“Per un ventennio il Sud è stato visto come una zavorra. Per colpa della destra ma la sinistra ne ha subito quella logica. Ora bisogna invertire la rotta partendo dalla legge di stabilità. Che va modificata in Parlamento”. L’ho dichiarato ad Adolfo Pappalardo che mi ha intervistato per Il Mattino in occasione della mia iniziativa “La Bellezza di dire Sud”, in vista del Congresso del Pd dell’8 dicembre.
“La bellezza di dire Sud” è il titolo dell’iniziativa di Napoli. Ma è solo uno slogan suggestivo di un docente universitario di comunicazioni di massa?
“No. Non è affatto una scelta casuale. C’è stata qualche polemica a Bari perché Renzi non ha mai pronunciato la parola Sud o Mezzogiorno”.
“No. Non è affatto una scelta casuale. C’è stata qualche polemica a Bari perché Renzi non ha mai pronunciato la parola Sud o Mezzogiorno”.
Tanto da beccarsi anche un rimprovero del sindaco Emiliano.
“Appunto. Ma il problema penso non sia tanto il sindaco di Firenze ma riguarda noi tutti: abbiamo alle spalle un ventennio durante il quale è prevalsa una concezione regressiva della destra che ha derubricato il Mezzogiorno a patologia negandogli anche la dignità di risorsa. Ma la sinistra ha finito con il subire quella logica, perdendo anche le sue radici che affondano nel pensiero meridionalista. Eppure mai come oggi dire Sud significa indicare la strategia fondamentale per la riscossa di questo Paese. Il nostro futuro è rivolto qui dove ci sono aree di profonda sofferenza, di povertà, di perdita dei diritti. Ma ci sono anche le istantanee di un paese che reagisce e che riparte”.
“Appunto. Ma il problema penso non sia tanto il sindaco di Firenze ma riguarda noi tutti: abbiamo alle spalle un ventennio durante il quale è prevalsa una concezione regressiva della destra che ha derubricato il Mezzogiorno a patologia negandogli anche la dignità di risorsa. Ma la sinistra ha finito con il subire quella logica, perdendo anche le sue radici che affondano nel pensiero meridionalista. Eppure mai come oggi dire Sud significa indicare la strategia fondamentale per la riscossa di questo Paese. Il nostro futuro è rivolto qui dove ci sono aree di profonda sofferenza, di povertà, di perdita dei diritti. Ma ci sono anche le istantanee di un paese che reagisce e che riparte”.
Appunto. Qual è la ricetta per ripartire del candidato alla guida del Pd?
“In Puglia, a Monopoli, ci sono le donne che raccolgono i pomodori e a pochi metri una delle più straordinarie esperienze imprenditoriali con due giovani ingegneri che fabbricano gli aerei in carbonio più veloci al mondo. Ecco l’Italia è questo. E le sottolineo come l’Italia non si salverà spezzando il principio della sua unità: questo, dobbiamo saperlo, è la maggiore distanza con la destra”.
“In Puglia, a Monopoli, ci sono le donne che raccolgono i pomodori e a pochi metri una delle più straordinarie esperienze imprenditoriali con due giovani ingegneri che fabbricano gli aerei in carbonio più veloci al mondo. Ecco l’Italia è questo. E le sottolineo come l’Italia non si salverà spezzando il principio della sua unità: questo, dobbiamo saperlo, è la maggiore distanza con la destra”.
E quindi?
“Non si tratta di proporre la vecchia ricetta di intervento pubblico a pioggia ma il lavoro di un ministro come Barca è stato utile anche per indicare un nuovo metodo per la gestione dei fondi Ue in una logica di forte responsabilità delle comunità e delle forze sociali. Questo è il primo punto. Il secondo è smetterla di considerare la lotta alle mafie come una prerogativa del Mezzogiorno se pochi giorni fa un comune vicino Milano viene sciolto per ingerenze mafiose. Terzo: restituire a questa parte dell’Italia quel principio calpestato. A partire dalla legge di stabilità, che va cambiata, verso un investimento per le politiche pubbliche per lo sviluppo dell’economia e dello sviluppo. Il rapporto Svimez non è solo una foto allarmante ma segnala un dramma in atto: investimenti industriali crollati del 45 per cento. Ora la sinistra ha il dovere di invertire la rotta. E questo si fa in una fase di recessione, con un piano straordinario il lavoro per i giovani e le donne che possa mettere al centro una serie di interventi straordinari che mettono in moto l’economia e i consumi. A cominciare dagli interventi per la sicurezza del territorio o per l’ edilizia scolastica o, ancora, del suolo. Perché di fronte alla crisi più grave del dopoguerra non dobbiamo tornare al passato ma lo Stato deve essere promotore di una pratica di piena e buona occupazione. A Napoli discuteremo di questo”.
