SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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giovedì 31 gennaio 2013

Le politiche di Berlusconi e Lega, disastro per Nord e Sud


Da Napoli il segretario del Pd ironizza con Berlusconi: "Lui tratta per Balotelli? Io per Messi al Bettola"



Bersani e giovani
"Quando Nord e Sud si avvicinano, anche l’Italia si avvicina alle medie europee. Invece nei dieci anni dei governi di Berlusconi e della Lega è passata l’idea che il Nord avrebbe corso solo umiliando il Sud, e il risultato è stato il disastro sia al Nord che al Sud". E’ quanto affermato da Pier Luigi Bersani a Napoli, dove oggi ha fatto tappa il suo viaggio elettorale nelle regioni italiane.

“La Lega - ha aggiunto Bersani - ha seminato un pregiudizio che ha dato il segno al populismo in tutta Europa. E adesso si son messi in testa che in Italia suoniamo il mandolino a Napoli e a Varese, anche se siamo un Paese contributore netto”.
Per il candidato premier “dobbiam dire all’Italia e all’Europa che siamo un solo Paese e un solo Continente, per questo vogliamo gli Stati Uniti d’Europa”.
Ma, ha aggiunto il segretario del Pd, con un chiaro riferimento alle notizie sui problemi che si sono scatenati a Napoli, “serve anche il contatto con gli Enti locali e coerenza tra le dimensioni di governo. Capiamo che ci sono le elezioni e tante distrazioni, ma chi amministra deve guardare da vicino ai problemi”.

Sul versante del confronto nazionale, rivolgendosi a Berlusconi Bersani ha ironizzato: “Nelle stesse ore in cui io incontravo i disabili a Padova lui trattava con Balotelli? Bene, allora io tratto per Messi al Bettola”.
Noi, ha sottolineato il candidato premier, “abbiamo mantenuto ciò che avevamo detto: abbiamo scelto il leader con le primarie, il 75% degli eleggibili delle nostre liste è stato scelto con le primarie per i parlamentari, eleggeremo il 40% di donne e rinnoveremo dei due terzi la nostra rappresentanza alla Camera, una cosa mai vista in nessun altro grande partito”. “Anche con qualche sofferenza – ha ammesso Bersani – ma senza strappi nella giacca non c’è vero cambiamento”. 

Le parole d’ordine del Pd per la prossima legislatura, rilanciate a Napoli, sono “moralità” e “lavoro”. “L’onestà è una bellissima parola – ha detto il candidato premier – E’ una virtù privata ma anche un bene pubblico”. 
“Reintrodurremo il primo giorno il falso in bilancio, affronteremo il conflitto di interessi e le leggi ad personam – ha assicurato Bersani – ma dovremo metterci accanto anche il tema positivo dei diritti” perché “per noi la sanità, la sicurezza, l’istruzione vogliono risposte universalistiche” e per questo “vanno rese sostenibili”.

Bersani su Napoli: "Le amministrazioni locali devono concentrarsi sui problemi"


Ironia sull'acquisto di Balotelli da parte della squadra dell'ex premier: "Sto trattando Messi per il Bettola football club". Folla alla Stazione Marittima per il candidato leader del Pd


Ha parlato di tutto, destinando a Berlusconi parecchie attenzioni e anche battute umoristiche poi, a fine comizio Bersani, è tornato a parlare dei problemi di Napoli: "Napoli - ha sottolineato - ha problemi che non credo che si possano risolvere solo con le energie della città. Sono problemi che si sono accumulati, e c'è bisogno anche di avere un buon dialogo con le istituzioni centrali. Questa rottura che c'è stata in questi anni tra Nord e Sud - ha spiegato - è stata una stupidaggine che ci ha consegnato problemi drammatici al Sud come al Nord. Detto questo, credo che le amministrazioni locali devono concentrarsi sui problemi".

