Presidente Massimo D`Alema, si respira aria di crisi. Lo scontro sulla Bindi all`Antimafia, l`ipotesi scissione nel Pdl e in Scelta Civica, il voto su Berlusconi... Resisterà il governo?«Il clima è difficile. Non credo che si vada verso la crisi, anche se alcune frizioni e impuntature non agevolano il cammino del governo. Non ho ben capito, ad esempio, il veto del Pdl a Rosy Bindi».
La soluzione Bindi all`Antimafia è figlia di una maggioranza diversa.«Ma la Bindi è stata eletta in questo modo, anche perché si è registrato un preventivo veto nei suoi confronti da parte del Pdl, veto di cui non si capiscono le ragioni. La Bindi, in passato, ha ricoperto con autorevolezza ruoli istituzionali».
Ma la Bindi è un`anti-berlusconiana dichiarata. Sarebbe stato difficile trovare un compromesso su di lei.«Bah. Si trattava di scegliere la personalità più adatta all`incarico di presidente dell`Antimafia. E lei aveva le carte in regola».
Scelta Civica e Pdl sembrano sull`orlo della scissione. Ci sarà?«Scelta Civica è alle prese con un`evidente frattura, culminata con il passaggio di Mario Monti al Gruppo Misto. Sono più dubbioso sulla scissione del Pdl».
Perché?«Perché permane una serrata discussione interna, ma non si vedono ancora le condizioni per una vera e propria scissione. La scissione del Pdl potrebbe maturare solo con un diverso voto sulla fiducia al governo».
Oppure dopo il voto sulla decadenza di Berlusconi?«Potrebbe verificarsi, ma dipenderà da Berlusconi. Non so che interesse avrebbe Berlusconi, all`indomani della sua eventuale decadenza e della sua ineleggibilità, a provocare il ritorno alle urne. Anche perché le elezioni anticipate non ci sarebbero. È apparso chiaro che nel caso di una spinta di Berlusconi verso la crisi, il governo disporrebbe ugualmente di una maggioranza. Vorrei dire che per il Pd una maggioranza senza Berlusconi sarebbe persino più comoda, più facile da spiegare ai propri elettori».
Sul voto anticipato, però, Berlusconi potrebbe trovare in Renzi un forte alleato. Storicamente il segretario del partito che esprime il premier è il principale avversario del governo in carica.«Non sarebbe facile per Renzi andare in soccorso di Berlusconi nel pressing per il voto anticipato, perché non è affatto detto che il Pd lo seguirebbe. Nel frattempo, inoltre, Renzi avrebbe già dovuto conquistare la segreteria del partito. Ipotesi che si può sempre cercare di scongiurare».
Ma Renzi sente già la vittoria in tasca. Ieri lei ha detto di tifare per i giovani, ma che, essendo cresciuto in un partito severo, è a favore dei giovani che hanno studiato. Deduciamo che, a suo parere, Renzi ha studiato poco.«Questa è un`interpretazione maligna. Mi riferivo al rinnovamento generazionale, ma il mio era un discorso di carattere generale, non riguardava Renzi».
Ma anche Renzi è giovane. Ergo, viene coinvolto nel suo ragionamento.«Come tutti i giovani. Non voglio dire che Renzi non ha studiato. Dico solo che, come spessore, come bagaglio politico e culturale, Cùperlo è più attrezzato per fare il segretario del Pd».
