SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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mercoledì 18 dicembre 2013

Entrare nel Pse subito. Per contare di più.

Entrare nel Pse subito. Per contare di più.

Gianni Pittella - Europa


Logo PSE

Pse ora e subito. Anzi siamo già in ritardo. Per il Partito democratico, il "nuovo" Partito democratico, unico rimasto nel senso tradizionale del termine, aderire al Partito socialista europeo non vuol dire aggiungere una bandierina al proprio Pantheon di riferimento. Né tantomeno significa, come artificiosamente teme qualche nostalgico della Margherita, imporre una famiglia politica a danno di quella cattolica o riformista.


Tra l`altro, nel gruppo parlamentare dei socialisti e democratici europei militano e hanno militato autorevolissimi esponenti del cattolicesimo riformista.


Aderire al Pse, oltre ad essere l`approdo naturale, è innanzi tutto una decisione strategica per il Pd e per l`Italia. Il parlamento europeo è destinato a contare sempre di più nelle politiche comunitarie. E il peso della componente italiana nel Pse sarà fondamentale per l`Italia per indirizzare le politiche del gruppo e più in generale del parlamento europeo. Alle europee del 2014 ogni famiglia politica proporrà un candidato alla presidenza della Commissione. Il Pse presenterà Martin Schultz, attuale presidente del parlamento europeo. Che peso potrà mai avere il Pd se resta fuori dai giochi? Il 2014, con la presidenza italiana, dovrà segnare un momento di svolta, una fase costituente per il ruolo e le sfide che attendono le istituzioni comunitarie. Il Pd come pensa di contribuire al nuovo assetto se resta ai margini del dibattito? Se restiamo fuori, se rimaniamo prigionieri di formule semantiche auliche ma vuote poi nei fatti, viaggiamo su un binario morto. Il futuro dell`Italia - nero o rosa che sia - si traccerà a Bruxelles. È miope oramai pensare che le decisioni del governo italiano possano incidere da sole, se non supportate da appropriate politiche comunitarie, sul fronte della crescita economica, sullo scacchiere internazionale, sul piano dei diritti. Per uscire dalla crisi in cui ci troviamo non serve meno Europa, serve più Europa. Un`Europa sempre meno vincolata dai veti incrociati dei singoli stati, un`Europa capace di andare oltre il sistema intergovernativo, dove la Commissione non è più espressione degli accordi tra paesi membri ma emanazione diretta con il vincolo della fiducia, del parlamento europei. Insomma un`Europa politica e non più solo finanziaria e burocratica.


Questo è il campo di gioco dove si misurerà la capacità italiana di pesare e influenzare le politiche comunitarie, che - nolenti o volenti - toccano ognuno di noi. Qualsiasi altra analisi che si allontana da questo presupposto e non abbia questo scenario come orizzonte condannerebbe il Pd e l`Italia ad una marginalizzazione politica fuori dal tempo. Il prossimo congresso del Pse di febbraio si svolgerà a Roma. Un grande riconoscimento per il lavoro fatto in questi anni dal dipartimento estero del partito e di tutti gli eurodeputati del Pd all`interno dell`ala dei socialisti e riformisti europei. Quella è l`occasione per annunciare l`adesione del Pd al Pse. Matteo Renzi ha capito l`importanza della posta in gioco. Sa che per risultare vincente ed efficace in Italia occorre starci in Europa, nei ruoli che contano.


Questo non è più tempo per le decisioni prese con il bilancino per accontentare tutti. È una questione di identità e di strategia. Il nuovo Pd di Matteo Renzi può abbandonare i vestiti da cenerentola e indossare quelli del cambiamento nel merito e nel modo di fare politica. Anche in Europa. Perché il segretario del più grande partito di centrosinistra in Europa deve ambire a cambiare l`Italia, certo, ma per poterlo fare deve pesare nel Pse e quindi a Bruxelles.


Il sindaco può ambire a cambiare l`Italia ma deve pesare a Bruxelles.

