INTERVISTA
Il bene comune dell'Europa è la democrazia
Intervista a Gianni Pittella e Anni Podimata, Vicepresidenti del Parlamento europeo

Pittella - Il significato è non traccheggiare oltre su una questione che poteva essere risolta un anno fa con pochi spiccioli. Se ci fosse stata la determinazione giusta, la consapevolezza adeguata, i governi avrebbero potuto risolvere il caso Grecia in pochi minuti e con pochissimi soldi. Si è voluto a tutti i costi imporre una serie di condizioni esose al popolo greco e si è condizionata l’erogazione ai prestiti al rispetto di questi condizioni, ma è chiaro che se si chiede a un governo, a un popolo di tagliare i salari, i servizi sociali, le pensioni la risposta è no. Allora l’appello è se si vuole veramente salvare la Grecia bisogna rivedere i tempi e anche alcuni contenuti di queste condizioni imposte al popolo e al governo greco.
Podimata - Un paio di anni fa ci siamo lanciati in un progetto molto ambizioso, la creazione di un’unione monetaria ed economica, ma era un progetto politico che va molto oltre l’adozione di una moneta unica, era la decisione consapevole di condividere il nostro futuro. Il nostro appello sta a ricordare che si deve fermare immediatamente la discussione sull’uscita della Grecia dall’euro, sarebbe la disintegrazione, in un’epoca di globalizzazione non ho dubbi che il futuro di tutti i Paesi europei è strettamente connesso.
Oggi c’è stato il vertice fra Monti e Angela Merkel, qual è il vostro giudizio?
Pittella - Da quello che si è saputo, è stato un vertice positivo, ma voglio vedere le carte, finora ci sono stati segnali incoraggianti, da quando è cambiato lo scenario geopolitico dell’Europa, da quando Berlusconi, Sarkozy sono andati a casa e abbiamo tanti premier di ispirazione progressista e riformista questo ha cambiato anche la linea decisionale del Consiglio d’Europa. All’ultimo consiglio sono state decise alcune cose davvero incoraggianti, prima fra tutte lo scudo anti-spread, poi gli investimenti nell’occupazione, nel lavoro, nella coesione, nella crescita attraverso la tassa sulle transazioni finanziarie; ilrifanziamento della Banca europea degli investimenti e il lancio deiproject bond. Decisioni che finora non sono state attuate, quindi prima di dire “benissimo l’incontro Merkel-Monti” voglio vedere la concretizzazione degli accordi raggiunti in seno al Consiglio europeo.
Podimata - Abbiamo segnali incoraggianti di quest’incontro, preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno, tuttavia è necessario passare dalle parole ai fatti, le decisioni prese sono giuste ma ancora irrealizzate, e il tempo non lavora a nostro favore, bisogna agire con urgenza, se fossimo intervenuti tre anni fa non avremmo speso quanto abbiamo, e ritardare ancora significa spendere ancora di più.
La tassa sulle transazioni finanziarie è davvero attuabile?
Pittella - Certo, attraverso la formula della cooperazione rafforzata che consente ai Paesi che condividono questa formula di poter procedere anche in assenza di altri Paesi che non condividono: sappiamo bene che il Regno Unito non è d’accordo, ma gli altri Paesi possono procedere ugualmente. Questo è il senso della cooperazione rafforzata, un istituto previsto dal Trattato di Lisbona che può essere attuato in questa occasione, per questa questione come per altre.
Podimata - Ci sono molti Stati che si sono opposti con forza all’introduzione di questo provvedimento, per preservare il proprio settore finanziario. La crisi deve servire a riportare il settore finanziario al suo ruolo originario, quello di finanziare le attività produttive, l’economia reale. Prima della fine dell’anno è necessario che la tassa sia introdotta, attraverso il sistema della cooperazione rafforzata; speriamo nell’adesione di più di nove Stati, e lavoreremo perché si moltiplichino, così che l’Europa, gravemente colpita dalla crisi, diventi esempio per il resto del mondo, anche attraverso l’investimento delle risorse derivanti in politiche di crescita e diventando modello di giustizia sociale.
Cosa deve fare l’Europa per uscire dalla crisi, quali le misure più urgenti?
Pittella - Puntare su uno scudo anti-spread perché non è giusto che vi sia una disparità così forte fra i tassi di interesse sui bond italiani, spagnoli o portoghesi e i bond tedeschi. Lo spread attuale è insostenibile perché significa bruciare miliardi, chiediamo sacrifici ai cittadini che sono subito vanificati dal rialzo dello spread.
