Bersani: “L’Italia non dimentica quel 12 dicembre del 1969 e le sedici vittime di una strage che resta una ferita aperta nella nostra memoria. Quel giorno segnò l’inizio di un attacco allo Stato, alle Istituzioni democratiche e alla convivenza civile”
“Con la strategia della tensione - ha proseguito Bersani - fu messo in atto il tentativo di comprimere le libertà individuali, di impedire la crescita democratica e di segnare una svolta autoritaria nel nostro Paese. A distanza di 43 anni dalla strage, manca ancora una verità giudiziaria definitiva che faccia luce sui mandanti e sugli autori di quel progetto criminale".
Ha esortato il segretario democratico: "Dobbiamo ringraziare il coraggio e la ferma volontà dei familiari delle vittime che, in questi anni, non hanno mai smesso di battersi affinché alla memoria si accompagni la verità e la giustizia. Nondimeno, una verità storica esiste e riguarda la responsabilità del terrorismo neofascista e di chi, in quegli anni, lo sostenne e lo difese.
Memoria e verità da trasmettere alle nuove generazioni, perché la libertà e la democrazia sono beni da coltivare ogni giorno e non acquisiti per sempre.
Non possiamo e non vogliamo dimenticare ciò che è stato, perché non è giusto l’oblio e perché il nostro Paese non debba mai più rivivere quei giorni”.
Anche il vice presidente del Senato Vannino Chiti ha ricordando i fatti di sangue del 12 dicembre 1969.
''Sono trascorsi 43 anni da quando si consumò la strage di Piazza Fontana. E' doveroso ricordare le vittime di quel giorno, cittadini senza colpa, che dopo tanto tempo non hanno avuto giustizia. Piazza Fontana fu il punto di origine della 'strategia della tensione', una catena di tragici attentati e disegni eversivi che avevano l'obiettivo di destabilizzare la democrazia nel nostro Paese".
''E' necessario che al popolo italiano si consegni la verità su quella strage e che vi sia una memoria storica condivisa. Nessun popolo costruisce un futuro positivo se, al di la' di legittime differenze politiche, non ha valori condivisi ed una comune memoria della propria storia''.
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