A Lampedusa metodi disumani, interrogazione parlamentare del PD


A Lampedusa metodi disumani


sbarchi lampedusa    sara prestianni
A Lampedusa metodi disumani, lo denunciano i parlamentari democratici Pina Picierno, responsabile Legalità e Sud della Segreteria del PD e Khalid Chaouki, coordinatore PD dell'intergruppo parlamentare sull`immigrazione, che hanno presentato immediatamente una interrogazione parlamentare ai ministri Alfano e Kyenge.

"Quanto accaduto a Lampedusa lascia sgomenti", ha affermato Picierno. "Ho presentato, in proposito, una interrogazione al ministro Alfano su quali iniziative intenda assumere per procedere rapidamente alle necessarie verifiche delle condizioni del centro di accoglienza, e per accertare eventuali responsabilità per il trattamento degradante a cui sono stati sottoposti i migranti. 

Chiediamo chiarezza perché da quanto emerso siamo di fronte a un trattamento degradante inflitto a persone, già provate duramente, che mortifica le istituzioni e il Paese stesso. E’ necessario un cambiamento radicale nell’accoglienza dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, per renderla degna di un Paese civile. Nella consapevolezza che nulla può giustificare trattamenti che poco hanno a che fare con il rispetto dei diritti e della dignità umana".

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"Le immagini che ci sono giunte da Lampedusa sono insopportabili e offendono la dignità umana. Evocano ricordi inquietanti e sinceramente non sono degne del nostro Paese. Ho letto le dichiarazioni del ministro Alfano. Sono convinto che manterrà l'impegno che ha preso pubblicamente". Lo ha dichiarato Gianni Cuperlo, Presidente dell'Assemblea nazionale del PD.

"Ma credo sia necessario anche che il governo riferisca in Parlamento su quanto accaduto, la qualità dell'accoglienza è uno dei primi parametri attraverso i quali si giudica la civiltà di un Paese. Per il PD quanto è avvenuto a Lampedusa è umiliante e mortificante per chi ha subito quei maltrattamenti, ma lo è anche per le nostre istituzioni. Siamo di fronte ad una 'barbara' legislazione in materia di immigrazione che va al più presta cambiata". 

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"Disumano. Ciò che avviene nel centro di soccorso e prima accoglienza di Lampedusa è disumano e inaccettabile", ha dichiarato Chaouki.

"Il modo in cui viene effettuato il trattamento antiscabbia dove i migranti anche con queste rigide temperatura invernali sono disposti in fila nudi, lavati solo con una pompa e del disinfettante non è degno di un Paese civile.

Oggi stesso - ha proseguito - depositerò un'interrogazione parlamentare per fare chiarezza e individuare i responsabili di questa vergognosa vicenda. 

Abbiamo oltrepassato i limiti dell'umano, chiediamo al ministro Alfano e alla ministra Kyenge di riferire con urgenza. Ringraziamo il comitato 3 ottobre e il Tg2 - ha concluso - per aver portato a conoscenza di tutti questa orribile vicenda attraverso le immagini shock trasmesse ieri nell`edizione serale del telegiornale".

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''Le immagini relative al centro di accoglienza di Lampedusa sono di una gravita' assoluta", ha aggiunto il presidente della commissione Politiche dell'Unione Europea, senatore del PD Vannino Chiti. "E' inammissibile che nel nostro Paese delle persone, già reduci da viaggi della speranza che spesso si concludono in tragedia, siano maltrattate e umiliate in quel modo. 

La qualità dell'accoglienza - ha ribadito Chiti - è uno dei primi indici di civiltà e sotto questo aspetto, lo si dimostra ancora una volta con questo episodio, abbiamo molti progressi da compiere". 

Il ministro Alfano ha dichiarato che chi ha sbagliato, pagherà: è un impegno chiaro, con il quale concordo. Bisogna prendere immediati provvedimenti affinchè non accada più, ne' a Lampedusa ne' altrove''.

