Primarie liste Pd, si vota il 29 o 30 dicembre.
A Bersani riservato il 10%, ok a dieci deroghe
La direzione del partito fissa i termini per la consultazione sulle candidature alle politiche. Potranno votare gli iscritti e chi ha partecipato alle primarie del 25 novembre. Approvate dieci domande per non incorrere nel limite dei tre mandati: ci saranno anche Rosy Bindi e Franco Marini. Bersani: "Procedura senza precedenti"
ROMA - La direzione del Partito democratico ha approvato oggi all'unanimità il regolamento per le primarie dei parlamentari del Pd. "Il Pd ha dato vita a una procedura che non ha precedenti in Italia e in Europa, abbiamo messo un meccanismo che renderà fortissima la presenza delle donne a un livello sconosciuto in Italia e forse anche in Europa", ha commentato il segretario Pierluigi Bersani.
Stando al regolamento, potranno votare gli iscritti al 2011 e gli elettori delle primarie del 25 novembre che dichiarino di essere del Pd, ma anche quanti non avevano rinnovato la tessera e decideranno di farlo. Per votare si verserà un contributo di due euro. La data rimane fissata al 29 dicembre in quasi tutte le regioni e in altre il 30 su richiesta delle segreterie regionali. Nessun rinvio quindi, a differenza di quanto riferivano alcune indiscrezioni circolate nel pomeriggio.
Oltre al 10 per cento di candidati, Bersani sceglierà anche i capilista. Chi non è parlamentare uscente, per partecipare alle primarie dovrà raccogliere, a quanto si apprende, firme pari al 5 per cento degli iscritti su base provinciale o essere scelta nella rosa a disposizione delle direzioni provinciali riservata a personalità della società civile. Per 'tutelare' la parità di genere, è prevista la doppia preferenza uomo/donna con l'obbligo di garantire almeno il 33 per cento della presenza femminile nelle liste. Non potranno candidarsi, invece, salvo deroga concessa dal partito, gli europarlamentari, i sindaci di città superiori a 5mila abitanti, assessori e consiglieri regionali.
"Era doveroso da parte mia essereci e verificare che il Pd, anche con una legge elettorale sbagliata faccia una consultazione con i cittadini", ha detto Renzi lasciando la riunione. "Mi sembra - ha aggiunto - un fatto molto molto positivo e differente da altre realtà perché con una legge elettorale allucinante non ci siano nominati ma scelti".
(da Repubblica.It)
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