltroni, Pisapia e De Magistris. Certo si possono essere delle imperfezioni ma non significa che dobbiamo chiudere il recinto e considerare le primarie uno spauracchio. Sul doppio turno decideremo ma non lo trovo un punto fondamentale. Le primarie aperte non sono un'improvvisazione ma il frutto della proposta di Bersani che la direzione del PD ha approvato all'unanimità. Cambiare sarebbe un errore e un gesto poco responsabile. Non dobbiamo avere paura.
Nencini. Temo che nel cuore degli Italiani non ci sia il problema di Renzi e delle primarie ma quello di un autunno caldo da passare. L'ordine delle priorità dell'Italia in crisi potrebbe non essere compreso. Sono preoccupato anche io, da cittadino privato, di come il PD possa mettere in campo le regole e le candidature delle primarie. Dovremo presentare una bozza di programma su cui dire come vogliamo governare l'Italia. Sulla scelta alle primarie, preferirei Bersani come candidato a Presidente del Consiglio per competenza e per il rispetto della sua personalità nei confronti dell'Europa. Il PD non deve avvitarsi sulle primarie e sulle regole perché si infilerebbe in un vortice e sarebbe trascinato giu dai partiti minori. Il PD deve pensare al programma e alle condizioni su come giocare questa partita e non altro.
Gentiloni. Molto dipende dal PD. La vera garanzia di forza e autorevolezza del prossimo governo si basa sul PD. Non solo deve essere il primo partito italiano, ma deve ottenere almeno un terzo dell'elettorato. Su questo si deve discutere nei prossimi mesi: serve un PD autorevole, credibile e rinnovato. Un partito che dia spazio al nuovo, ringiovanisca la sua classe dirigente e, al tempo stesso, sia credibile. La discussione non può concentrarsi solo sull'anagrafe della classe dirigente ma sui contenuti perché questo può solo aiutare il rinnovamento del PD.
Parliamo di parimoniale
Gentiloni. Io sono assolutamente d'accordo con la patrimoniale. Nel PD la decisione sta arrivando ad una maturazione positiva. Al Lingotto, fu Veltroni un anno e mezzo fa, il primo a parlare di patrimoniale. L'operazione patrimoniale però non risolve di sé il problema delle risorse necessarie al rilancio dell'economia e alla redistribuzione della ricchezza. Monti ha in pratica fatto una patrimoniale non progressiva sui patrimoni medio bassi. Ma questa non si può inasprire ulteriormente proprio su quei redditi. Per un veto politico o per mancanza di convinzione, Monti non ha colpito i grandi patrimoni immobiliari e mobiliari.
Un'operazione va fatta ed è fondamentale soprattutto in termini di equità: non si può chiedere ulteriori sacrifici al paese se non c'è un principio di progressività della tassazione.
Oltre alla patrimoniale c'è bisogno anche la riduzione della spesa e dismissione dei beni pubblici. Una parte di questo lavoro è stato intrapreso dal governo Monti ma occorre andare avanti senza seminare illusioni e proseguire sulla strada delle riforme per colmare il gap che ci divide dagli altri paesi.
Cosa non mi porterei nel prossimo governo di quanto fatto da Monti? Beh il fallimento della promessa di cambiare la Rai, argomento a me molto caro.
Nencini. Ho seguito diverse primarie in Italia. A Palermo, durante le ultime primarie, mi sono trovato davanti ad una fila di cinesi che aspettavano l'apertura del gazebo. Se le primarie ci devono essere, allora devono avere regole chiare perché io non voglio che siano gli elettori di Storace a decidere chi sarà il candidato perr il centrosinistra. Serve un albo degli elettori dove dove le persone si registrano per escludere la possibilità di votare alle primarie di coalizioni diverse. L'altra regola fondamentale è che siano primarie di coalizione formate da x candidati a rappresentanza dei partiti della coalizione. La mia partecipazione e candidatura è condizionata a queste coalizioni
Gentiloni. Il 29 settembre prossimo parteciperò all'iniziativa di un gruppo di parlamentari del PD che vogliono discutere sulle prospettive del futuro partendo dalle cose che ha fatto il governo Monti in questa legislatura. Nessuna fotocopie ma lo sviluppo e il miglioramento di quel percorso. Nessuna tela di Penelope delle riforme di Monti. Certo i nove mesi del governo Monti non hanno rappresentato il massimo di quello si poteva fare ma va riconosciuta l'opera di monti e i suoi meriti: ha risollevato l'Italia dalla bancarotta e ridato il prestigio internazionale ben oltre dei livelli di bancarotta. Il nostro pensiero si potrebbe riassumere così: guai all'idea di un nuovo governo che vuole smontare e rifare da capo, sì allo sviluppo del lavoro del governo precedente e all'accettazione del ruolo che l'Europa ci chiede di svolgere. L'iniziativa, quindi, si basa sui contenuti e non sulle primarie.