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"Ciò che è avvenuto è indegno della parola accoglienza e ancor di più della tradizione di civiltà del nostro Paese. Mi unisco a quanti nel mio partito a partire da Khalid Chouqui chiedono al Governo di riferire in aula e apporrò la mia firma alla sua interrogazione. Ritengo che i responsabili di questa incivile pagina della cronaca italiana vadano puniti.
Chiedo quindi al Ministro dell'Interno Alfano di individuare con precisione le responsabilià". Così Sandra Zampa vice presidente del Partito democratico.

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"Il trattamento disumano riservato alle persone immigrate nel centro di Lampedusa, di cui ha dato notizia il Tg2, è indegno del nostro Paese e rischia di oscurare la grande generosità finora dimostrata dalla comunità dell'Isola. Chi ha sbagliato deve pagare, ma soprattutto è necessario cambiare le condizioni di accoglienza nei Cie che, come abbiamo più volte denunciato, sono spesso disumane. 

A tale scopo, come ha sottolineato il segretario del PD Matteo Renzi, è arrivato il momento di abolire la legge Bossi-Fini, che costituisce un ostacolo alla possibilità di garantire i diritti umani ai migranti". Lo dice la senatrice del PD Venera Padua, componente della Commissione Diritti Umani". 

Speranza: «Esodati e diritto allo studio, la manovra è più sociale»

«Grazie al Pd una Stabilità più equa e sociale» - Intervista a Roberto Speranza di Bianca Di Giovanni, L'Unità


Roberto Speranza
«Questa legge di Stabilità ha un forte segno politico impresso dal Pd, che va verso l`equità e la crescita». Roberto Speranza, capogruppo dei democrat, ci tiene a segnalare il contributo del suo partito alla legge di bilancio nel passaggio alla Camera. Il presidente dei parlamentari Pd sa bene che alcune componenti della società si aspettavano forse di più. «Non ci nascondiamo dietro a un dito - spiega - sappiamo che l`intervento è limitato, ma resta il fatto che c`è un`inversione di tendenza». 

Speranza parla mentre in commissione Bilancio continua la maratona sugli ultimi emendamenti da votare. Alcune partite sembrano ancora aperte. Quali sono i segnali di equità che avete voluto dare?
«Prima di tutto le modifiche al taglio del cuneo che sono state introdotte. Riducendo essenzialmente la platea dei beneficiari ai lavoratori sotto i 27mila euro di reddito annuo, garantiamo oltre 200 euro in più in busta paga a 12 milioni di persone, da erogare in unica soluzione nel mese di marzo. Lo so che alcuni alzeranno il sopracciglio, asserendo che la somma non è così alta: ma ci sono famiglie per cui quei 200 euro sono molto importanti. Inoltre c`è la creazione del fondo alimentato dai proventi della spending review. Ebbene, la decisione di destinare all`abbassamento delle tasse i proventi dei tagli di spesa è nata qui alla Camera, con una risoluzione voluta dal Pd».

Quali altre misure considera qualificanti per il Pd?
«Voglio ricordare che si sono trovati i fondi per altri 17mila esodati e si è migliorata l`indicizzazione delle pensioni, che è prevista al 100% per gli assegni fino a 3 volte il minimo e al 95% per quelli fino a quattro volte il minimo. Sono risposte forti a bisogni sociali molto urgenti». 

E per la crescita?
«Considero misure per la crescita quelle che garantiscono il diritto allo studio. Abbiamo alzato a 150 milioni il fondo per le borse di studio. Ricordo che era una voce ferma a 12 milioni, aumentati poi a 100 con il decreto scuola e oggi a 150. Abbiamo anche collocato 30 milioni per i medici specializzandi. Sul fronte degli investimenti, abbiamo garantito risorse per il dissesto idrogeologico.
Da non dimenticare anche le misure contro le disparità e i privilegi».

Cioè?

