SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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giovedì 14 novembre 2013

Cuperlo: "Il Pd rischia un'Opa esterna Riforme, torni il Mattarellum"


Intervista a Gianni Cuperlo di Fabrizio Nicotra - Il Messaggero




«C`è un`Opa esterna sul Partito democratico». Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria dem, non nasconde la preoccupazione per il ruolo che stanno giocando i media nella partita delle primarie dell`otto dicembre. E lo fa nel giorno in cui il patron del gruppo Espresso Carlo De Benedetti si schiera apertamente, in un`intervista al "Corsera", con Matteo Renzi. Una denuncia netta, quella di Cuperlo, rispetto alla disparità delle forze in campo (anche esterne al Pd, appunto) che stanno orientando la competizione. L`ex segretario Fgci, 52 anni, da sempre considerato vicino a Massimo D`Alema, ha però deciso di giocare le sue carte e, intervistato da MessaggeroTv, non si sottrae ai temi della più stretta attualità. Senza risparmiare stoccate al suo diretto avversario, il sindaco di Firenze, e al governo di Enrico Letta, che pure promuove e sostiene con convinzione. 

Onorevole, cosa intende per Opa esterna al Pd? 

«Penso ci sia il pericolo che i partiti vengano considerati non solo contendibili, ma scalabili. Che qualcuno pensi che, dal chiuso di potentati, si possano condizionare le scelte del primo partito della sinistra italiana. Il compito del Pd è quello di opporsi a questa logica. Nel congresso è in gioco anche il principio fondamentale dell`autonomia di questo soggetto». 

Le primarie aperte sono un rischio? 

«Quelle dell`8 dicembre sono primarie aperte, ma aperte a tutti coloro che si riconoscono nel Pd. Scegliamo il segretario, non il candidato premier. Verrà il tempo di una nuova coalizione, dopo la parentesi delle larghe intese, con nuove primarie aperte a tutto il popolo del centrosinistra. Sono due momenti distinti, non bisogna fare confusione». 

Sceglierete il segretario. Renzi, in caso di vittoria, resterà sindaco. 

«Se ti candidi a cambiare tutto non lo fai come secondo lavoro, nel tempo perso. L`immagine per cui se sei sindaco ti occupi dei cittadini, tagli i nastri degli asili e stai tra la gente, mentre se sei segretario di un partito sei impegnato solo in oziose riunioni, è un`immagine offensiva del Pd e dei suoi elettori». 

Al Senato è naufragato il vostro progetto di riforma elettorale per un sistema a doppio turno. Cosa succede ora? 

«Non possiamo arrenderci, ora la cosa più ragionevole sarebbe quella di trovare una maggioranza attorno a un sistema già sperimentato, ovvero il Mattarellum». 

Renzi presenterà una sua proposta. 

«Di cosa parla Matteo quando parla del sindaco d`Italia? Se ha in animo una torsione in senso presidenzialista, sia onesto e lo dica. Spieghi che significa intervenire in maniera molto più impegnativa sulla seconda parte della Costituzione e questo non si fa in due settimane. Io sono contrario al passaggio da una Repubblica parlamentare a una di tipo presidenziale». 

Sulla legge di stabilità la maggioranza sembra muoversi in ordine sparso. Migliaia le proposte di modifica presentate. Finirà con un maxiemendamento del governo e voto di fiducia? 

«Spero di no. Spero che governo e maggioranza siano in grado di affrontare il dibattito parlamentare, correggendo quello che va corretto. Ho scritto ai sindacati per proporre di discutere nel merito. Dobbiamo ascoltare i segnali che arrivano dalle categorie economiche e dai soggetti sociali». 

Torniamo al congresso. Come stanno andando le consultazioni locali? Quanti elettori vi aspettate alle primarie?

«Al momento, per quanto ci riguarda, dal territorio abbiamo dati incoraggianti, ma non abbiamo bisogno di una guerra di cifre. Per l`otto dicembre sono molto fiducioso. Sono convinto che ai gazebo andranno oltre due milioni di persone». 

Non crede che le vicende di queste settimane, dalle tessere gonfiate alle risse fino al caso Crisafulli ad Enna, possano allontanare i vostri elettori? 

«Sono stati commessi degli errori e bisogna lavorare a un rinnovamento. Attenzione però. A Enna non avrei compiuto la scelta fatta da Crisafulli è vero e tuttavia vorrei che non esagerassimo. Bisogna distinguere tra le diverse vicende e non usare le biografie delle persone come arma. Anche perché noi veniamo da una cultura garantista».

Fonte: Il Messaggero

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