SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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giovedì 24 ottobre 2013

Gentiloni: "Questa alleanza è ormai insostenibile, senza riforme continuare non ha senso"


Intervista a Paolo Gentiloni di Annalisa Cuzzocrea - La Repubblica



Nel 2008 Paolo Gentiioni faceva parte di quel governo Prodi che secondo i pm di Napoli fu ucciso da una compravendita di senatori gestita da Silvio Berlusconi e, per conto suo, da Valter Lavitola. Prova rabbia, oggi, l`ex ministro delle Comunicazioni. Anche per un fatto personale: «Siamo caduti 15 giorni prima dell`arrivo in aula della riforma tv approvata in Commissione». Soprattutto, il deputato pd - vicino al sindaco di Firenze Matteo Renzi - ritiene il rinvio a giudizio di oggi «sale sulle ferite». 

Il Pd può stare al governo con il partito di chi - secondo i giudici - ha sabotato con mezzi illeciti il governo Prodi? 

«Quando abbiamo preso atto dello stato di necessità imposto dal risultato delle elezioni, dando vita alle larghe intese, sapevamo che non le stavamo facendo con Madre Teresa di Calcutta. Certo, il rinvio a giudizio - il concretizzarsi di quella che da tempo era una convinzione politica, e cioè che dietro la caduta del governo ci fosse stato un lavoro di acquisizione di parlamentari - in questo momento è sale gettato su ferite già aperte. Quello che manca, è un balsamo che le sani». 

Di quali ferite parla? 

«I costi delle larghe intese sono evidenti. Dobbiamo giustificare davanti al nostro elettorato la necessità di fare accordi con una forza politica il cui leader accumula ulteriori responsabilità, certo da dimostrare. Quello che è meno chiaro sono i benefici. Se avessimo sull`altro piatto della bilancia un quadro di larghe intese che produce riforme, che riesce a fare una legge elettorale, o a trovare una via d`uscita per la crisi, il rapporto costi-benefici starebbe in equilibrio. Non è così». 

Le persone con cui siete al governo sono le stesse che allora erano al fianco di Silvio Berlusconi, che non intendono prendere le distanze dal suo operato. Lo ritiene sopportabile? 

«Questa destra non ci piaceva, ma dovevamo "mangiarla" perché dietro è stata alimentata l`idea che le larghe intese potessero produrre grandi riforme. Quello che rende notizie come quella di ieri più faticose da accettare, è che invece alla vista ci sono solo piccoli aggiustamenti. Cominciamo a domandarci se alla luce di questa legge di stabilità, dello stallo sulla riforma elettorale, della grande mancanza di coraggio che si sta dimostrando in questo quadro - le larghe intese non finiscano per essere un meccanismo paralizzante in cui i veti da una parte e dall`altra fermano ogni cambiamento». 

La legge di stabilità va cambiata? 

«Rappresenta una svolta coraggiosa per il Paese? No. Bisticceremo un mese in Parlamento su come spartirsi le fettine di un`aspirina. E giusto correggere in modo progressivo le tasse sulla casa, ragionare sull`aumento della tassazione sulle rendite, ma stiamo parlando di piccoli aggiustamenti». 

Sta dicendo che la politica del "passo passo" del premier è sbagliata? 

«Non sto annunciando un disimpegno, ma dopo due anni di larghe intese è venuto il momento di fare un bilancio. Questa stagione è cominciata con il governo Monti, che al suo avvio ha fatto riforme di grande coraggio, seppur con costi sociali elevati. Poi sono prevalsi i veti incrociati, e quella spinta si è esaurita. Per questo bisogna avere al più presto una legge elettorale che ci riporti a una normale alternanza bipolare, per vedere se il coraggio che manca ci sarà con un centrosinistra di governo». 

Si augura elezioni in primavera? 

«Penso che l`impegno richiesto da Napolitano a tutte le forze politiche al momento della sua rielezione sia da mantenere. Naturalmente, a farlo devono essere tutti. Non è solo il Pd che deve confermare il suo sostegno al governo, ma anche il governo che deve dimostrarsi capace di attuare i cambiamenti che servono».

Fonte: La Repubblica

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