«Penso al cosiddetto "galleggiamento", che abbiamo eliminato. Cioè la possibilità che si aveva nel pubblico di mantenere un benefit economico legato a un incarico temporaneo anche quando quell`incarico è terminato. E ancora, c`è il divieto di cumulo tra redditi da lavoro e pensione fissato a livello del primo presidente della Corte di Cassazione, cioè intorno ai 300mila euro».

Non sembra molto basso... 
«Le posso assicurare che tocca parecchie persone, almeno stando al numero di telefonate che ho ricevuto in cui mi si chiedeva di rinunciare a questa misura».

A leggere le cronache sembra che il Pd proceda in ordine sparso. Si pensi alla web tax, su cui da giorni il neosegretario spara ad alzo zero.
«Quel tema non faceva parte del pacchetto di proposte che il gruppo ha ritenuto qualificanti, ma è nato dalla libera discussione in commissione. Non parlerei di ordine sparso: capita spesso che alcuni deputati sostengano misure non concordate con il partito».

Ci sono ancora nodi da sciogliere?
«Credo che si stia studiando la questione dell`aliquota Tasi, su cui l`Anci continua a chiedere un livello più alto. La discussione è ancora in corso».

Cosa replica a chi dice che si fa troppo poco?
«Replico che siamo ancora dentro la crisi. Dire il contrario sarebbe sbagliato. Ma altrettanto sbagliato sarebbe non vedere che invertiamo la tendenza: non ci sono tagli drastici, anzi c`è un primo segnale di redistribuzione».

Si aspetta sorprese dal voto?
«Finora abbiamo retto, la maggioranza è solida. C`è stata una discussione vera, a volte intensa, ma serena. Mi aspetto la tenuta del gruppo, anche perché l`impronta del Pd si vede nei passaggi che ho detto. C`è l`equità e c`è anche la crescita. Certo, si tratta dei primi piccoli passi, ma la direzione è segnata».

Il piano di Renzi per il lavoro: neoassunti senza articolo 18

Un nuovo contratto per rilanciare l’occupazione. In caso di licenziamento indennizzo ma niente reintegro


Il segretario del Pd, Matteo Renzi Il segretario del Pd, Matteo Renzi
ROMA - «Abbandoniamo gli slogan e facciamo un piano del lavoro a 360 gradi, inserendolo nel patto di coalizione». Matteo Renzi lancia la sfida sulla riforma del mercato del lavoro e non coglie l’offerta che gli arriva dalla Cgil, sia pure indiretta (la fa su Twitter Massimo Gibelli, portavoce di Susanna Camusso): «Partiamo dal nostro piano del lavoro nazionale?». Il neosegretario pd risponde con un no secco: «La Cgil fa un altro mestiere. Ci confrontiamo con tutti ma noi siamo il Pd, non un sindacato. Partiamo dalle nostre idee».

E di idee ce ne sono molte, non tutte concordanti, su come riformare il mercato del lavoro. Renzi ha già annunciato che entro un mese sarà pronto il «job act», il testo che dovrebbe rivoluzionare le regole. A lavorarci sono in tanti: Yoram Gutgeld, deputato e spin doctor economico di Renzi; ma anche la responsabile Lavoro Marianna Madia; il responsabile Economia Filippo Taddei; il responsabile Welfare Davide Faraone; e, come supervisione politica, Maria Elena Boschi.
Idee chiave, abbattere i vecchi tabù, combattere il precariato, ridurre la burocrazia, semplificare le norme e riformare gli ammortizzatori sociali. Domani, in segreteria, partirà la discussione. Spiega Faraone: «La stella polare è il modello scandinavo, la flexsecurity, che avevamo già lanciato 4 anni fa alla Leopolda. Bisogna riformare drasticamente, agendo su due binari paralleli: il lavoro e lo Stato sociale».

