Pd verso l'assemblea nazionale
Latorre: "No al reggente, meglio un segretario"
A 24 ore dalla riunione che dovrebbe segnare la strada fino al congresso, duello tra i sostenitori della soluzione transitoria e i fan di una guida forte. Goffredo Bettini lancia l'idea di una nuova formazione politica a sinistra, "Il Campo". Fassina: "Giudicateci dai risultati, basta con la retorica dell'inciucio"
ROMA - A 24 ore dall'assemblea nazionale del Pd, chiamata ad eleggere il nuovo segretario e ricomporre i pezzi di un partito allo sbando, l'ipotesi del 'reggente esperto' che svolga il ruolo di segretario di transizione fino al congresso non piace a tutti. Il senatore Nicola Latorre, ad esempio, è tra coloro che vorrebbero da subito un leader a tutto tondo: "Penso che la cosa più saggia - spiega a Omnibus su La7 - sarebbe eleggere un segretario che abbia l'autorevolezza e la forza per diventare da subito protagonista del dibattito pubblico". E, in merito al ruolo che dovrebbe avere in questa fase Matteo Renzi, commenta: "Credo che l'idea che Renzi ha del futuro del centrosinistra non può prescindere da un soggetto politico forte come il Pd, quindi al posto suo io mi preoccuperei di partecipare attivamente al rilancio del partito". E, dopo aver condannato la manifestazione del Pdl a Brescia contro i giudici, conclude ipotizzando che il nome di un candidato condiviso per la segreteria "potrebbe essere fatto nel pomeriggio".Anche il deputato Dario Ginefra si augura che l'assemblea trovi domani una "guida autorevole e in grado di frenare questa insopportabile corsa alla visibilità di chi usa il partito per ambizioni personali e vanità".
E mentre Laura Puppato prepara un testo contro le larghe intese, Goffredo Bettini, grande consigliere politico di Veltroni, lancia invece l'idea di un nuovo partito a sinistra, che comprenda anche "tutti i moderati che guardano a sinistra. Non solo una semplice sommatoria tra Pd e Sel, ma molto di più". La nuova formazione, per Bettini dovrebbe cambiare anche il nome, diventando 'Il Campo', proprio "per dare l'idea di una cosa nuova e aperta" e lui stesso potrebbe candidarsi alla segreteria: "E' una ipotesi possibile, non escludo una mia candidatura. Ovviamente a condizione che si cancellino tutte le correnti che attualmente governano il Pd, che si superino le vecchie logiche sclerotizzate e che si costruiscano le decisioni attraverso la consultazione democratica degli iscritti. Primarie tematiche" per ogni decisione "rilevante" che va va "sottoposta all'approvazione vincolante degli iscritti". Quanto alla reggenza del partito fino al congresso, per Bettini "la persona giusta si chiama Piero Fassino".
Da parte sua il viceministro dell'Economia Stefano Fassina invita a distendere i toni: "Vorrei che questo governo e il Pd fossero giudicati per i risultati, non sulla base della retorica dell'inciucio. Se noi avessimo voluto inciuciare, Bersani sarebbe al governo già da due mesi". Da Palermo, dove è ospite alla Festa nazionale LiberEtà dello Spi Cgil, parlando con i giornalisti aggiunge: "Non è un governo di legislatura, nessuno di noi sta serenamente nell'esecutivo con il Pdl. E' un esecutivo di emergenza, che mette insieme forze che rimangono alternative".
La partecipazione al governo di laghe intese per Fassina "è una prova importante per il Partito democratico, non so se riusciremo a superarla, ma dobbiamo verificare se abbiamo una identità che prescinde dall'anti berlusconismo". L'auspicio è che il Pd ritrovi un'unità di vedute: "Nessuno ha vissuto bene la separazione con un pezzo di Italia Bene Comune, una separazione che non giudichiamo comunque irreversibile, dobbiamo ritrovare convergenza".
(da Repubblica.It)
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