SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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lunedì 10 giugno 2013

Fioroni: "Il patto di Firenze mi preoccupa. Si deve votare il Pd, non un nome, Renzi lo sappia"

Intervista a Beppe Fioroni di Olivia Posani - Il Giorno


Onorevole Fioroni c`è chi dice che lei non veda di buon occhio l`intesa Letta - Renzi. 

«Sgombriamo il campo da interpretazioni errate. Il Pd non ha bisogno di ulteriori scontri. Renzi e Letta si sono dati il cinque, è una buona notizia. Io pongo però un problema politico, che parte da un antico adagio: il medico pietoso fa le piaghe puzzolenti». 

Tradotto? 

«Significa che dobbiamo fare un Congresso che non ci auto assolva, che per prima cosa risponda alle domande: perché abbiamo perso? Perché una grande parte del Paese non ci guarda con fiducia? Ma soprattutto dobbiamo chiarire un altro aspetto». 

Quale? 

«Con il passaggio alla seconda Repubblica si è pensato che la politica potesse rinunciare a parole come identità, appartenenza, valori. Si è detto: votate non perché credete in qualcosa, ma perchè credete in qualcuno. Credere in qualcuno dà una visione mercantile della politica: quel qualcuno mi ha dato o mi dovrà dare qualcosa. Abbiamo pensato che i partiti potessero diventare dei fan club». 

Anche il Pd? 

«Il Pd non è un partito con un padrone, ma è il centrosinistra. Dobbiamo fare un Congresso dove agli italiani venga proposto di votare Pd perché ha valori che gli scaldano il cuore, non moneta che gli riscalda il portafoglio. Per questo ho detto che il patto di Yalta tra Renzi e Letta mi preoccupa». 

Perché non scalda i cuori? 

«Sono felice che non litighino, ma la prima parte congressuale dovrà essere una costituente delle idee e dei valori. I nostri elettori quando vanno in piazza non devono dire io voto Renzi, Letta, Bersani. Devono dire io voto Pd. Abbiamo la necessità di far tornare i cittadini a condividere idee e valori. Renzi e Letta li ho visti discutere del futuro del governo e della futura guida del partito. Invece, prima di chi fa cosa, ci dobbiamo confrontare sui progetti. Altrimenti si passa dai valori ai valori bollati: io do una cosa a te, tu dai una cosa a me. Questa è la politica di Berlusconi non la nostra». 

Dopo la fase costituente il Congresso dovrà scegliere il segretario. Con quali regole? 

«Per il Presidente del consiglio, che deve rispondere a tutti i cittadini, ci vogliono primarie aperte. Per il segretario devono decidere tutti coloro che non hanno problemi a dichiararsi del Pd, a partecipare alla vita del partito e a dare un contributo economico che, dopo l`abolizione del finanziamento pubblico, ci aiuti a non dipendere dalle lobby».

Fonte: Il Giorno

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