SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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giovedì 24 ottobre 2013

Franceschini: "Più risorse da destinare in busta paga. Priorità ai mini-redditi"


Intervista a Dario Franceschini di Enrico Marro - Corriere della Sera


Ministro, i sindacati hanno proclamato un primo sciopero di 4 ore contro la legge di Stabilità, la Confindustria l`ha bocciata. I commenti più benevoli parlano di manovra di galleggiamento, non idonea a rilanciare la crescita. Lei che dice? 

«Che tra il dire e il fare c`è di mezzo il mare. Che la distanza tra le richieste o le aspettative e le cose realmente fattibili è siderale - risponde Dario Franceschini, Pd, ministro per i Rapporti col Parlamento - . Detto questo, vorrei ricordare le condizioni di contesto: l`obbligo di rispettare i parametri europei; l`impossibilità di mettere nuove tasse; la necessità di tagli della spesa pubblica, comunque dolorosi. In questo quadro aver fatto una manovra dove la critica è che si è restituito troppo poco mi fa sorridere, pensando che in passato la critica era sempre che il governo aveva chiesto troppi sacrifici». 

Resta il fatto che la manovra prevede più entrate e più spesa pubblica, secondo la solita ricetta delle Finanziarie. 

«Ma non c`è un aumento della pressione fiscale. Sul versante della spesa poi, non bisogna dimenticare che prima della legge di Stabilità il governo ha tagliato, nel 2013, più di due miliardi. E che al supercommissario per la spending review, Carlo Cottarelli, non abbiamo affidato un compito di studio, ma obiettivi precisi: tagliare 600 milioni di euro nel 2015 e 1,3 miliardi nel 2016. Cifre che, se possibile, vanno aumentate. Solo se questi tagli selettivi non arriveranno entro luglio prossimo, scatteranno i tagli lineari. Stessa cosa anche per quanto riguarda la paventata riduzione dal 19 al 18% dell`aliquota delle spese detraibili. Ci sarà solo se non si provvederà a tagliare nella giungla delle voci detraibili, entro gennaio, quelle non più giustificate». 

Qualche esempio? 

«Alcune spese potrebbero non essere più detraibili per i redditi più alti. Ma su questo bisogna ancora lavorare». 

Se fosse un semplice parlamentare e non un ministro, che emendamenti presenterebbe alla manovra? 

«Rafforzerei ogni misura che va nel senso dell`equità. Per esempio, sul cuneo le risorse si potrebbero concentrare sui più bisognosi. Si potrebbe fare dicendo che gli aumenti delle detrazioni andranno a chi guadagna fino a un certo reddito, più basso dei 55 mila euro previsti dal disegno di legge. Oppure prevedendo interventi per gli incapienti, o concentrandosi sui carichi familiari. Il Parlamento può pure decidere di aumentare le risorse per tagliare il cuneo, purché incrementi i tagli di spesa». 

Il Pdl, intanto, ha messo a punto le proposte di modifica impegnative, dai costi standard nella sanità alla cancellazione delle province. Che ne pensa? 

«Che alcune sono già in stato avanzato. Sono stato io a chiedere l`esame d`urgenza del disegno di legge che abolisce le province. Penso che entro la prossima primavera sarà legge».

Il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello (Pdl), dice che la tassazione sulla casa va rivista. 

«La service tax, che abbiamo introdotto per superare l`Imu, come previsto dagli accordi di governo, è la prima imposta davvero federale. Saranno i comuni a modularla, ma noi abbiamo messo dei paletti per evitare che sia penalizzante rispetto all`Imu». 

Insomma, se pagheremo di più sarà colpa dei comuni. Comodo. Sbaglia il Pdl a chiedere modifiche? 

«In Parlamento tutto si può migliorare, ma io difendo il principio federalista di questa tassa». 

Renato Brunetta (Pdl) e Cesare Damiano (Pd) chiedono al governo l`immediata convocazione della cabina di regia per concordare le modifiche alla manovra. Condivide? 

«Per me la cabina di regia è il Parlamento, le sue commissioni dove il disegno di legge verrà esaminato prima approdare in aula. Questa volta Camera e Senato non hanno, come in passato, spazio solo per micro-interventi. Senza cambiare i saldi finali, hanno grandi margini di manovra, in particolare sul cuneo». 

Non teme l`assalto alla diligenza? 

«No. Ho profondo rispetto per il Parlamento, a differenza di Giorgio Squinzi, che invece si aspetta "porcherie" e "porcate", parole inaccettabili, che richiederebbero le scuse del presidente della Confindustria. Una cosa è criticare un parlamentare, un ministro, un partito, un`altra attaccare il Parlamento». 

Eviterete l`assalto alla diligenza col voto di fiducia? 

«Non ce ne sarà bisogno. Questo governo finora ha messo la fiducia solo su uno dei suoi decreti». 

L`imprenditore Carlo De Benedetti e la sindacalista Susanna Camusso invocano la patrimoniale. Anche lei, che è di sinistra, è d`accordo? 

«Patrimoniale è una parola che comprensibilmente spaventa. Non la uso. Parlo invece di spostare imposizione dal lavoro alla rendita. Questo nella manovra c`è, per esempio con l`aumento dell`imposta di bollo. Bisogna continuare su questa strada ma, per favore, non parliamo di patrimoniale». 

La seconda rata dell`Imu sulla prima casa si pagherà o no? 

«C`è l`impegno del governo di eliminarla. Farlo costa 2,4 miliardi. Stiamo lavorando per mantenere l`impegno in una situazione di finanza pubblica molto difficile. Entro novembre troveremo una soluzione».


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