 In precedenza il premier si era concentrato su Berlusconi. "Il nostro obiettivo - aveva detto - è mandare a casa Berlusconi una volta per tutte e un sistema durato venti anni. Uno che è arrivato dicendo che schifava la politica, schifava lo Stato, il Fisco, schifava tutto. Speriamo che Dio abbia perso lo stampino di Berlusconi. 

"La differenza tra noi e loro - ha spiegato riferendosi al centrodestra - e che noi quando la colpa è nostra è nostra, mentre quelli quando la colpa sarebbe loro dicono che è degli altri".

In un altro passaggio  Bersani si è chiesto cosa ne sarà di alcuni movimenti politici "dopo Berlusconi, Grillo o Ingroia". "Da noi - ha commentato - il dopo Bersani sarà ancora il Pd. Tra trent'anni ci sarà ancora un partito fondato su uguaglianza libertà, 
equità e giustizia".


Poi anche una battuta dal sapore di calciomercato. "Sto trattando con Leo Messi per il Bettola football club. A Bettola non c'è la squadra, ma mi hanno detto che gioca da solo, secondo me ce la fa", ha detto per parlare del tono della campagna elettorale e, nello specifico, dell'acquisto di Mario Balotelli andato dal City al Milan.

"Tant'è, questa è la situazione. Noi cercheremo di metterci serietà e una riflessione attenta", ha sottolineato il leader del Pd nel suo intervento trasmesso da Youdem.
(da Repubblica.It)

martedì 29 gennaio 2013

Berlusconi fa saltare il confronto tv in Rai. Bersani replica: "Allora vado a Sky"


Dopo l'apertura del segretario Pd, disponibile a confrontarsi con tutti i candidati, non si è trovato l'accordo per l'appuntamento previsto sabato su Rai1. Il Pdl si è appellato al regolamento della Commissione di Viglianza che prevede spazi per i leader delle coalizioni e non dei singoli partiti


ROMA - Salta il confronto televisivo tra i candidati premier in una rete Rai. A quanto si apprende da fonti Pd, a fronte della disponibilità di Pierluigi Bersani di avere un confronto con tutti e sei i candidati premier e anche con Berlusconi, dal Pdl sarebbe giunta l'obiezione che il regolamento della Commissione di Vigilanza Rai prevede che sia riservato uno spazio ai leader delle coalizioni e dunque non a Beppe Grillo, Antonio Ingroia e Oscar Giannino. Silvio Berlusconi, infatti, è contrario al faccia a faccia a sei.

La condizione posta dal Pd era appunto la presenza di tutti i leader. Pronta la replica di Bersani: "Se il confronto tv a 6 fra i candidati alle elezioni non si può fare in Rai vado a Sky". "Per quale diavolo di motivo - continua il segretario Pd - non si può fare il confronto a sei? Escludiamo Grillo, escludiamo Ingroia, escludiamo Giannino?", si è chiesto. "Dite alla Vigilanza Rai che io, quando c'era da fare le primarie, non l'ho fatto fra i favoriti perchè un conto sono i sondaggi e uno sono i voti. Io mi chiamo Partito democratico e partecipo solo a cose dove tutti hanno uguali condizioni. Non intendo partecipare a cose dove ci sono condizioni diverse, questo lo lascio fare a Berlusconi", ha concluso. 
 
Sul mancato confronto risponde a caldo anche Antonio Ingroia: "'Riteniamo sia equo rispettare i diritti di tutti e che quindi vi sia "un confronto fra tutti". E chiosa: "Mi sembra che chi vuole sfuggire al confronto sia Berlusconi, forse per paura di confrontarsi con me".

