SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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venerdì 3 agosto 2012

Franceschini: "Per affrontare l'emergenza serve una coalizione ampia"


"Si vince solo tutti insieme ma saremo alleati con Casini per un'unica legislatura". Intervista al Capogruppo PD alla Camera di Annalisa Cuzzocrea – la Repubblica


Dario Franceschini
Per vincere. Per avere i numeri in Parlamento. Per ottenere un consenso sociale così ampio da sostenere le scelte difficili che l'Italia dovrà compiere. Secondo Dario Franceschini ci sono molte buone ragioni per sostenere un' alleanza che vada da Sel all'Udc. Perché nel 2013 non ci sarà più Monti, ma - spiega il capogruppo PD alla Camera - bisognerà continuare il suo lavoro con una maggioranza responsabile. Qualunque sia la legge elettorale.

La base di Vendola si ribella. Alcuni Udc fanno lo stesso. Il patto, che lei proponeva già ad agosto 2010, terrà?
«È naturale che negli elettorati ci siano delle resistenze. Il tema però è se in un momento difficile come questo si pensa alle scelte che servono al Paese o si guarda unicamente alla compattezza del proprio segmento. La prossima legislatura sarà dura. Il lavoro che Monti avrà completato fra otto mesi sarà solo la base su cui svolgere l'azione del governo successivo. Italia ed Europa non saranno usciti dalla crisi. E ci sarà bisogno di un esecutivo stabile».

Con Monti fuori da questo quadro?
«L'ha escluso lui stesso, di poter continuare a fare il capo del governo. La sua esperienza è legata all'emergenza e a questo tipo di coalizione, fatta da avversari politici. Sono però certo che continuerà, al di là del ruolo, a mettere a disposizione la sua esperienza e la sua credibilità. Non si ritirerà a vita privata».

Su quest'alleanza c'è molto scetticismo, anche a sinistra.
«Vedo tre buone ragioni per sostenerla, invece. Per vincere, perché ci troveremo davanti una destra che farà una battaglia disperata e spregiudicata, con Berlusconi ancora in campo e un inevitabile rapporto con la Lega. Poi per ragioni numeriche. Non è possibile affrontare un'altra legislatura con una maggioranza risicata in Parlamento. Terzo, perché per affrontare scelte difficili c'è bisogno di un consenso sociale più largo del tradizionale campo dei progressisti. Bisogna avere dietro operai e giovani delle partite Iva, pensionati e imprenditori, laici e cattolici».

Il Pd non basta, la vocazione maggioritaria è finita?
«Un'alleanza che vada oltre il nostro campo è necessaria. Casini ha fatto una legislatura all'opposizione e non vedevo storcere il naso né agli elettori di Vendola né ai nostri poco convinti quando è stato determinante nel contrastare e far cadere il governo Berlusconi. Qui non si parla di cambiare il nostro campo, che resta quello dei progressisti, Sel compresa, ma di fare un'alleanza di una legislatura con un pezzo di moderati e riformisti. Per ragione sociale Casini resiste all'idea di "entrare" nel centrosinistra. Nessuno glielo chiede. Parliamo di un patto di legislatura».

La sinistra estrema è stata accusata di aver fatto cadere i due governi Prodi. Di Vendola ci si può fidare?
«Il governo Prodi aveva una maggioranza numerica inesistente al Senato e una coalizione fatta di 11 sigle. Ed è ingeneroso dire che i problemi siano venuti solo da sinistra perché sono venuti anche da Mastella e da altri. Qui parliamo di uno schema semplificato, con regole di convivenza scritte e chiare. Con il Pd baricentro della coalizione, Sel a sinistra e l'Udc al centro».

Due alleati con cui sarà difficile trovare una sintesi sui temi etici, già difficile nel Pd. 
«Quando ci si avvicina ai temi eticamente sensibili non deve esserci per forza un vincolo di maggioranza, ci si può rivolgere al Parlamento. Ma dico subito che il riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto per me non rientra nei temi eticamente sensibili, e che è invece il pezzo di un programma di governo».

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