LO SFOGO DI MAROTTA: «QUESTA CITTA' NON CI HA MAI AIUTATI IN NULLA»
Fitto troppo alto. Si rischia di perdere un patrimonio
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NAPOLI - Questa non è una città per biblioteche. Gerardo Marotta sorride amaro mentre mostra i cumuli di scatoloni in cui è costretto il suo patrimonio: duecentomila libri. Sono l’anima e il corpo della biblioteca dell’Istituto italiano per gli studi filosofici. Lui l’ha messa su. E negli anni, per salvarla ha venduto i beni di famiglia e contratto debiti, pagando di tasca propria i costosi affitti dei locali. Ma ora non ce la fa più. L’Istituto non riceve più fondi dal Governo e non è in grado di sostenere ulteriori fitti mentre la delibera della Regione Campania per la realizzazione di una biblioteca ad hoc ancora non è stata attuata.
LO SCEMPIO - In una videointervista rilasciata al sito Fanpage.it, Marotta con tutta l’amarezza di un intellettuale tradito dalla sua città denuncia lo scempio. I preziosi volumi conservati, fino a oggi, in locali di fortuna nei pressi di Palazzo Serra di Cassano in via Monte di Dio, vengono trasferiti a Casoria, fuori dalla disponibilità di studenti e ricercatori. «Qui abbiamo tutto quello che serve ai giovani - spiega Marotta mentre mostra nel video gli scatoloni dove sono conservati migliaia di volumi - per recuperare la memoria del Mezzogiorno. Che è perduta. Ma a noi il governo ha tagliato tutti i fondi». E nei grossi scatoli di cartone sono celate prime edizioni o rarissime pubblicazioni firmate da Benedetto Croce, Vico, Giordano Bruno o altri grandi filosofi. Ciò che l’Unesco ha dichiarato un bene fondamentale per l’umanità viene smantellato nel silenzio totale. Qui si è di fronte a un altro scandalo, diverso nella forma da quello della storica biblioteca dei Girolamini, ma uguale nella sostanza: lo svilimento di un grande patrimonio di volumi. «Napoli non è una città per giovani», conclude Marotta che attacca anche chi governa la città. «Napoli - continua polemico - non riesce a esprimere una classe dirigente veramente nuova, anche chi va al potere come rivoluzionario deve accordarsi subito con le altre forze politiche, subendo le loro richieste come le tangenti. Qui la vera cultura non è il grande evento, come feste farina e forca. Il governo tedesco mi ha conferito il premio Goethe mentre Napoli non mi ha dato niente... ha soltanto paura dell’Istituto».
(da Corriere del Mezzogiorno.It)
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