La Rai resta al lavoro, nonostante le diverse posizioni dei leader, per tentare di organizzare il confronto. A Viale Mazzini avrebbero avuto il via libera di Pier Luigi Bersani e Mario Monti per un faccia a faccia a sei, mentre Silvio Berlusconi avrebbe aperto alla presenza oltre ai tre capi coalizione, anche di un quarto partecipante (probabilmente Antonio Ingroia). Difficile comunque a questo punto, anche in presenza di un'intesa, che si riesca a trasmettere la sfida per sabato prossimo su Rai1, come ipotizzato in un primo momento, pur essendo il format già pronto, con tanto di cronometro per controllare la durata delle risposte uguale per tutti e con Bruno Vespa e il direttore del Tg1 Mario Orfeo a fare da moderatori.
(da Repubblica.It)

Rossana Lamberti a Vietri "è ora di vincere le elezioni"


Visualizza RossanaLambertiVIETRI.jpg in una presentazione
 Incontro con Rossana Lamberti ieri mattina a Vietri sul Mare. La candidata del Partito democratico al Senato della Repubblica è stata accolta nella sede cittadina del Pd. 
Rossana Lamberti, dopo il saluto della segretaria cittadina Patrizia Gadaleta, ha subito preso parola ringraziando i presenti e le persone che hanno creduto in lei in questi anni ed in particolare nelle ultime parlamentarie.  L'ex assessore all'urbanistica di Cava de' Tirreni nell'incontro ha detto:  «Se dovessi essere eletta voglio essere l'interlocutore non solo per Cava de’ Tirreni, o Salerno ma anche per Vietri sul Mare». «Ci tengo a dirvi - ha continuato la candidata - siate molto orgogliosi per quello che abbiamo fatto. Abbiamo affrontato le primarie per il candidato premier e in tempi troppi brevi abbiamo organizzato e svolto le primarie». «Certo è - ha detto ancora Rossana Lamberti - che ci sono state polemiche per gli ormai meglio definiti “paracadutati”. Cento persone che hanno trovato spazio nelle liste. Ma ora è il momento di superare tutto questo, di andare avanti e di iniziare la campagna elettorale a contatto con la gente».  Stando al programma. «Mi batterò per il turismo, leva per la vicina Costiera Amalfitana. Mi batterò per la gente che attende risposte dalla politica. Io ci sono e sarò sempre pronta ad incontrarvi». Infine ha preso la parola il sindaco di Vietri sul Mare, Franco Benincasa, che ha detto:  «Apprezzo di Rossana l'impegno che lei profonde in ogni tipo di attività, è di buoni principi e sa far valere le questioni che lei affronta. Per noi è un momento importante ed una grande occasione». 
(da www.laprimaora.blogspot.com)

lunedì 21 gennaio 2013

I candidati del PD per Camera e Senato



Pier Luigi Bersani ha aperto i lavori della Direzione del partito che ha approvato le liste dei candidati di Camera e Senato del Partito democratico alle prossime elezioni politiche

bandiere PD  bandiere PD  La Direzione nazionale del Pd riunita in data 8 gennaio 2013, 
prende atto delle votazioni sulle liste dei candidati del Pd alla Camera e al Senato nelle elezioni del 24/25 febbraio 2013
così come esse risultano dall’esito delle primarie per le candidature al Parlamento nazionale, dalle composizioni delle liste deliberate dalle Unioni regionali, nonché dalle proposte del Segretario nazionale e del comitato elettorale nazionale. 

Ai fini del completamento della lista dei candidati al Parlamento nazionale per il successo elettorale nelle elezioni politiche del 24/25 febbraio 2013 dà mandato:

1)al Segretario nazionale di verificare e concludere i necessari accordi e le alleanze politiche, unitamente alle candidature utili allo scopo;

2) alla Commissione nazionale di Garanzia di raccogliere la autocertificazione da parte dei candidati entro il 15 gennaio 2013 nella quale dichiarano, sotto la loro responsabilità, che non sussistono condizioni di incandidabilità così come previste dal Codice etico del Pd e dalle leggi italiane ed in particolare dal decreto legislativo 31 dicembre 2012,n.235 nonché dagli obblighi in esso previsti. La Commissione nazionale di garanzia presidierà il rispetto di queste regole;

3) al Comitato elettorale nazionale, eletto da questa Direzione il 17 dicembre 2012 , a norma dell’art. 19 dello Statuto del Pd, di :
1) portare a termine la definizione delle candidature per la elezione dei rappresentanti degli italiani nel mondo ; 

