Pd a Monti: "Dopo vittoria, collaboriamo"
Tensione Psi, Nencini: "Così facciamo da soli"
Enrico Letta, annuncia che in caso di vittoria il Partito democratico chiederà al centro di sostenere Bersani. Poi risponde alle critiche sulle liste: "Patti rispettati". Ma il segretario socialista ribadisce: "Non c'è una rappresentanza equilibrata nei territori". Tensione in Sardegna: il presidente del gruppo nel Consiglio regionale annuncia le dimissioni: "Ignorato il risultato delle primarie"
ROMA - "Dopo le elezioni, se vinceremo chiederemo ai montiani, al centro, di sostenere il governo Bersani". Il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, risponde alle polemiche esplose sulle liste del Pd e ribadisce: "Il Pd e la coalizione di centrosinistra vuole vincere le elezioni, dopo guarderemo al risultato in Parlamento e valuteremo le scelte da fare sulle alleanze, ma il nostro primo interlocutore sarà sicuramente la lista Monti a partire dal governo Bersani". Poi, rispondendo a domande sulle proteste intorno alle liste, il vicesegretario ha detto: "Non bisogna scambiare singole delusioni personali per fatti politici. Le nostre sono liste larghe e articolate - ha sottolineato il vicesegretario - e i candidati esterni indicano che il Pd vuole rappresentare largamente la società italiana mettendo insieme mondo economico e culturale, non c'è settarismo, c'è voglia di essere inclusivi". Rivolgendosi in particolare al segretario del Psi, Riccardo Nencini, che ha convocato d'urgenza la segreteria nazionale e i segretari regionali del partito, Letta ha risposto: "Non capisco il senso della protesta di Nencini. C'erano dei patti e sono stati rispettati - ha detto Letta - le nostre sono liste aperte e sarà una buona alleanza''. Anche sull'esclusione di Reggi nessun blitz: "Tutte le scelte sono state fatte di comune accordo e tengono conto del risultato delle primarie. Credo che nessuno possa accusare queste scelte di partigianeria è molto importante il rapporto tra Bersani e Renzi che faranno campagna elettorale in tandem".La protesta del Psi. "Noi non facciamo gli ospiti in casa di nessuno. L'ipotesi di una lista Pd-Psi, nel nome del socialismo europeo, era supportata da un orizzonte politico condiviso e da una rappresentanza equilibrata nei territori. Se vengono meno questi presupposti, e non per colpa nostra, ognuno per conto proprio", aveva affermato il segretario del Psi, che ha convocato una riunione d'urgenza per decidere se iniziare la raccolta firme per presentare le liste. Secondo quanto si apprende, il partito guidato da Nencini aveva stretto un accordo con il Pd che prevedeva - spiegano dal Psi - una decina di parlamentari eletti. Viceversa, dalla composizione delle liste, i posti riservati alla quota socialista sarebbero soltanto tre. Per questo Nencini e il Psi starebbero valutando l'ipotesi - non agile, né facile, dicono ancora al partito - di presentare le firme.
Tensione in Sardegna. Polemiche anche in Sardegna dove il presidente del gruppo del Partito democratico nel Consiglio regionale, Giampaolo Diana, ha annunciato le proprie dimissioni in segno di protesta contro le decisioni della Direzione nazionale sulla composizione delle liste per le elezioni politiche alla Camera e al Senato: "Nelle prossime ore comunicherò al Gruppo consiliare le mie dimissioni da capogruppo Pd - ha detto -. Il voto delle primarie non è stato rispettato e credo che la Sardegna debba cercare, anche in queste ore di modificare quella decisione". Da Roma sono stati infatti indicati alcuni nomi nella lista sarda e in questo schema resterebbero fuori dalla possibilità di ottenere un seggio nell'isola altri aspiranti che avevano superato la prova delle primarie.
Emilia Romagna, Richetti: "Errore escludere Reggi". Non meno aspri i toni in Emilia Romagna. Matteo Richetti, a L'aria che tira su La7, lancia il primo affondo renziano sull'esclusione dalle liste pd dell'ex sindaco di piacenza e coordinatore della campagna elettorale alle primarie di Matteo Renzi. "Un errore madornale". Per il candidato alla Camera e braccio destro del sindaco di Firenze, premiato alle primarie modenesi con oltre 9.000 Voti, "non aver messo Reggi nelle liste è un errore madornale. Non si capisce perché un partito che ha puntato tanto sulle primarie ne mortifica poi uno dei protagonisti". A Richetti, che poco prima aveva anche criticato il ripescaggio di alcuni parlamentari uscenti, che "non hanno fatto le primarie e poi rientrano in lista grazie alla sintonia politica con alcuni leader", viene poi chiesto se a suo parere si tratti di una vendetta. "Questo non lo so- risponde l'ex presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna-. Roberto ha condotto una campagna decisa e aspra a favore di Renzi, ma ha fatto il sindaco di Piacenza per due volte in virtù della sua capacità amministrativa". In una città, ricorda il renziano, che spesso aveva visto in sella amministrazioni di centrodestra. E il terremoto Pd scuote anche il renziano Salvatore Vassallo, politologo a Bologna che è a un passo dall'addio. Pur avendo detto 'no' ad una candidatura in posizione sicura nella lista Monti, Vassallo ha annunciato a Rainews che non parteciperà alla campagna elettorale. "Noi abbiamo contribuito a costituire tra il 2007 e il 2008 un partito che doveva essere molto diverso da quelli che precedevano. Un partito aperto, plurale, capace di parlare a parti della società italiana che non si erano riconosciute in passato nei partiti della sinistra tradizionali. Oggi questo non mi pare che sia in campo", afferma Vassallo.
(da Repubblica.It)
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