Circa le primarie, devo dire che ultimamente l'impressione data dall'area dirigente del PD di paura nei confronti di Renzi è stato un errore. Renzi è una risorsa. A mio parere le primarie si fanno con quelle regole con cui le abbiamo fatte in questi anni, le stesse regole con cui abbiamo votato Prodi, Bersani, Veltroni, Pisapia e De Magistris. Certo si possono essere delle imperfezioni ma non significa che dobbiamo chiudere il recinto e considerare le primarie uno spauracchio. Sul doppio turno decideremo ma non lo trovo un punto fondamentale. Le primarie aperte non sono un'improvvisazione ma il frutto della proposta di Bersani che la direzione del PD ha approvato all'unanimità. Cambiare sarebbe un errore e un gesto poco responsabile. Non dobbiamo avere paura.
Nencini. Temo che nel cuore degli Italiani non ci sia il problema di Renzi e delle primarie ma quello di un autunno caldo da passare. L'ordine delle priorità dell'Italia in crisi potrebbe non essere compreso. Sono preoccupato anche io, da cittadino privato, di come il PD possa mettere in campo le regole e le candidature delle primarie. Dovremo presentare una bozza di programma su cui dire come vogliamo governare l'Italia. Sulla scelta alle primarie, preferirei Bersani come candidato a Presidente del Consiglio per competenza e per il rispetto della sua personalità nei confronti dell'Europa. Il PD non deve avvitarsi sulle primarie e sulle regole perché si infilerebbe in un vortice e sarebbe trascinato giu dai partiti minori. Il PD deve pensare al programma e alle condizioni su come giocare questa partita e non altro.
Gentiloni. Molto dipende dal PD. La vera garanzia di forza e autorevolezza del prossimo governo si basa sul PD. Non solo deve essere il primo partito italiano, ma deve ottenere almeno un terzo dell'elettorato. Su questo si deve discutere nei prossimi mesi: serve un PD autorevole, credibile e rinnovato. Un partito che dia spazio al nuovo, ringiovanisca la sua classe dirigente e, al tempo stesso, sia credibile. La discussione non può concentrarsi solo sull'anagrafe della classe dirigente ma sui contenuti perché questo può solo aiutare il rinnovamento del PD.
Parliamo di parimoniale
Gentiloni. Io sono assolutamente d'accordo con la patrimoniale. Nel PD la decisione sta arrivando ad una maturazione positiva. Al Lingotto, fu Veltroni un anno e mezzo fa, il primo a parlare di patrimoniale. L'operazione patrimoniale però non risolve di sé il problema delle risorse necessarie al rilancio dell'economia e alla redistribuzione della ricchezza. Monti ha in pratica fatto una patrimoniale non progressiva sui patrimoni medio bassi. Ma questa non si può inasprire ulteriormente proprio su quei redditi. Per un veto politico o per mancanza di convinzione, Monti non ha colpito i grandi patrimoni immobiliari e mobiliari.
Un'operazione va fatta ed è fondamentale soprattutto in termini di equità: non si può chiedere ulteriori sacrifici al paese se non c'è un principio di progressività della tassazione.
Oltre alla patrimoniale c'è bisogno anche la riduzione della spesa e dismissione dei beni pubblici. Una parte di questo lavoro è stato intrapreso dal governo Monti ma occorre andare avanti senza seminare illusioni e proseguire sulla strada delle riforme per colmare il gap che ci divide dagli altri paesi.
Cosa non mi porterei nel prossimo governo di quanto fatto da Monti? Beh il fallimento della promessa di cambiare la Rai, argomento a me molto caro.
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