4) alla Tesoreria nazionale di raccogliere la seguente dichiarazione di impegno da parte dei candidati:
Io sottoscritto …. mi impegno a raggiungere gli obiettivi di autofinanziamento definiti dall’Unione regionale di appartenenza nell’ambito della campagna di raccolta fondi promossa dal PD per le elezioni politiche 2013.
Le risorse così raccolte resteranno nella esclusiva disponibilità delle articolazioni territoriali secondo la ripartizione definita dalle Unioni Regionali. I candidati si impegneranno, inoltre, a versare come stabilito nell’art 22, comma 2 dello Statuto , un contributo mensile nella misura che sarà determinata dalla tesoreria nazionale d’intesa con i Gruppi parlamentari. 


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Pubblichiamo l'elenco dei candidati di Camera e Senato del Partito democratico alle prossime elezioni politiche

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"Già da stasera dobbiamo considerarci in campagna elettorale, sfruttiamo al meglio il vantaggio del tempo nella formazione delle liste rispetto ai nostri competitori". Lo ha detto Pier Luigi Bersani aprendo la Direzione nazionale del PD che ha approvato le liste dei candidati alle prossime elezioni politiche. Ed ha ricordato, assieme alla platea, la scomparsa di Luigi Spaventa e della senatrice Franca Donaggio.

Il Segretario ha poi rivendicato la "rivoluzione femminile" operata dal PD: "Possiamo portare in Parlamento il 40% di donne, è una rivoluzione", ha sottolineato. Infatti su 38 capilista del PD, 15 saranno donne
Ed ha invitato a "rassicurare e offrire messaggi positivi, rispetto all'Italia e all'Europa, perchè si pongano risorse per l'occupazione e il lavoro. "Noi saremo positivi - ha detto - e noi metteremo il segno più dove c'è il segno meno. Lo faremo senza raccontare favole, dicendo la verità.Troveremo la nostra forza nel civismo. Anche il tema della legalità - ha aggiunto - è un campo di riforma intorno al quale costruiremo una politica di governo". 

Bersani ha parlato dell'equilibrio dei conti pubblici che "verrà messo alla prova di quanta polvere si è messa sotto il tappeto", spendendo comunque parole di fiducia: "La situazione è pesante. Il 2013 sarà l'anno più acuto della crisi sul versante sociale, ma l'Italia ce la farà".

In riferimento alle liste di candidati appena approvate, ha commentato: "Noi non abbiamo messo nessuno del governo nelle liste del PD anche se qualcuno che ci piaceva c'è". Bersani non ha però apprezzato troppo le aperture di Mario Monti su una possibile modifica dell'Imu, dopo che per mesi il PD aveva provato a chiedere delle correzioni. "Leggo di un sacco di difetti del PD. E leggo che ora si può fare tutto. Ma se si voleva sistemare l'Imu, bastava prendere il nostro emendamento", ha chiarito.

Bersani, durante il suo intervento in Direzione, ha tenuto a sottolineare che con le elezioni primarie dei parlamentari, svoltesi il 29 e 30 dicembre, "il PD sulle liste si è assunto alcuni rischi, ma abbiamo ammazzato il Porcellum. Non abbiamo conventi o case private, tutto all'aria aperta", ha detto alludendo ironicamente ai luoghi scelti dai rivali, centristi e del Pdl, per definire le proprie liste".

Citando la canzone di Fabrizio De Andre' "Marcia Nuziale", il segretario democratico ha commentato in chiusura del suo intervento, la ritrovata intesa tra Pdl e Lega: "Quello tra Pdl e Lega non è un matrimonio per amore ma un matrimonio per forza", ha detto ironicamente. "La lepre da inseguire siamo noi - ha concluso sintetizzando il vantaggio dei Democratici sui competitori alle elezioni- e tutti faranno la gara dietro di noi. Noi siamo pronti alla guida del Paese". 