La seconda misura da adottare è mettere soldi negli investimenti pubblicisuperando questa odiosa idea, questo mito, questo mantra dell’austerità che è come il bacio della morte, non risolve il problema del debito e uccide la società. La società europea è oggi ridotta a una somma di poveri, il novanta per cento dei cittadini europei è povero, il dieci per cento ricchissimo, è completamente maciullato il ceto medio, questo è il frutto della crisi e della politica di austerità,bisogna riprendere gli investimenti, fattibili con un forte intervento europeo: project bond, banca d’investimento europeo, tassa sulle transazioni finanziarie. Ma io aggiungo e rilancio: eurobond, titoli di debito che possono essere emessi dal Fondo salva-Stati e possono raccogliere sul mercato finanziario internazionale qualcosa come tremila miliardi di euro, duemila-duemilatrecento utilizzabili per stabilizzare e mutualizzare il debito a livello europeo, gli altri per finanziare un grande programma europeo di investimenti pubblici nel settore della ricerca, della formazione, dell’istruzione, delle grandi reti infrastrutturali fisiche, dei servizi alle persone, delle energie da fonti rinnovabili e dell’ambiente. Se si fa questo si esce dalla crisi e si può progettare una nuova Europa fondata sulla funzione politica. Superata la crisi, la mia idea è che si convochi un’Assemblea costituente, eletta dai cittadini europei, che faccia delle proposte per l’Europa politica, per gli Stati Uniti d’Europa da sottoporre al voto popolare nelle elezioni europee del 2014.
La seconda misura da adottare è mettere soldi negli investimenti pubblicisuperando questa odiosa idea, questo mito, questo mantra dell’austerità che è come il bacio della morte, non risolve il problema del debito e uccide la società. La società europea è oggi ridotta a una somma di poveri, il novanta per cento dei cittadini europei è povero, il dieci per cento ricchissimo, è completamente maciullato il ceto medio, questo è il frutto della crisi e della politica di austerità,bisogna riprendere gli investimenti, fattibili con un forte intervento europeo: project bond, banca d’investimento europeo, tassa sulle transazioni finanziarie. Ma io aggiungo e rilancio: eurobond, titoli di debito che possono essere emessi dal Fondo salva-Stati e possono raccogliere sul mercato finanziario internazionale qualcosa come tremila miliardi di euro, duemila-duemilatrecento utilizzabili per stabilizzare e mutualizzare il debito a livello europeo, gli altri per finanziare un grande programma europeo di investimenti pubblici nel settore della ricerca, della formazione, dell’istruzione, delle grandi reti infrastrutturali fisiche, dei servizi alle persone, delle energie da fonti rinnovabili e dell’ambiente. Se si fa questo si esce dalla crisi e si può progettare una nuova Europa fondata sulla funzione politica. Superata la crisi, la mia idea è che si convochi un’Assemblea costituente, eletta dai cittadini europei, che faccia delle proposte per l’Europa politica, per gli Stati Uniti d’Europa da sottoporre al voto popolare nelle elezioni europee del 2014.
Italia bene comune. Qual è il bene comune dell’Italia e dell’Europa?
Pittella - Il bene comune più grande è la democrazia. Oggi la democrazia in Italia, in Europa e nel mondo è sotto attacco, un attacco formidabile, forsennato, che viene soprattutto dai grandi centri di potere finanziario. Oggi la finanza comanda, i cittadini sono succubi e la politica è sotto lo schiaffo della finanza, bisogna assolutamente ribaltare questo equilibrio che è uno squilibrio e riportare i cittadini, la politica al centro della scena. Poi beni comuni sono l’ambiente, l’acqua, l’aria, il paesaggio, la cultura, la ricerca, l’istruzione, ma il problema prioritario è il ripristino di una condizione autenticamente democratica, dove a decidere non sono i grandi gruppi finanziari che detengono il potere bancocentrico, che detiene tre volte la consistenza finanziaria della ricchezza del mondo e che decide attraverso le agenzie del rating il destino e il futuro di tutti noi.
Podimata - Nulla è possibile senza la democrazia, è ovvio, come ha detto Gianni (Pittella). Se guardiamo bene a quello che sta succedendo oggi, alla velocità decisionale che impongono i mercati, è evidente che lo spazio democratico si restringe. La democrazia ha bisogno di tempi di discussione, elaborazione, ripensamento. Negli ultimi trenta -quaranta anni, si è creato poco a poco unosbilanciamento fra potere politico e finanziario che ha bisogno oggi di essere riequilibrato, ed è possibile farlo riaffermando i nostri principi fondanti, perché l’Europa ha più punti d’unione che di divisione.