Chiamparino: «Io candidato? Se ci fosse un progetto realizzabile...»
Non è utile parlare già adesso di premiership. Intervista a Sergio Chiamparino di Maria Zegarelli - L'Unità
Presidente, sta pensando di candidarsi? E' questa la notizia?
«Sa cosa mi manca di meno da quando non sono più sindaco di Torino? L`assalto della stampa. Tu dai una risposta ad una domanda ed ecco i titoli...»
Sergio Chiamparino, presidente della Compagnia San Paolo, sorride. «Sto scherzando - spiega - però è così che va. Non ho mai detto che voglio candidarmi». Del Pd, d`altra parte, non ha neanche più la tessera, decisione questa presa quando ha assunto il ruolo che oggi ricopre, ma ormai il suo nome ricorre sempre più spesso. A farlo è stato lo stesso Walter Veltroni che ha pensato a lui come l`uomo che avrebbe potuto guidare il partito fino al congresso. Il neo-deputato Matteo Richetti, di provata fede renziana, durante la bufera democratica per l`elezione del Presidente della Repubblica, dopo il siluramento di Franco Marini, disse: «Chiamparino potrebbe essere il nome che unisce». E lui, l`ex sindaco in pole position nella graduatoria del gradimento dei cittadini quale amministratore, ha sempre vissuto con un certo distacco gli endorsement. Proprio come oggi, quando si torna a citarlo quale possibile competitor per la segreteria al congresso d`autunno. Corsa affollata, già da ora, stando agli annunci: Gianni Pittella, Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Goffredo Bettini e c`è chi dice che potrebbe provarci anche l`attuale segretario, Guglielmo Epifani.
La notizia è sui siti di tutti i quotidiani. Sta pensando di presentarsi per la segreteria al prossimo congresso?
«Adesso le spiego come è andata: stavo presentando un libro nella sede dell`Ufficio Pio San Paolo quando un suo collega mi ha chiesto se sarei disposto a candidarmi. Io ho risposto che in questo momento non mi candido a nulla, da un anno sto facendo un lavoro interessante, che mi coinvolge appieno e che spero di fare bene. Ma certo, la passione per la politica, quella è ancora lì, intatta...».
Quindi se dovessero chiederle di impegnarsi direttamente potrebbe anche lasciarsi tentare?
«Non lo so, non ci ho pensato. Dovrei credere davvero al progetto politico, alla possibilità di realizzarlo».
Sono in molti a fare il suo nome già adesso, forse aspettano un suo segnale.
«Posso garantirle che tutte queste persone che fanno il mio nome io non le ho sentite. Ho letto i titoli su alcuni giornali ma in questo momento sono felicemente isolato. Non ho dubbi che ci siano persone che pensano a me per il futuro del partito, se me lo dice lei deve essere così, ma finora non ne ho parlato con nessuno».
Di lei i renziani e lo stesso sindaco di Firenze, hanno parlato in occasione dell`elezione del presidente della Repubblica, poi ancora come reggente, ora anche dal fronte veltroniano fanno il suo nome per il congresso. Sono solo voci?
«Il mio lavoro implica una certa distanza non dalla politica ma dai partiti, se fossi un parlamentare sarebbe più semplice... Quello che posso dirle è che nel momento in cui dovessi decidere di schierarmi per sostenere qualcuno, o di scendere direttamente in campo, la prima cosa che farei sarebbe quella di dimettermi da presidente della Fondazione».
C`è chi vorrebbe lei segretario e Renzi premier.
«Non credo sia il caso aprire adesso la discussione sul futuro premier. Mi risulta ci sia un presidente del Consiglio in carica del Partito democratico. Se qualcuno pensa di costruire il proprio futuro sulle macerie di questo governo sbaglia. Su questo governo bisogna investire, bisogna far sì che metta mano ai provvedimenti urgenti per il Paese e che riesca a fare le riforme di cui c`è bisogno. Non è utile parlare già adesso di premiership».
Che ne pensa di Epifani segretario del Pd?
«Di Epifani non posso che parlare bene. Lo conosco dai tempi in cui era segretario dei poligrafici. Di sicuro ha le caratteristiche adeguate per svolgere il compito, difficile, a cui è stato chiamato».
Cosa ne pensa della discussione in corso sulla norma dello Statuto che prevede che il segretario sia anche il candidato premier?