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Bersani: "Le nostre liste piene di giovani e donne, problemi zero"


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Letta: "Su 38 capilista, 16 donne"

Videoforum con Pietro Grasso: "Chi fa politica non può avere altri interessi"


E' la legge di una sola riga che farebbe l'ex procuratore antimafia candidato con il Pd al Senato e ospite di Repubblica Tv: "Il conflitto di interessi è la prima cosa da risolvere nel nostro Paese".

di MONICA RUBINO

ROMA  - Il rapporto tra politica e giustizia è ancora una volta centrale sia in campagna elettorale che per il futuro governo del Paese. Ed è uno dei motivi che ha spinto Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, a candidarsi nel Pd come capolista al Senato nel Lazio. Lo sottolinea lo stesso magistrato che, ospite di un videoforum su Repubblica tv condotto da Massimo Giannini, spiega che la prima legge da fare è quella sul conflitto di interessi: "Forse è una proposta velleitaria - dice - ma farei una legge di una sola riga che recita così: 'Chi fa politica non può avere altri interessi'". Dal canto suo, Grasso non punta alla poltrona di ministro della Giustizia: "Mi basta stare in Parlamento - afferma - per poter dare il mio contributo attivo. Vorrei impiegare il mio spirito battagliero, speso in tanti anni di lavoro da magistrato, su un altro fronte". 

L'impegno politico. E' dunque la voglia di continuare a combattere, ma da un altro versante, che ha spinto l'ex procuratore a candidarsi, come lui stesso spiega: "A ottobre 2013 avrei ultimato la mia funzione di procuratore antimafia. Ho scelto di pensionarmi in anticipo per affrontare le elezioni come cittadino e non come magistrato. Mi sono solo spostato da una funzione a un'altra, senza perdere di vista i miei obiettivi, che sono la lotta alla criminalità organizzata e l'impegno civile. Stando dentro la politica si può cercare di cambiarla".

(da Repubblica.It)

mercoledì 16 gennaio 2013

Bersani: "Via tutte le leggi ad personam" e lancia la campagna per il "voto utile"


Il Pd chiude a un'ipotesi di desistenza con Ingroia: "Nessun patto, è troppo distante da noi". Ma avverte: "Chi non ci sostiene al Senato favorisce Berlusconi". Battuta sull'ex premier: "Cos'ha più di me? Solo i capelli"


ROMA - "Chi non sostiene il Pd, soprattutto al Senato e in alcune regioni, fa un favore a Berlusconi". Il messaggio che Pierluigi Bersani spedisce a Antonio Ingroia è chiaro. "Non facciamo nessun patto con posizioni politiche che vanno in diverse direzioni", dice il segretario dei democratici. "Il Pd e i progressisti - aggiunge - reggono la sfida alla destra, a Berlusconi e alla Lega e questo è l'oggetto della campagna elettorale. C'è bisogno di una riflessione e ciascuno deve prendersi le sue responsabilità. Qualcun altro può dire che da solo batte Berlusconi? Solo noi". 

E sull'ex premier il leader del Pd torna a battere anche in serata a Ballarò, dove lo definisce e "la destra dell'individualismo che vuole sempre denigrare ogni funzione pubblica, che ovunque dice sempre le stesse cose, che non crede nel collettivo e nell'equità e che non crede che la parola uguaglianza sia una parola valida. Quella è la destra". E alla domanda su cosa il Cavaliere abbia più di lui si concede una battuta in tempismo perfetto "I capelli, è evidente...". 

Quanto alle priorità del Pd al governo, la prima legge per Bersani sarà contro il conflitto di interessi: "Cancelleremo le leggi ad personam, ce n'è un certo tot, la Cirielli va cancellata, la Gasparri da modificare...Insomma ce ne è un po', finché c'è la persona", dice Bersani.

