E' la legge di una sola riga che farebbe l'ex procuratore antimafia candidato con il Pd al Senato e ospite di Repubblica Tv: "Il conflitto di interessi è la prima cosa da risolvere nel nostro Paese".
di MONICA RUBINO ROMA - Il rapporto tra politica e giustizia è ancora una volta centrale sia in campagna elettorale che per il futuro governo del Paese. Ed è uno dei motivi che ha spinto Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, a candidarsi nel Pd come capolista al Senato nel Lazio. Lo sottolinea lo stesso magistrato che, ospite di un videoforum su Repubblica tv condotto da Massimo Giannini, spiega che la prima legge da fare è quella sul conflitto di interessi: "Forse è una proposta velleitaria - dice - ma farei una legge di una sola riga che recita così: 'Chi fa politica non può avere altri interessi'". Dal canto suo, Grasso non punta alla poltrona di ministro della Giustizia: "Mi basta stare in Parlamento - afferma - per poter dare il mio contributo attivo. Vorrei impiegare il mio spirito battagliero, speso in tanti anni di lavoro da magistrato, su un altro fronte".L'impegno politico. E' dunque la voglia di continuare a combattere, ma da un altro versante, che ha spinto l'ex procuratore a candidarsi, come lui stesso spiega: "A ottobre 2013 avrei ultimato la mia funzione di procuratore antimafia. Ho scelto di pensionarmi in anticipo per affrontare le elezioni come cittadino e non come magistrato. Mi sono solo spostato da una funzione a un'altra, senza perdere di vista i miei obiettivi, che sono la lotta alla criminalità organizzata e l'impegno civile. Stando dentro la politica si può cercare di cambiarla".
(da Repubblica.It)
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