Il piano, a quanto si sa, è quello di introdurre un contratto a tempo indeterminato per i neoassunti, che non prevede la tutela dell’articolo 18 (reintegro o indennizzo in caso di licenziamento illegittimo): in questo caso sarebbe eliminato il reintegro e resterebbe solo l’indennizzo. L’articolo 18 sarebbe ancora valido per i contratti in essere, ma anche per i nuovi contratti, in alternativa a quelli «flessibili» che si vogliono introdurre.

Gutgeld previene le possibili obiezioni (che portarono la Cgil sul piede di guerra e tre milioni a manifestare contro Berlusconi, nel 2001): «Resta tutto, non vogliamo togliere nulla, vogliamo solo aggiungere. Non aboliamo l’articolo 18, non aboliamo i contratti a progetto e non aboliamo i contratti a tempo indeterminato. Anzi. Quello che si vuole è guardare la realtà: spesso c’è un uso improprio dei contratti a progetto. E il contratto a tempo indeterminato è diventato un’araba fenice. Vogliamo aiutare i giovani e dare un’alternativa al deserto della precarietà».

La soluzione, dunque (vicina alla vecchia proposta Ichino), è quella di un contratto indeterminato di inserimento, «alternativo non al tradizionale contratto a tempo indeterminato, che rimane, ma al precariato». Gutgeld spiega che «potrà esserci anche una dinamica negoziale positiva con i datori di lavoro: per esempio, io potrei accettare un contratto con meno protezione, in cambio di una retribuzione più alta».
Che il tema sia delicato nel Pd, Gutgeld lo sa (a partire da Stefano Fassina): «Spero che l’opposizione a queste idee non sia miope». Faraone è ottimista: «Temi come l’articolo 18 non devono essere più tabù. È chiaro che possono esserci meno garanzie che in passato, ma come contrappeso ci sarà una rete di protezione più ampia. È intollerabile per la sinistra che non ci sia un sussidio universale e che la cassa integrazione e la mobilità riguardino solo alcuni. Comunque ce la faremo: quattro anni fa proponemmo l’abolizione del finanziamento pubblico e ci trattavano da pazzi; ora fanno tutti la gara a scavalcarci».

Ma i temi sono molti e i pareri anche. L’ombra della (non amatissima) riforma Fornero è dietro l’angolo: «Ma quella è una legge lontana dalla nostra proposta», dice Taddei. Che alla domanda su una possibile abolizione della Cassa integrazione, risponde così: «Con un approccio complessivo si può fare tutto. Ma il nostro obiettivo è garantire chi non ha tutele». Si può fare tutto, anche intervenire sulle «pensioni d’oro», come è pronto a fare Faraone. Monica Gregori, pd in commissione Lavoro, avverte: «Bene, ma attenti a non togliere le tutele e a non rifare gli errori disastrosi della Fornero. E poi dobbiamo avere il coraggio di andare oltre le proposte di Ichino». Tra le altre misure allo studio, la semplificazione del codice del lavoro, il rilancio dei centri per l’impiego e l’utilizzo dei fondi europei per i giovani. 
(da Corrieredellasera.it)
Alessandro Trocino

martedì 17 dicembre 2013

Mai più ghetti mai più schiavi


Cécile Kyenge - L'Unità


Cécile KyengeIl documentario «Schiavi» di Stefano Mencherini ci mostra molte cose importanti: fatti e storie che generalmente non catturano la nostra attenzione a causa di quella «globalizzazione dell`indifferenza» denunciata da Papa Francesco. 

Pubblichiamo la prefazione della ministra Kyenge al libro che accompagna i l dvd «Schiavi» di Stefano Mencherini. Il film sarà proiettato oggi alle 15 al Teatro Politeama di Lecce durante un Miziativa della Flai Cgil alla quale parteciperà Susanna Camusso. 

Proprio le parole del Papa migrante si odono nelle prime scene di questo lavoro, mentre fluttua l`immagine della Madonna che vive nelle acque di Lampedusa per vegliare sul quel mare triste che è il Mediterraneo. Schiavi ci svela il pezzo di storia che manca. 