Del "voto utile" avev aparlato poco prima anche da Dario Franceschini. "Vedremo cosa deciderà la lista Ingroia nei prossimi giorni - dice il capogruppo del Pd alla Camera - spero che sia un atto di responsabilità da parte loro. Quel movimento è su posizioni troppo lontane da noi per costruire qualsiasi accordo politico. Però nasce contro Berlusconi e non vorrei che l'effetto rovesciato fosse rendere il Senato ingovernabile e rimettere Berlusconi in partita". Fra il centrosinistra e Ingroia tuttavia, aggiunge Franceschini, "non ci sarà nessuna desistenza. Però chi toglie voti al campo dei progressisti rischia, anche involontariamente, di far vincere la destra. A questo punto è la lista di Ingroia che deve scegliere se fare un atto di responsabilità nei confronti del paese. Desistenza significa patti, scambi, non c'è niente di tutto questo".

Alle indicazioni arrivate dal Pd, Ingroia ha risposto così: "Parliamone". "Si potrebbe anche rovesciare il ragionamento - sottolinea - chi non si accorda con chi potrebbe accordarsi col Pd al Senato aiuta Berlusconi". "Siamo contrari a qualsiasi ammucchiata, a qualsiasi ipotesi pasticciata e siamo contrari alle politiche del governo Monti. Potremmo essere disponibili solo in un governo di centrosinistra", ricorda l'ex pm intervevendo a Radio2. "Noi siamo incompatibili con Monti. Mai con monti - mette in chiaro Ingroia - se ci fosse lo stallo, si deve tornare a votare. Non ci sono alternative, certo non si può fare una grande coalizione".
 
Intanto la campagna acquisti di Rivoluzione civile per i candidati va avanti con alcuni nomi a sorpresa: quelli di Antonello Zappadu e Mario Riccio. ll fotografo sardo, diventato famoso per gli scatti rubati di Villa La Certosa, sarà candidato in lista per la Camera in Sardegna. Smentisce invece le voci di una candidatura con Ingroia il dottor Mario Riccio, il medico del caso legato alla vicenda di Piergiorgio Welby: "Ci sono stati contatti con Rivoluzione civile, ma sarò candidato con il Psi in Lombardia come capolista alle regionali". E una probabile marcia indietro è annunciata anche dallo stesso Zappadu. "Molto probabilmente, rigetterò l'offerta, per motivi familiari", ha scritto il fotografo sul suo sito internet.
(da Repubblica.It)

mercoledì 9 gennaio 2013

Pd a Monti: "Dopo vittoria, collaboriamo" Tensione Psi, Nencini: "Così facciamo da soli"


Pd a Monti: "Dopo vittoria, collaboriamo"
Tensione Psi, Nencini: "Così facciamo da soli"

Enrico Letta, annuncia che in caso di vittoria il Partito democratico chiederà al centro di sostenere Bersani. Poi risponde alle critiche sulle liste: "Patti rispettati". Ma il segretario socialista ribadisce: "Non c'è una rappresentanza equilibrata nei territori". Tensione in Sardegna: il presidente del gruppo nel Consiglio regionale annuncia le dimissioni: "Ignorato il risultato delle primarie"


ROMA - "Dopo le elezioni, se vinceremo chiederemo ai montiani, al centro, di sostenere il governo Bersani". Il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, risponde alle polemiche esplose sulle liste del Pd e ribadisce: "Il Pd e la coalizione di centrosinistra vuole vincere le elezioni, dopo guarderemo al risultato in Parlamento e valuteremo le scelte da fare sulle alleanze, ma il nostro primo interlocutore sarà sicuramente la lista Monti a partire dal governo Bersani". Poi, rispondendo a domande sulle proteste intorno alle liste, il vicesegretario ha detto: "Non bisogna scambiare singole delusioni personali per fatti politici. Le nostre sono liste larghe e articolate - ha sottolineato il vicesegretario - e i candidati esterni indicano che il Pd vuole rappresentare largamente la società italiana mettendo insieme mondo economico e culturale, non c'è settarismo, c'è voglia di essere inclusivi". Rivolgendosi in particolare al segretario del Psi, Riccardo Nencini, che ha convocato d'urgenza la segreteria nazionale e i segretari regionali del partito, Letta ha risposto: "Non capisco il senso della protesta di Nencini. C'erano dei patti e sono stati rispettati - ha detto Letta - le nostre sono liste aperte e sarà una buona alleanza''. Anche sull'esclusione di Reggi nessun blitz: "Tutte le scelte sono state fatte di comune accordo e tengono conto del risultato delle primarie. Credo che nessuno possa accusare queste scelte di partigianeria è molto importante il rapporto tra Bersani e Renzi che faranno campagna elettorale in tandem".

