Intervista a Gugliemo Epifani di Carlo Fusi - Il Messaggero
A Guglielmo Epifani la verifica chiesta da Scelta Civica non è piaciuta: «Un rito del passato. Meglio se i problemi vengono affrontati all`interno del governo, dove sono presenti tutte le forze di maggioranza». Tuttavia visto che si fa il Pd non ci andrà solo per ascoltare: «Il nodo vero è l`approntamento della manovra di autunno, un appuntamento che si è caricato di aspettative molto forti. Bisogna rivedere il patto di stabilità interno per favorire gli investimenti». Il segretario del Pd non rinuncia ad una frecciatina verso il ministro dell`Economia: «Dice che la ripresa partirà già dall`ultimo trimestre del 2013? Mi auguro che abbia ragione. Però i dati che ho io non mi consentono di essere così ottimista». E infine, quanto alle questioni interne al partito, Epifani rigetta le critiche di Matte° Renzi: «La caccia non mi piace e dunque non partecipo ad alcun tiro al piccione. Non esiste alcuna Santa Alleanza contro Matteo e confermo che faremo il congresso entro l`anno».
Dunque, segretario, la verifica chiesta da Monti non servirà a niente, soprattutto dopo le aperture da parte Ue che Letta definisce un grande successo?
«Non l`abbiamo chiesta e non era questo il modo giusto di affrontare i problemi. Si richiamano vecchi riti di altre stagioni della politica. Le cose si possono discutere all`interno del governo. Detto questo, è doveroso cogliere l`occasione per incidere sul nodo vero: l`addensarsi sulla manovra di bilancio di autunno di una serie di scadenze che non è stato possibile risolvere prima: Imu, Iva, ticket per il 2014. E` fondamentale che il governo si doti di una strategia compiuta su tutti questi fronti».
Ma il Pd che farà: ascolterà o farà proposte? E quali?
«Noi abbiamo assoluto bisogno di un allentamento del patto di stabilità interna perché abbiamo bisogno di favorire il rilancio degli investimenti. E` questo il cuore del problema italiano; la difficoltà più grande che ha il governo e il Paese. Far costare meno il lavoro dei giovani è giusto ma non basta. Vanno rilanciate la domanda interna e gli investimenti. I dati della Confindustria sono impressionanti: meno 5 per cento di investimenti fissi; meno 3,8 per cento di consumi».
Ecco, appunto: la politica dei piccoli passi di Letta va continuata oppure serve un cambio di passo? Il premier parla di grande successo riguardo le aperture Ue sui conti pubblici. Ha ragione?
«Il governo è stato costretto ai piccoli passi perché era in assenza totale di risorse. Questa via era obbligata però non è risolutiva della gravità della crisi. Adesso il governo ha in tasca due risultati: l`aumento dei finanziamenti europei sui giovani con risorse di un certo peso e l`apertura sui conti pubblici. Per quest`ultima, letteralmente riguarda gli Stati che hanno i conti in ordine. Ma il problema vero riguarda gli altri, che sono in recessione. Si tratta di capire in che modo ciò che è stato al momento preannunciato possa essere utilizzato da un Paese come l`Italia. Per esempio capire se davvero sblocca il cofinanziamento delle opere europee oltre il 3 per cento. Oggettivamente però è la prima volta che si va oltre una politica di solo rigore. Che però non può essere sostanziata solamente da annunci».
Mai lei a Saccomanni che dice che la ripresa comincerà nel quarto trimestre di quest`anno, ci crede o no?
«I dati che abbiamo non mi consentono di condividere quella previsione. Poi sa, c`è una vecchia regola che dice che a furia di scendere si tocca il fondo e di lì non si può che risalire. Non so se avverrà nell`ultimo trimestre. Vorrei che Saccomanni avesse ragione; mi pare però ancora un pò presto per dirlo».
Segretario al dunque: Monti fa le bizze e chiede verifiche; il Pdl resta appeso alla sentenze di Berlusconi e il Pd fibrilla per le sue questioni congressuali. Come può il governo reggere l`urto di tutte queste tensioni e andare avanti?
«Per questo occorre preparare bene la manovra che è di autunno ma va impostata in queste settimane. Lo snodo è lì. Se il governo fa interventi socialmente equilibrati ne potrà trarre una spinta. Noi confermiamo la scelta di sostegno all`attuale esecutivo. Bisogna alleggerire il clima attorno al governo e consentirgli di operare».
Formalmente anche Pdl e Scelta civica sono sulla stessa linea. Poi però ci sono gli incidenti di percorso. La questione Santanché come finisce?
«Sulla Santanché, la rivendicazione del Pdl di avere alla Camera un suo vicepresidente è giusta. Senza sottacere le divisioni in quel partito, meglio sarebbe stato concordare un nome e non è avvenuto. Si è preso tempo e il tempo deve servire a far maturare una soluzione. Altrimenti ci ritroveremo tra quindici-venti giorni lo stesso problema, per di più ingigantito».
Sugli F-35 chi ha ragione: il Consiglio di Difesa o il Parlamento che avoca a sè la decisione finale?
«Ci sono prerogative del Consiglio di Difesa e altre del Parlamento, confermate da una recente legge, sulla materia delle spese militari. Vanno rispettate tutte».
Parliamo di Renzi. A lei piace il tiro al piccione? Ci partecipa, come accusa il sindaco di Firenze?
«Tiro al piccione? Mai. Non amo la caccia».
Però l`immagine di tutti uniti contro Renzi, una Santa Alleanza dell`establishment pd contro di lui, ristagna...
«Macché, non esiste. Lavoriamo per trovare una intesa complessiva. Lo vedremo nei prossimi giorni».
Lei è in grado di fornire una data per il Congresso?
«Ribadisco quel che ho sempre detto: il Congresso si farà entro l`anno».
Fonte: Il Messaggero
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