«Nell'ultimo anno mi sono tenuto lontano dalle vicende interne del Pd, non seguo il dibattito interno e non mi appassiono a questo dibattito».
«Sa cosa mi manca di meno da quando non sono più sindaco di Torino? L`assalto della stampa. Tu dai una risposta ad una domanda ed ecco i titoli...»
Sergio Chiamparino, presidente della Compagnia San Paolo, sorride. «Sto scherzando - spiega - però è così che va. Non ho mai detto che voglio candidarmi». Del Pd, d`altra parte, non ha neanche più la tessera, decisione questa presa quando ha assunto il ruolo che oggi ricopre, ma ormai il suo nome ricorre sempre più spesso. A farlo è stato lo stesso Walter Veltroni che ha pensato a lui come l`uomo che avrebbe potuto guidare il partito fino al congresso. Il neo-deputato Matteo Richetti, di provata fede renziana, durante la bufera democratica per l`elezione del Presidente della Repubblica, dopo il siluramento di Franco Marini, disse: «Chiamparino potrebbe essere il nome che unisce». E lui, l`ex sindaco in pole position nella graduatoria del gradimento dei cittadini quale amministratore, ha sempre vissuto con un certo distacco gli endorsement. Proprio come oggi, quando si torna a citarlo quale possibile competitor per la segreteria al congresso d`autunno. Corsa affollata, già da ora, stando agli annunci: Gianni Pittella, Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Goffredo Bettini e c`è chi dice che potrebbe provarci anche l`attuale segretario, Guglielmo Epifani.
La notizia è sui siti di tutti i quotidiani. Sta pensando di presentarsi per la segreteria al prossimo congresso?
«Adesso le spiego come è andata: stavo presentando un libro nella sede dell`Ufficio Pio San Paolo quando un suo collega mi ha chiesto se sarei disposto a candidarmi. Io ho risposto che in questo momento non mi candido a nulla, da un anno sto facendo un lavoro interessante, che mi coinvolge appieno e che spero di fare bene. Ma certo, la passione per la politica, quella è ancora lì, intatta...».
Quindi se dovessero chiederle di impegnarsi direttamente potrebbe anche lasciarsi tentare?
«Non lo so, non ci ho pensato. Dovrei credere davvero al progetto politico, alla possibilità di realizzarlo».
Sono in molti a fare il suo nome già adesso, forse aspettano un suo segnale.
«Posso garantirle che tutte queste persone che fanno il mio nome io non le ho sentite. Ho letto i titoli su alcuni giornali ma in questo momento sono felicemente isolato. Non ho dubbi che ci siano persone che pensano a me per il futuro del partito, se me lo dice lei deve essere così, ma finora non ne ho parlato con nessuno».
Di lei i renziani e lo stesso sindaco di Firenze, hanno parlato in occasione dell`elezione del presidente della Repubblica, poi ancora come reggente, ora anche dal fronte veltroniano fanno il suo nome per il congresso. Sono solo voci?
«Il mio lavoro implica una certa distanza non dalla politica ma dai partiti, se fossi un parlamentare sarebbe più semplice... Quello che posso dirle è che nel momento in cui dovessi decidere di schierarmi per sostenere qualcuno, o di scendere direttamente in campo, la prima cosa che farei sarebbe quella di dimettermi da presidente della Fondazione».
C`è chi vorrebbe lei segretario e Renzi premier.
«Non credo sia il caso aprire adesso la discussione sul futuro premier. Mi risulta ci sia un presidente del Consiglio in carica del Partito democratico. Se qualcuno pensa di costruire il proprio futuro sulle macerie di questo governo sbaglia. Su questo governo bisogna investire, bisogna far sì che metta mano ai provvedimenti urgenti per il Paese e che riesca a fare le riforme di cui c`è bisogno. Non è utile parlare già adesso di premiership».
Che ne pensa di Epifani segretario del Pd?
«Di Epifani non posso che parlare bene. Lo conosco dai tempi in cui era segretario dei poligrafici. Di sicuro ha le caratteristiche adeguate per svolgere il compito, difficile, a cui è stato chiamato».
Cosa ne pensa della discussione in corso sulla norma dello Statuto che prevede che il segretario sia anche il candidato premier?
«Nell'ultimo anno mi sono tenuto lontano dalle vicende interne del Pd, non seguo il dibattito interno e non mi appassiono a questo dibattito».
Nessun commento:
Posta un commento