SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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venerdì 24 gennaio 2014

Speranza: "Immigrati, asilo e accoglienza servono politiche comuni"

Intervista a Roberto Speranza di Alessandra Rubenni - L'Unità

Roberto Speranza
«Avviene spesso che di certi temi si discuta solo quando c`è un`emergenza. Sui migranti è stato così in questi anni». Quando in estate aumentano i flussi si parla del dramma, «ma politica e l`opinione pubblica non possono stare a inseguire solo l`emergenza quotidiana. La politica deve provare a costruire una risposta di respiro alle questioni che sono sul tavolo», ripete Roberto Speranza, presidente del gruppo Pd alla Camera, che all`indomani della tragedia di Lampedusa, segnata da 366 morti, ha preso carta e penna per lanciare un appello a tutti i capigruppo dei partiti progressisti dei Parlamenti europei. 

Ci spieghi la sua iniziativa. 

«Una vicenda come quella di Lampedusa deve richiamare l`attenzione e la sensibilità su quale debba essere il ruolo dell`Europa nel Mediterraneo. È chiaro che ci sono responsabilità nazionali, ma il rapporto tra Europa e Africa è di carattere europeo, non può risolversi solo dentro i confini nazionali. Tutti dobbiamo provare ad alzare lo sguardo dalla quotidianità e dare un segnale che vada nella direzione di un sogno lungo, quello dell`Europa, che si è realizzato ma su cui dobbiamo ancora investire». 

Cosa è successo dopo la sua lettera? 

«Ho ricevuto molte risposte, poi il capogruppo dell`Alleanza dei progressisti europei Swoboda ci ha convocato per un incontro a Bruxelles il 26 ottobre scorso. Lì abbiamo costruito una primissima intesa, con l`impegno a proseguire». 

Oggi Roma, nella Sala Regina di Montecitorio, ospiterà un`altra tappa di questo impegno, in una giornata intitolata a «Mediterraneo e Migrazioni. Una nuova politica di pace, democrazia e sviluppo». 

Di che si tratta? 

«Sarà un confronto più largo, con i rappresentati progressisti di 12 Paesi, di cui 8 europei e 4 del Nord Africa, Tunisia, Algeria, Egitto e Marocco, per dire che il Mediterraneo deve porsi al centro della nostra agenda politica europea e della prossima campagna elettorale, nel campo largo delle forze del socialismo europeo». 

Nel concreto cosa significa? 

«C`è bisogno di sviluppare maggiore sintonia nelle politiche di accoglienza e di gestione dei migranti, ora essenzialmente a carico dei singoli Paesi. È un fatto positivo che a Roma 12 rappresentanti di prima linea ragionino su questi grandi temi. Tutti insieme potremo fare pressione sulle istituzioni europee. E puntiamo a elaborare una dichiarazione congiunta». 

Su quali basi? 

«Facendoci guidare da valori che affermino le pari opportunità, l`accoglienza, il rispetto dei diritti, che sono alla base di una famiglia politica come la nostra». 

E dentro i nostri confini? Al Senato è passata l`abolizione parziale del reato di clandestinità. Basta? 

«Io mi auguro che norme come la Bossi Fini vengano totalmente superate.La strada intrapresa è giusta e va perseguita il più velocemente possibile, nel quadro di una riorganizzazione non solo nazionale». 

Ma un Paese che registra fatti come i continui attacchi razzisti alla ministra Kyenge riuscirà a fare passi in avanti? 

«La realtà quotidiana dell`Italia preoccupa. Non può esserci indifferenza quando ci sono cori razzisti negli stadi e un ministro viene continuamente insultato. Ma è chiaro che dobbiamo costruire una cultura dei diritti e dell`integrazione. Su questo il M5 S ha molto oscillato pensando che non fosse un terreno su cui si ottiene consenso. Ma la politica deve inseguire il consenso o orientare una cultura di fondo più in linea con una visione più moderna ed europea?».

Il governo delle larghe intese però è un bell`ostacolo... 

«Su questi temi bisogna avere il coraggio di andare avanti. Non c`è dubbio che una vittoria piena del centrosinistra avrebbe reso più facili tutti gli interventi normativi che abbiamo in testa».

Fonte: L'Unità

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