La protesta del Psi. "Noi non facciamo gli ospiti in casa di nessuno. L'ipotesi di una lista Pd-Psi, nel nome del socialismo europeo, era supportata da un orizzonte politico condiviso e da una rappresentanza equilibrata nei territori. Se vengono meno questi presupposti, e non per colpa nostra, ognuno per conto proprio", aveva affermato il segretario del Psi, che ha convocato una riunione d'urgenza per decidere se iniziare la raccolta firme per presentare le liste. Secondo quanto si apprende, il partito guidato da Nencini aveva stretto un accordo con il Pd che prevedeva - spiegano dal Psi - una decina di parlamentari eletti. Viceversa, dalla composizione delle liste, i posti riservati alla quota socialista sarebbero soltanto tre. Per questo Nencini e il Psi starebbero valutando l'ipotesi - non agile, né facile, dicono ancora al partito - di presentare le firme. 

Tensione in Sardegna. Polemiche anche in Sardegna dove il presidente del gruppo del Partito democratico nel Consiglio regionale, Giampaolo Diana, ha annunciato le proprie dimissioni in segno di protesta contro le decisioni della Direzione nazionale sulla composizione delle liste per le elezioni politiche alla Camera e al Senato: "Nelle prossime ore comunicherò al Gruppo consiliare le mie dimissioni da capogruppo Pd - ha detto -. Il voto delle primarie non è stato rispettato e credo che la Sardegna debba cercare, anche in queste ore di modificare quella decisione". Da Roma sono stati infatti indicati alcuni nomi nella lista sarda e in questo schema resterebbero fuori dalla possibilità di ottenere un seggio nell'isola altri aspiranti che avevano superato la prova delle primarie.

Emilia Romagna, Richetti: "Errore escludere Reggi". Non meno aspri i toni in Emilia Romagna. Matteo Richetti, a L'aria che tira su La7, lancia il primo affondo renziano sull'esclusione dalle liste pd dell'ex sindaco di piacenza e coordinatore della campagna elettorale alle primarie di Matteo Renzi. "Un errore madornale". Per il candidato alla Camera e braccio destro del sindaco di Firenze, premiato alle primarie modenesi con oltre 9.000 Voti, "non aver messo Reggi nelle liste è un errore madornale. Non si capisce perché un partito che ha puntato tanto sulle primarie ne mortifica poi uno dei protagonisti". A Richetti, che poco prima aveva anche criticato il ripescaggio di alcuni parlamentari uscenti, che "non hanno fatto le primarie e poi rientrano in lista grazie alla sintonia politica con alcuni leader", viene poi chiesto se a suo parere si tratti di una vendetta. "Questo non lo so- risponde l'ex presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna-. Roberto ha condotto una campagna decisa e aspra a favore di Renzi, ma ha fatto il sindaco di Piacenza per due volte in virtù della sua capacità amministrativa". In una città, ricorda il renziano, che spesso aveva visto in sella amministrazioni di centrodestra. E il terremoto Pd scuote anche il renziano Salvatore Vassallo, politologo a Bologna che è a un passo dall'addio. Pur avendo detto 'no' ad una candidatura in posizione sicura nella lista Monti, Vassallo ha annunciato a Rainews che non parteciperà alla campagna elettorale. "Noi abbiamo contribuito a costituire tra il 2007 e il 2008 un partito che doveva essere molto diverso da quelli che precedevano. Un partito aperto, plurale, capace di parlare a parti della società italiana che non si erano riconosciute in passato nei partiti della sinistra tradizionali. Oggi questo non mi pare che sia in campo", afferma Vassallo.

(da Repubblica.It)