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ROMA - Toccherà a Guglielmo Epifani, domani, dire quel che pensa della guerra di posizione che si sta combattendo sul tesseramento Pd. La segreteria è convocata al Nazareno, dove si riunirà anche la commissione dei garanti guidata da Luigi Berlinguer. C'è da capire se le irregolarità denunciate durante i congressi provinciali siano diffuse o circoscritte. Se si possa parlare di tesseramento falsato o di problemi fisiologici legati alla fretta e all'avvicinarsi delle primarie dell'8 dicembre.

C'è da capire - soprattutto - se alcuni mentano quando dicono che gli avversari hanno truccato le carte per vincere. O se è vero che a Cosenza ci sia un congresso falsato da dirigenti vicini all'area Cuperlo (e da garanti non imparziali), ad Asti da file di albanesi per Renzi, e così via in un incrocio di accuse riempite ogni giorno da nuovi particolari.

Vannino Chiti denunciava ieri file sospette di immigrati al congresso provinciale di Empoli, e si lanciava contro "compravendite vergognose frutto di regole assurde". Come quella di far votare ai gazebo delle primarie anche i non iscritti, quella di non chiudere il tesseramento mesi prima del congresso "per compiacere quanti non sopportano militanti che ogni giorno lavorano per il Pd, volendolo ridurre a comitato elettorale".

Pippo Civati, pur in disaccordo con l'idea di fermare il tesseramento, rivendica a SkyTg24: "Il problema l'avevo denunciato io 15 giorni fa e avevo chiesto agli altri candidati di schierarsi con me. È successo tutto puntualmente. Diamo l'immagine di un partito in cui la corsa per il potere è più importante del rispetto delle regole. Spero che si prendano provvedimenti e si annullino i congressi nelle situazioni più drammatiche". Parla di "coperture politiche", lo sfidante di Renzi e Cuperlo, ricorda: "Io l'ho detto ai miei, il primo che becco lo caccio a calci nel sedere".

Così, mentre i renziani continuano a dire - su mandato del sindaco di Firenze - che di chiudere il tesseramento non se ne parla, che le commissioni di garanzia hanno il compito di verificare le irregolarità, ma non bisogna approfittare dei casi sospetti per bloccare la partecipazione, Gianni Cuperlo non demorde. Dopo un comunicato in cui il suo comitato garantiva che "le regole si possono cambiare quando c'è condivisione, non saremo certo noi a impuntarci o a chiedere forzature", il candidato, da Ferrara, smentiva: "Sul discorso tessere non mi arrendo, non è una polemica mossa nei confronti di qualcuno, è un fatto che riguarda tutti noi e ne va dell'autorevolezza e della dignità del partito".

Oggi, Cuperlo chiede soprattutto di non sottovalutare il problema. "Io ho fatto un appello, non ho aperto polemiche: sono preoccupatissimo di questi fenomeni degenerativi che mi vengono descritti come circoscritti. Tuttavia questo non fa venire meno l'allarme" dichiara a  margine di una iniziativa davanti alla sede dell'Inps di Roma. "Tutti dovremmo fare una sforzo per evitare fenomeni di questo tipo. Fermiamo quindi il tesseramento, chiudiamolo qualche giorno prima. Saranno primarie aperte, da questo punto di vista non c'è nessun problema, ma bisogna dire una parola chiara perché queste polemiche fanno male ai militanti. Ho fatto questa proposta, non è stata accolta e non ne faccio un dramma, ma vorrei che il problema non fosse sottovalutato".

L'altro candidato alla segreteria Gianni Pittella allo stop non ci sta: "Chi fa furberie, al limite dell'illecito, nel tesseramento è un cialtrone. Da questa situazione il Partito democratico viene ferito. Una ferita tra l'altro inutile perché impossessarsi di un guscio vuoto è stupido. Fermare tutto? Sarebbe una foglia di fico che serve solo a lavarsi la coscienza".