La testimonianza dell`uomo di spalle è unica, eppure è tragicamente simile a quelle di moltissimi altri uomini e donne costretti a fuggire da guerre, dittature e carestie, che finiscono nelle mani di spietati trafficanti, nei campi di prigionia libici, torturati e abusati, usati come merce, come scudi umani, come munizioni di un dittatore che intende minacciare l`Europa inviando navi di migranti. Attraverso quel racconto si comprende chi sono i rifugiati, da quale inferno sono passati, perché provano a forzare le frontiere europee in cerca d`asilo. 

Spiega anche per quale ragione i più fondamentali documenti di diritto internazionale, la nostra Costituzione e molte altre Carte redatte in Paesi democratici garantiscono ai profughi il diritto di chiedere e trovare protezione internazionale in territori sicuri. E allora questa storia ci spinge a chiedere con più forza corridoi umanitari affinché l`Europa sia nel senso più pieno terra di benessere e patria di diritti. 

Schiavi ci racconta poi cosa accade a molti migranti quando finalmente giungono nella terra promessa, quando arrivano in un porto che dovrebbe essere sicuro e che, nuovamente si rivela, per alcuni, inospitale e terribile. Certo non per tutti, i percorsi migratori sono vari e, per fortuna, buona parte ha un lieto fine o almeno accettabile. Ma questo non ci deve far distrarre dalle situazioni vergognose dove vengono cacciati gli invisibili, non ci deve far declinare le nostre responsabilità di cittadini e di uomini e donne delle istituzioni. 

Il documentario mostra, infatti, alcune delle gravi carenze del sistema di accoglienza messo in piedi durante l`emergenza nord Africa del 2011. Strutture inadeguate e non protette anche per soggetti vulnerabili, mancanza di reali percorsi di integrazione, uno sperpero di risorse senza puntuali monitoraggi. 

Io credo che è arrivato il tempo di superare la logica dell`emergenza per entrare in quella del progetto. Non dobbiamo lasciarci cogliere impreparati e non dobbiamo abbassare la guardia. 

Soprattutto non possiamo tollerare che nel terzo Millennio, in Italia ci siano ancora persone soggette a un gravissimo sfruttamento lavorativo, non si può tollerare di vedere uomini che si spaccano la schiena sui campi, per paghe misere e talvolta per nulla. La criminalità organizzata, il lavoro nero, la violazione dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori tutti i principali mali si assommano in certi contesti e a farne le spese sono questi giovani venuti da lontano, ma sono anche i giovani italiani che vedono i loro diritti assottigliarsi. 

La battaglia contro le nuove forme di schiavitù riguarda tutti. La ricattabilità degli stranieri si ripercuote sugli italiani, perché quando il mercato del lavoro è malato, tutti sono costretti a concorrere facendo sconti sui diritti acquisiti. Inoltre il caporalato e il grave sfruttamento nelle campagne non sono nati con i braccianti stranieri: è una piaga che l`Italia conosce da secoli. 

Chissà se proprio sulle terre dove ritorna la pratica arcaica e vile del caporalato, potrà nascere una nuova stagione di lotte e conquiste, se è proprio dagli ultimi che potranno tornare a crescere i diritti di tutti e la dignità del lavoro. Il principio da cui dobbiamo partire è: mai più ghetti, mai più schiavitù. Il mio ministero seguirà da vicino quello che accade in questi territori. 

Ma per raggiungere il risultato c`è bisogno di mettere insieme le forze: il governo, i sindacati, le associazioni, le forze dell`ordine, gli enti locali, il mondo produttivo. Ed anche scuole, parrocchie, la società civile tutta deve aprire gli occhi e guardare cosa succede a pochi passi dalle loro case ed intraprendere un cammino di consapevolezza e responsabilità.

Fonte: L'Unità

La nuova Direzione del PD e i risultati definitivi delle Primarie 2013


Risultati definitivi delle Primarie del Partito Democratico dell'8 dicembre. Hanno votato 2.814.881 elettori del Pd in Italia e all'estero: Matteo Renziha ottenuto il 67, 55% di preferenze; Gianni Cuperlo il 18,21% e Giuseppe Civati il 14,24%.


