La ragazza si trova ora a Fiumicino, in procinto di tornare a Cagliari. Nonostante la dura esperienza dei nove mesi in mano a un gruppo jihadista, non rinnega la sua esperienza. Parole di ringraziamento per il Presidente: "E' stato un piacere conoscerlo"
ROMA - Rossella Urru sta per far ritorno in Sardegna. La cooperante è arrivata all'aeroporto di Fiumicino in compagnia dei familiari e scortata dalle forze di polizia ed è pronta per imbarcarsi per Cagliari. A salutarla il ministro Elsa Fornero e il presidente del Copasir Massimo D'Alema. "L'ho trovata molto bene - ha detto la Fornero - è una donna forte, determinata e mi ha confermato la sua volontà di continuare nella sua opera".
Poco prima, alla Farnesina, la ragazza aveva avuto un incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Il giorno della liberazione è stato il più bello ma anche il più impegnativo. Non immaginavo che in Italia ci fosse tutta questa gente mobilitata per me. Il più brutto è stato quello del sequestro", ha detto parlando del rientro a casa dopo 9 mesi di sequestro.
Emozionata, la ragazza ha espresso la propria gratitudine alle istituzioni italiane e alla sua regione di origine: "Voglio innanzitutto ringraziare il popolo sardo che mi è stato molto vicino, e tutto il popolo italiano: sono stati gli angeli custodi di tutta la mia famiglia".
Al Presidente la ragazza ha rivolto le parole di ringraziamento più sentite: "E' una persona fantastica ed è stato molto vicino alla mia famiglia. E' stato un piacere conoscerlo". Sui contenuti del colloquio la Urru è rimasta evasiva: "C'è stato uno scambio di informazioni: lui mi ha raccontato che cosa è
successo qui nel frattempo, io cosa è successo lì".
Nonostante la dura esperienza dei nove mesi in mano a un gruppo jihadista, la ragazza non rinnega la sua esperienza di cooperante e insiste nel voler continuare a lavorare in questo settore: "Credo che la cooperazione sia importante - ha detto - è molto rischioso lavorare in certi posti. Il mondo si sta facendo molto difficile, ma io ci credo e spero di poterlo continuare a fare".
La Urru aveva già precisato, davanti ai pm, di non aver subito alcun tipo di maltrattamento da parte dei sequestratori: "Né aggressioni fisiche, né violenze, né armi puntate addosso".
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