Renzi resta il favorito. Quali chances ha Cuperlo?«L`esito del congresso non è scontato. Bisognerà vedere come voteranno i circoli, gli iscritti, che hanno già cominciato a votare per i segretari provinciali. Se Renzi non ottenesse la maggioranza tra gli iscritti - anche se poi potrebbe ricevere più consensi esterni grazie alla sua compenetrazione mediatica - si ritroverebbe a guidare un partito senza l`appoggio della maggioranza delle segreterie provinciali, cioè degli aderenti. Una situazione, non semplice, che forse imporrebbe a Renzi di cercare un compromesso. Non so come potrebbe fare tutto da solo, anche perché lui ha confermato di voler continuare a fare il sindaco di Firenze. È vero che passa per una specie di Superman, ma insomma... Non ho ancora capito perché si sia lanciato nella corsa alla segreteria, visto che le elezioni non sono alle porte. In tal caso, il suo ragionamento avrebbe avuto un altro senso». 261656 La verità è che Renzi farà di tutto per andare alle urne. 261656 «Lui dice di no. E io devo credergli».
Su Renzi permane un giudizio sospeso nel Pd. Di sinistra, di destra, di centro? Populista, socialdemocratico, liberale? Dicono che voglia vincere con i voti di destra anche nelle primarie per la segreteria Pd. Chi è, secondo lei, Renzi, che resta, per certi versi, ancora un soggetto misterioso?«Renzi è espressione del centrosinistra e del Pd. Possiede dinamismo e anche una certa spregiudicatezza. Non è neppure sbagliato andare alla ricerca degli elettori delusi da Grillo o dal Pdl. Però sta affrontando le primarie come se si preparasse alle elezioni politiche. Ma lui si è candidato alla segreteria del partito».
Invece?«Invece, sfugge all`oggetto della contesa. L`unica cosa su cui non ha detto nulla è che idea ha del Pd (cultura politica, forma, strategia) qualora dovesse prenderne la guida. Lui parla come un abile candidato premier, bravo a catturare il consenso. Invece è assai probabile che il prossimo segretario del Pd debba restare tale per parecchi anni. Anche perché una cosa è il leader del partito d`opposizione, che in tal caso è automaticamente il primo ministro ombra. Una cosa è il leader del partito chiave della maggioranza, con un governo guidato da una personalità del suo stesso partito: sarebbe più complicato fare ombra al capo del governo. Invece gli estensori dello statuto del Pd, che si sono ispirati al modello Westminster, hanno immaginato che l`Italia fosse l`Inghilterra. Uno schema, più volte contraddetto dai fatti. In Italia, poi, non solo non c`è il bipartitismo, ma è a rischio anche il bipolarismo».
Perché è a rischio il bipolarismo?«Perché il risultato elettorale ha prodotto tre poli».
Però, il sistema elettorale fa sì che almeno alla Camera ci sia una maggioranza netta.«Comunque, il bipartitismo anglosassone non c`è. Esiste solo nello statuto del Pd».
Se la Consulta, per così dire, sfiducerà il Porcellum, salterà il bipolarismo?«Se verrà introdotta una soglia d`ingresso, il rischio di una proporzionalizzazione del sistema ci sarà».
Lei se lo augura?«No, assolutamente. Resto convinto della necessità di un sistema limpidamente bipolare. Il che significa introdurre il modello elettorale a doppio turno».
Almeno su questo c`è concordia con Renzi.«Noi sosteniamo il doppio turno da 20 anni, da quando Renzi era bambino».
Renzi non ha detto no alla candidatura di D`Alema alle europee del 2014. Civati, altro candidato alla segreteria, invece si oppone.«Vorrei che questi ragazzi facessero la loro campagna proponendo programmi per il Paese, non parlando della mia persona. Ormai sono già sufficientemente noti per aver bisogno di chiamarmi in ballo in continuazione. Renzi è stato più intelligente. Ha detto «andiamo oltre la rottamazione». Come dire: è un problema superato, parliamo dei problemi del Paese».
Torniamo a Monti. Che succede se Scelta Civica si spacca definitivamente: metà va col Pdl e metà col Pd? Monti opterebbe per quest`ultima soluzione, così pare.«È un`area politica assai tormentata. Alcuni dirigenti di Scelta Civica pensano che dal Pdl possa fuoriuscire un gruppo in grado di partecipare alla formazione di una destra moderata, ancorata al Ppe. Finché un evento di questa natura non si realizzerà, loro resteranno in attesa. Non credo che Casini e altri dirigenti di Sc seguiranno Berlusconi. Nei divorzi ci si dice di tutto. Ma non credo che andranno dal Cavaliere».
