SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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mercoledì 15 gennaio 2014

Kyenge: "Non riusciranno a cambiarmi ma ora devono essere fermati"

Intervista a Cécile Kyenge di Vladimiro Polchi - La Repubblica



«La verità? Stiamo andando verso l`uccisione della democrazia. Nessuna forza politica può più tollerare questo razzismo strisciante». Cécile Kyenge è appena uscita da palazzo Marini a Roma. Ad aspettarla, come sempre, i sei uomini della sua scorta. Ha assistito alla presentazione del libro "I giorni della vergogna", che raccoglie tutti gli insulti che le sono stati rivolti da quando è in carica. Il ministro per l`Integrazione è un fiume in piena. Messa da parte la solita cadenza lenta e calma, tuona e si sfoga: «Sono una donna nera, che ha studiato e fa il ministro. Purtroppo la mia stessa esistenza pare oggi una sfida ai peggiori stereotipi e a tutti gli intolleranti di casa nostra». 

Dopo i tafferugli di sabato scorso a Brescia, il quotidiano leghista "La Padania" ha inaugurato una rubrica fissa dove dà conto di tuttii suoi appuntamenti pubblici. La considera un`intimidazione? 

«La mia agenda è pubblica, tutti possono sapere i miei impegni parlamentari e sul territorio. Io vado avanti. Una cosa è certa: non disdico nessun incontro e non salterò nessun appuntamento. Non cambierò la mia linea d`azione, che resta ancorata ai valori della non violenza e del dialogo. Dall`inizio del mio mandato ho tenuto saldi i contatti col territorio e la società civile. Continuerò a farlo. Ce lo chiede anche il Consiglio d`Europa: favorire sempre più la partecipazione dal basso». 

Mentre oggi lei incassagli attacchi della Lega Nord, si sente sufficientemente sostenuta dalle altre forze politiche? 

«Ci sono momenti in cui diventa urgente recuperare l`orgoglio e la dignità delle istituzioni. Tutti i partiti devono fare di più. La politica si deve alzare tutta per condannare questi attacchi, altrimenti il razzismo può diventare un`arma pericolosa. Perché la democrazia può essere uccisa anche da continui atti striscianti. Per questo il mio appello è ancora più ampio». 

A chi si rivolge? 

«Alle istituzioni italiane, ma anche europee e delle Nazioni Unite: bisogna rafforzare urgentemente tutti i programmi contro il razzismo. Chiunque ha cariche pubbliche, attraverso il suo comportamento e le sue parole, ha la responsabilità di dare messaggi positivi e soprattutto ridare speranza ai nostri ragazzi e bambini. Serve un percorso culturale, certo, ma anche nuovi strumenti giuridici per combattere il moltiplicarsi dei fenomeni dì razzismo». 

In questi giorni si è sentita col presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano? 

«Col presidente ho da tempo un confronto prezioso e da lui ho sempre avuto un atteggiamento di forte sostegno. Non ho nulla di più da chiedergli». 

A Brescia lei è stata contestata anche dall`assessore regionale lombardo di Fratelli d`Italia, Viviana Beccalossi. Il Pd bresciano ne chiede le dimissioni. Che ne pensa? 

«Sta a lei giudicare cosa ritenga più opportuno. La discussione può essere accesa e ben ven- ga, purché si svolga nei luoghi preposti. Un assessore deve sempre ricordarsi di non rappresentare solo un colore, ma l`intera comunità e se la pensa diversamente da un ministro, deve avere il coraggio di confrontarsi con civiltà». 

Nei momenti più difficili, ha mai pensato a rassegnare le sue dimissioni? 

«No, sarebbe una vittoria di chi mi ha sempre attaccato. E questa è una battaglia che riguarda tutti, non solo la mia persona». 

Ha mai paura? 

«Io devo andare avanti. E mi sento sicura. Per questo devo ringraziare la mia scorta: sei persone con cui passo molto tempo assieme, che sento molto vicine e che sono molto attente a me». 

Al Senato si discute se abolire il reato di clandestinità. Qual è la sua posizione? 

«E. un reato inutile: non ha senso intasare i tribunali di fascicoli e processi che invece di colpire i responsabili della tratta, puniscono le vittime». 

Qualche giorno fa Repubblica ha raccontato di centinaia di profughi disperati e accampati in un palazzo al centro di Roma. Cosa farete? 

«Il governo ha recepito tutte le direttive europee in materia e presto arriverà a un testo unico sull`asilo. Ma è vero: molta strada c`è ancora da fare, per migliorare il sistema d`accoglienza del nostro Paese».

Fonte: La Repubblica

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