“Non si tratta di proporre la vecchia ricetta di intervento pubblico a pioggia ma il lavoro di un ministro come Barca è stato utile anche per indicare un nuovo metodo per la gestione dei fondi Ue in una logica di forte responsabilità delle comunità e delle forze sociali. Questo è il primo punto. Il secondo è smetterla di considerare la lotta alle mafie come una prerogativa del Mezzogiorno se pochi giorni fa un comune vicino Milano viene sciolto per ingerenze mafiose. Terzo: restituire a questa parte dell’Italia quel principio calpestato. A partire dalla legge di stabilità, che va cambiata, verso un investimento per le politiche pubbliche per lo sviluppo dell’economia e dello sviluppo. Il rapporto Svimez non è solo una foto allarmante ma segnala un dramma in atto: investimenti industriali crollati del 45 per cento. Ora la sinistra ha il dovere di invertire la rotta. E questo si fa in una fase di recessione, con un piano straordinario il lavoro per i giovani e le donne che possa mettere al centro una serie di interventi straordinari che mettono in moto l’economia e i consumi. A cominciare dagli interventi per la sicurezza del territorio o per l’ edilizia scolastica o, ancora, del suolo. Perché di fronte alla crisi più grave del dopoguerra non dobbiamo tornare al passato ma lo Stato deve essere promotore di una pratica di piena e buona occupazione. A Napoli discuteremo di questo”.
Sembra di capire che la legge di stabilità non le piace?
“Premessa: Enrico Letta ci ha chiesto di essere esigenti verso il governo ed ha ragione. Non ci sono i tagli lineari alla sanità, c’è un miliardo per alleggerire il patto stabilità, c’è un intervento, ma modesto, sul cuneo fiscale. Adesso però la legge va migliorata in parlamento su alcuni punti fermi”.
“Premessa: Enrico Letta ci ha chiesto di essere esigenti verso il governo ed ha ragione. Non ci sono i tagli lineari alla sanità, c’è un miliardo per alleggerire il patto stabilità, c’è un intervento, ma modesto, sul cuneo fiscale. Adesso però la legge va migliorata in parlamento su alcuni punti fermi”.
Quali?
“Primo le pensioni. Dobbiamo salvaguardare interamente i criteri di indicizzazione per quelle sino a sei volte al minimo. Parliamo di mensili da 3mila euro lorde che sostengono anche 2 nuclei familiari, pensioni che hanno perso il 30 per cento del potere d’acquisto. Secondo: gli esodati. Gli interventi fatti hanno riguardato poche migliaia di persone; occorre restituire la certezza del diritto a decine di migliaia di lavoratori che hanno lasciato il lavoro. Infine il fondo delle politiche sociali: perchè non è pensabile che in una condizione così drammatica per il Paese non si possa garantire dignità alle persone che soffrono di più”.
“Primo le pensioni. Dobbiamo salvaguardare interamente i criteri di indicizzazione per quelle sino a sei volte al minimo. Parliamo di mensili da 3mila euro lorde che sostengono anche 2 nuclei familiari, pensioni che hanno perso il 30 per cento del potere d’acquisto. Secondo: gli esodati. Gli interventi fatti hanno riguardato poche migliaia di persone; occorre restituire la certezza del diritto a decine di migliaia di lavoratori che hanno lasciato il lavoro. Infine il fondo delle politiche sociali: perchè non è pensabile che in una condizione così drammatica per il Paese non si possa garantire dignità alle persone che soffrono di più”.
Il cuneo fiscale?
“Penso che si debbano dirottare quelle risorse verso chi guadagna sino a 22mila euro all’anno. Si potrebbe dare loro una 14esima in un’unica soluzione, una risorsa a chi ne ha bisogno davvero. 14 euro in busta paga, così come previsto dalla legge di stabilità sono troppo pochi. E poi intervenire sulle pensioni d’oro. Credo che il Parlamento abbia il dovere di fare la propria parte”.
“Penso che si debbano dirottare quelle risorse verso chi guadagna sino a 22mila euro all’anno. Si potrebbe dare loro una 14esima in un’unica soluzione, una risorsa a chi ne ha bisogno davvero. 14 euro in busta paga, così come previsto dalla legge di stabilità sono troppo pochi. E poi intervenire sulle pensioni d’oro. Credo che il Parlamento abbia il dovere di fare la propria parte”.
È strana la vita. Nel 1988 quando diventò il segretario nazionale della Fgci, si parlò di svolta: “ecco l’uomo uscito dal Dams e non dalle sezioni di partito. È lui l’antiburocrate”. Oggi invece la vedono il rappresentante della vecchia ditta e Renzi invece è il nuovo.
“Sono rimasto l’antiburocrate di allora. Anzi lo sono anche di più. Ed è caricaturale dipingere la nostra piattaforma congressuale come la vecchia guardia. Anche perché con Renzi ormai vedo tanta di quella gente, di cui ho rispetto sia chiaro, che non mi sembra abbia minore anzianità di servizio. Anzi”.
“Sono rimasto l’antiburocrate di allora. Anzi lo sono anche di più. Ed è caricaturale dipingere la nostra piattaforma congressuale come la vecchia guardia. Anche perché con Renzi ormai vedo tanta di quella gente, di cui ho rispetto sia chiaro, che non mi sembra abbia minore anzianità di servizio. Anzi”.
Il sindaco sembra favorito: e avrà due incarichi.
“Io credo sbagliato fare contemporaneamente il sindaco e il segretario. Non daremmo una bella immagine della politica. E del Pd soprattutto”.
“Io credo sbagliato fare contemporaneamente il sindaco e il segretario. Non daremmo una bella immagine della politica. E del Pd soprattutto”.
(fonte IL MATTINO)
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