«No, la sinistra esiste in natura. È il lievito del Partito Democratico».
Dunque ha ragione Renzi a dire: «non è la fine della sinistra ma di un gruppo dirigente della sinistra?».
«Guardi che la vita è una ruota. Adesso è il turno di Renzi. Ma se lui è fi è solo perché qualcuno gli ha aperto la strada portando la fiaccola. Il rinnovamento va bene, ma senza dimenticare chi ha esperienza. Non mi pare che sia il caso di usare la clava. E comunque i tre milioni di persone (splendide) che si sono presentate alle primarie dimostrano che il confronto è nel nostro dna».
L`esito di questo «confronto» può mettere fine all`esperienza del governo Letta?
«Non credo».
E che cosa crede?
«Tre cose. La prima: la vittoria di Renzi è stata netta. E per questo gli faccio i complimenti. La seconda: tutti noi siamo a disposizione del partito, a cominciare da me. Nessuno gli metterà i bastoni tra le ruote. La terza: adesso il nuovo segretario dovrà spiegarci qual è la sua idea di Pd. Cosapensa del governo. Della legge elettorale. Del welfare. E così via».
E se le spiegazioni non la convinceranno?
«Farò sentire la mia voce».
Renzi ha vinto col 70%.
«Avesse vinto anche con il 99% nel Pd al dibattito non ci si può sottrarre. Altra cosa è la disciplina di partito. Alla quale ci atterremo. E ci mancherebbe».
Qual è ii cuore del dibattito secondo lei?
«Uso il bersanese: affidarsi a un partito leaderistico sarebbe come non vedere una mucca nel corridoio».
Bello. Traducendo?
«Un partito normale è quello che è in grado di cambiare segretario ogni quattro anni. In Germania la Cdu non è schiava della Merkel. Peccato che da noi, a differenza di quello che è successo in Spagna o in Francia, dopo la caduta del muro di Berlino la parola partito è diventata sinonimo di vergogna. E Berlusconi si è fatto profeta di questa nuova era».
La fregatura è che domenica í vostri elettori sembravano convinti che il Pd fosse ancora schiavo di D`Alema. Di un mondo che non esiste più.
«Non c`è dubbio che lo spirito del tempo richieda il cambiamento. Io l`avevo portato. Basta guardare la composizione dei nostri gruppi. E quando dico che il segretario deve cambiare non penso solo al futuro. Rifletto anche sul passato».
Qual è il sistema elettorale che immagina per uscire dal caos?
«Ho sempre amato il mattarellum, ma con questo quadro politico di sicuro non garantirebbe la stabilità. Penso a un doppio turno di collegio. Mi sembra il sistema più utile».
Bersani, Grillo, Renzi. Senza un leader in Italia non si vince.
«Bisogna intendersi. Un partito è uno spazio aperto, in cui ognuno può entrare o un soggetto con una propria personalità? Chi ha vinto le primarie deve tenere presente che il nostro elettore è un anarchico-cooperativista. Un ossimoro, lo so. Ma la componente anarchica è forte in buona parte dei nostri elettori. E va tenuta presente».
Le due cose (spazio aperto ma con personalità autonoma) non sono possibili?
«Se si affida il senso di un`esperienza a un leader, sparito il leader sparisce il senso. Un sistema non si tiene senza partiti. È anche grazie a questo se io, nella mia esperienza di questi anni, non ho mai dovuto sottostare alle telefonate di qualche potere forte».
I poteri forti condizioneranno Renzi?
«Sarà lui a dovere dimostrare il contrario».
Ci dice una cosa che le piace del suo nuovo segretario?
«Ha forza, energia, vivacità. È immediato. Credo che non gli manchino le risorse per fare valere la propria autonomia di pensiero anche davanti a pressioni forti».
Se sbaglia anche Renzi il Pd è morto?
«No. Un domani c`è sempre. Vedrete che nasceranno altri fiori. E anche altri leader che oggi non immaginiamo».
Con Cuperlo avete sbagliato candidato?
«Il candidato non si sbaglia mai».
Diciamo che non l`avete indovinato.
«A Cuperlo l`unica cosa che posso rimproverare è di essere una persona troppo perbene. Erano tre anni che gli chiedevo in ginocchio di andare in tv. Ma lui non voleva. È fatto così. Un grande. Va rispettato. Certo che il pensiero qualche volta è una fregatura».
Che cosa la divide da Civati?
«Ma, molte cose che dice sono condivisibili. Se però sta nel Pd e non vota la fiducia al governo magari faccio fatica a capire».
Onorevole Bersani, nella prossima legislatura lei sarà ancora qui?
«Io sono a disposizione del partito. Come sempre».
Fonte: La Stampa
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