Ma se Berlusconi dovesse mollare la guida del Pdl, il ricongiungimento con Casini e altri potrebbe verificarsi.«Non è solo un problema legato a Berlusconi. È lunga la lista degli estremisti Pdl che cozzano contro un progetto moderato. Eppoi il Cavaliere è legato all`alleanza con la Lega. Dico solo che è antica l`aspirazione tesa a formare una forza moderata di ispirazione europea. Per ora, per ora, tende ancora a prevalere una logica bipolare».
Qual è il suo giudizio su Monti, assai attivo negli ultimi tempi?«Io gli sconsigliai di diventare un capo-partito. Gli dissi che lui ci avrebbe rimesso insieme con il Paese. Era una personalità che doveva restare fuori dalla contesa. Lui si offese. I fatti successivi si sono incaricati di confermare che avevo visto giusto».
Emiliano in Puglia morde il freno per la candidatura alla presidenza della Regione. Ha detto che vedrebbe bene una sfida tra lui e Perrone, sindaco di Lecce.«Il posto di presidente della Regione Puglia è occupato fino al 2015. A meno che Vendola non decida di candidarsi alle europee nel 2014».
C`è chi non esclude una terza candidatura di Vendola alla Regione.«Non so che farà Vendola. Per tornare a Emiliano, penso che la candidatura abbia una sua ragion d`essere. Ho sempre ritenuto che la sua sia una forte personalità, anche se chi intende svolgere un importante ruolo istituzionale dovrebbe essere un po` più distaccato rispetto ai conflitti interni al partito. In questo momento più che impegnarsi per preparare la sua candidatura alla presidenza della Regione, Emiliano sembra essere diventato il capo degli agit-prop di Renzi».
Forse Emiliano si aspettava di essere lui l`antagonista di Renzi, al posto di Cuperlo.«Non lo so. È una notizia, una voce che non mi è mai pervenuta».
Epifani andrà alla Lepolda di Renzi. Lei ci sarà?«Epifani è il segretario. Il suo è un ruolo di garanzia. Giusto che vada ad ascoltare tutti i candidati. Ammiro Epifani, ma non lo invidio. Io sto partendo per la Cina, per un viaggio di 10 giorni. Approfitto dell`ospitalità della Gazzetta per cercare di spiegare che mi occupo d`altro. Sono impegnato del Pd, per passione e militanza, ma il mio lavoro principale è la presidenza della più importante istituzione culturale della sinistra europea. Il che mi porta a un`attività internazionale assai intensa. Recentemente sono stato due volte negli Usa, poi in Polonia. Sono stato invitato in Iran, in India. Non posso inseguire le convention dei candidati del Pd. Mi limiterò a votarne uno».
Qual è il suo giudizio sul Pd pugliese?«È attraversato da troppe divisioni. A volte queste divisioni hanno un senso. A volte dipendono da contrapposizioni personali, francamente incomprensibili. Io vengo in Puglia con lo spirito di chi vuole portare pace. Non ho interessi di alcun genere. Non sono candidato a niente. Non devo creare correnti. Devo solo dare una mano».
Quindi, il protagonismo dei renziani in Puglia non la preoccupa.«Guardi, uno può essere renziano, non renziano... va bene. Trovo sgradevole, però, la corsa in soccorso dei vincitori, come diceva Ennio Flaiano. Tendenza tipica di una certa borghesia italiana».
Anche Nicola Latorre appoggia Renzi. Un intervistatore ha chiesto a Latorre se non fosse un infiltrato per conto di D`Alema.«Non voglio offendere nessuno, ma è una sciocchezza il solo immaginare un retropensiero del genere».
Fonte:
La Gazzetta del Mezzogiorno