Il ministro Filippo Patroni Griffi e Oriano Giovanelli, responsabile PD Forum PA, parlano di Pubblica Amministrazione e spending review alla Festa Democratica di Reggio Emilia

Patroni Griffi. La Spending review è nata per ridurre della spesa pubblica. Io penso che vada inquadrata nell'ottica di un'opportunità per riorganizzare la macchina pubblica. Nella tanta demagogia che avvolge la PA, esistono parecchie cose non vere come quella di essere sovradimensionata. Tra i vincoli che la spending review impone, il governo ha optato la riduzione dell'apparato pubblico intesa come una scommessa per rigenerare risparmi senza ridurre servizi. Oggi occorre ridistribuire il personale e riorganizzare le strutture amministrative.
Le eccedenze e gli esuberi dovranno essere ricollocati limitando il più possibile l'impatto difficile che ne conseguirà anche perché nella macchina pubblica non ci sono gli ammortizzatori sociali. Abbiamo, per logica, attivato prima i prepensionamenti, quindi la mobilità che sappiamo bene come non sia indolore. Dovremo coinvolgere le amministrazioni locali che si atterranno ai criteri generali accordati precedentemente al centro.
Giovannelli. Abbiamo detto al governo quali fossero le criticità della spending review: innanzi tutto ritenevamo e tutt'ora riteniamo sbagliata la politica del taglio lineare prodotto sugli enti locali e sulla sanità. La spending review deve differenziare i trattamenti. Nel confronto con enti locali avrebbe dovuto verificare i singoli casi premiando le buone amministrazioni e penalizzando quelle cattive.
Per quanto riguarda gli esuberi è necessario che si apra un tavolo di confronto vero con le autonomie per recuperare le carenze dell'approccio iniziale che ha provocato i tagli lineari. Si può fare meno (ridurre la spesa) e meglio (riorganizzare i servizi). Ridurre le province è un'opportunità. Non certo il decreto “salvaitalia” che creava solo difficoltà essendo un decreto assolutamente spoglio e non innovativo. Riorganizzare il territorio significa anche riorganizzare i servizi sia a livello comunale sia a livello dell'area vasta. Serve coraggio e impegno anche delle classi dirigenti locali che sono davanti ad una responsabilità che fino a poco tempo veniva scansata. I campanilismi ci possono essere, non più le piccole patrie.
Qualità di Stato più omogenea e qualità a servizio dei cittadini. Come migliorare la PA?
Patroni Griffi. Servono cambiamenti di cultura, di mentalità e generazionali e questi sono obiettivi a lungo termine. Nel sud c'è anche il problema della classe politica locale: serve maggiore diffusione della cultura della legalità che può nascere soprattutto nella scuola e nelle PA. È qui che si realizza la consapevolezza di una maggiore presenza dello Stato.
La qualità del'output dell'Amministrazione non è un problema di oggi. Le PA sono molto variegate e anche qui serve un certo tipo di cultura per migliorare le cose. Occorre mettere in rete e in competizione i sistemi amministrativi per migliore i servizi. Bisogna mettere in rete sia le buone sia le cattive pratiche proprio per aumentare la competitività. La resa, la buona reputazione della PA si misura innanzi tutto sulla prestazione della struttura amministrativa e poi sulla capacità delle persone che ci lavorano. Ci sono molte cose da fare. Prima che il governo finisca il suo mandato io davvero mi accontenterei di realizzare la carta d'identità elettronica.
Giovannelli. Il tema della qualità è connesso al tema dell'utilità. Se la PA viene considerata inutile, il dibattito scivola. Si discute solo su come demolirla e questo non produce che ulteriori difficoltà. L'arrivo del nuovo governo è stato importante perché ha marcato un segno di discontinuità con il passato: ha portato la spending review, maggiore semplicità e aumentato la lotta al cancro della PA: la lotta alla inefficienza.
Per avere qualità serve una PA giovane dove lo svecchiamento significa anche affrontare e risolvere la precarietà; la qualità si ottiene attraverso la formazione e questa deve essere garantita da un'unica scuola; terzo punto di qualità è rappresentato dalla tecnologia guidata da una cabina di regia per produrre innovazioni che servono ai cittadini; quarto punto è la prossimità alle persone per migliorare lo spostamento dei pesi della PA.
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