I componenti della nuova Direzione nazionale del PD

L'elenco dei 120 componenti della Direzione nazionale del PD, i 20 sindaci che entrano nella Direzione e i componenti della nuova Commissione di garanzia.

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Risultati definitivi delle Primarie del Partito Democratico dell'8 dicembre 2013. 

Hanno votato 2.814.801 elettori del Pd in Italia e all'estero: Matteo Renzi ha ottenuto 1.895.332 preferenze raggiungendo il 67, 55% di voti; Gianni Cuperlocon 510.970 voti ha ottenuto il 18,21%Giuseppe Civati con 399.473 voti ha raggiunto il 14,24%.

  

 REGIONE  VOTI VALIDI  CUPERLO   RENZI   CIVATI   NULLE  VOTANTI 
 TOTALE ITALIA  2.788.911  505.800  18,14%  1.887.396  67,68%  395.715  14,19%  9.027  2.797.938 
 TOTALE ITALIA+ESTERO  2.805.775  510.970  18,21%  1.895.332  67,55%  399.473  14,24%  9.106  2.814.881 
 ABRUZZO  54.144  10.974  20,27%  36.439  67,30%  6.731  12,43%  170  54.314 
 BASILICATA  32.541  10.966  33,70%  18.977  58,32%  2.598  7,98%  120  32.661 
 CALABRIA  89.580  30.599  34,16%  51.447  57,43%  7.534  8,41%  238  89.818 
 CAMPANIA  192.463  53.716  27,91%  121.009  62,87%  17.738  9,22%  855  193.318 
 EMILIA ROMAGNA  405.505  61.422  15,15%  288.014  71,03%  56.069  13,83%  1.394  406.899 
 FRIULI VENEZIA GIULIA  46.928  8.295  17,68%  31.043  66,15%  7.590  16,17%  122  47.050 
 LAZIO  252.523  48.907  19,37%  160.903  63,72%  42.713  16,91%  831  253.354 
 LIGURIA  81.870  16.067  19,63%  50.525  61,71%  15.278  18,66%  238  82.108 
 LOMBARDIA  377.806  56.478  14,95%  250.305  66,25%  71.023  18,80%  963  378.769 
 MARCHE  93.486  9.966  10,66%  71.291  76,26%  12.229  13,08%  230  93.716 
 MOLISE  12.385  3.666  29,60%  7.692  62,11%  1.027  8,29%  53  12.438 
 PIEMONTE  164.578  24.819  15,08%  113.385  68,89%  26.374  16,03%  498  165.076 
 PUGLIA  123.178  31.810  25,82%  71.862  58,34%  19.506  15,84%  273  123.451 
 SARDEGNA  59.098  14.452  24,45%  33.084  55,98%  11.562  19,56%  159  59.257 
 SICILIA  128.992  37.440  29,03%  76.212  59,08%  15.340  11,89%  688  129.680 
 TOSCANA  393.513  44.957  11,42%  308.688  78,44%  39.868  10,13%  1.344  394.857 
 ALTO ADIGE  6.839  970  14,18%  4.706  68,81%  1.163  17,01%  14  6.853 
 TRENTINO  21.116  2.812  13,32%  13.966  66,14%  4.338  20,54%  60  21.176 
 UMBRIA  71.176  11.031  15,50%  53.014  74,48%  7.131  10,02%  281  71.457 
 VALLE D'AOSTA  3.569  541  15,16%  2.290  64,16%  738  20,68%  2  3.571 
 VENETO  177.621  25.912  14,59%  122.544  68,99%  29.165  16,42%  494  178.115 
 ESTERO  16.864  5.170  30,66%  7.936  47,06%  3.758  22,28%  79  16.943 

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Tutti gli approfondimenti, regione per regione, sul sito delle Primarie del Pd.