
SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE
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sabato 30 novembre 2013
Il confronto Pd: una festa della democrazia
Su Sky il confronto televisivo tra Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Peppe Civati. I link ai video

Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Peppe Civati hanno risposto a turno alle domande di Gianluca Semprini, in un tempo definito di 30 secondi, un minuto e di un minuto e mezzo, scandito da un cronometro.
Domande a tutto campo ai tre candidati, sulla giustizia, la legge elettorale, la politica economica, le privatizzazioni , la disoccupazione femminile, la famiglia allargata, ma i candidati sono stati messi alla prova anche sui costi della vita quotidiana e sui loro redditi personali.
Ai tre candidati è stati chiesto di dare un voto al governo Letta. Sufficiente è stato il responso di Renzi “e tutti noi gli daremo una mano”, insufficiente per Civati e più che sufficiente per Cuperlo , “ma ora deve cambiare passo”.
Non è mancata una battuta sulla vicenda Berlusconi e, nel finale, la classica domanda sul pantheon.
La domanda arrivata dalla rete, selezionata da Sky con l’aiuto di tre blogger, è stata sull’evasione fiscale e sull’opportunità di introdurre una patrimoniale. Cuperlo si è detto favorevole, Renzi e Civati hanno entrambi chiamato in causa la politica come principale fonte di buon esempio.
I tre hanno concluso con un appello di un minuto e mezzo ciascuno. Renzi ha parlato di un Pd “che vuole ridare alle persone la speranza e che proverà a restituire valori, per portare la sinistra a vincere”, Civati ha detto di voler costruire “un Pd che sta a fianco delle persone per cambiare le cose”, mentre per Cuperlo è necessario “restituire speranza, dignità e una prospettiva di cambiamento a questo Paese”.
L’Università di Tor Vergata ha curato il fact checking, questa volta reso noto in diretta, e tutti i dati forniti dai tre candidati sono risultati veri o parzialmente veri.
L’attuale segretario del Pd, Guglielmo Epifani, ha tuittato: “Dobbiamo essere orgogliosi. Come dimostra #ilconfrontoPD di questa sera,il nostro congresso è una festa della democrazia”
Lo speciale di Sky con tutti i video
Tutti i video di YouDem
venerdì 29 novembre 2013
Orgogliosi di essere Democratici
Orgogliosi di essere Democratici
Primarie PD: il confronto su SKY tra i candidati alla segreteria del Partito democratico, Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Giuseppe Civati. Alle 21 la diretta dalla Xfactor Arena a Milano (Youdem)

Il dibattito, in diretta, si terrà nella X Factor Arena a Milano, per una durata di circa un’ora e mezza.
A moderare il confronto sarà il giornalista Gianluca Semprini.
Dopo una breve introduzione biografica sui candidati, il conduttore illustrerà le regole del dibattito: il tempo a disposizione per rispondere alle domande è lo stesso per ogni candidato, sono previste domande con risposta di durata di 30 secondi, 1 minuto oppure 1 minuto e mezzo.
Cuperlo, Renzi e Civati avranno diritto a quattro repliche e/o controrepliche da trenta secondi l’una, spendibili per singola domanda.
Le domande sono uguali per tutti, con eventuali specifiche a seconda del candidato, del suo programma o di eventuali dichiarazioni fatte in precedenza e potranno essere rivolti anche eventuali quesiti twittati dai telespettatori.
Al termine i candidati avranno diritto ad un appello finale di un minuto e mezzo, in cui non potranno attaccare gli avversari, che, in caso contrario, potranno chiedere un minuto di replica.
A scandire i tempi sarà un orologio presente in studio e visibile a tutti. Il pubblico che potrà assistere al dibattito in studio sarà formato da gruppi di sostenitori dei singoli candidati.
Durante il programma è previsto il ‘voting’, ovvero la possibilità per i telespettatori di esprimere la loro opinione tramite My Sky HD, AppTg24 per iPhone e iPad e altri social media o sistemi di interazione.
I risultati verranno resi noti solo dopo il dibattito. Infine farà il suo debutto per la prima volta in diretta il ‘fact checking’: dati e fatti dichiarati dai candidati verranno sottoposti ad una verifica di veridicità nel corso del confronto.
Il sistema è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori della Facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata.
Epifani: "Campagna elettorale? Non abbiamo paura di nessuno. Si alzi la qualità dell'azione del governo"
Non vedo molte forze intorno a noi in grado di portare avanti il rinnovamento con democrazia come facciamo noi.
Guglielmo Epifani ad Agorà - Rai tre
"Noi non abbiamo paura di nessuno, rispettiamo tutti, ma non abbiamo paura di nessuno. Restiamo la più grande forza politica del paese, abbiamo vinto tutte le amministrative. Il punto vero è che noi oggi ci carichiamo di una responsabilità ancora più grande alla guida del paese, e abbiamo all`opposizione da una parte il Movimento Cinque Stelle e dall`altra la nuova Forza Italia, e questo rende più insidioso il terreno. Dobbiamo saper rispondere alzando la qualità dell`azione di governo".
"La nuova situazione richiede una ridefinizione dell`agenda di temi e di cose da affrontare - ha concluso -. Le sfide saranno molto più impegnative, su questo ci giochiamo l`efficacia dell`azione di governo".
"Vorrei che la mia decisione di non ricandidarmi fosse letta come una prova di serietà, che ogni tanto anche la politica è in grado di dare. Quello che ho detto, ho fatto. Se guardo dove ho preso il partito e dove lo porto sono soddisfatto. Anche per la gestione della vicenda decadenza. Il nuovo che verrà sarà capace di portare ancora più avanti il Pd. Non vedo molte forze intorno a noi in grado di portare avanti il rinnovamento con democrazia come facciamo noi".
Lo ha detto Guglielmo Epifani, segretario del Partito Democratico, intervenendo questa mattina ad Agorà, su Rai Tre.
"Consigli al mio successore? Non ci penso proprio, semmai lo farò al momento del cambio delle consegne" ha concluso.
venerdì 22 novembre 2013
Speranza: "Dopo l'8 basta divisioni. Senza di noi rischia il Paese" "
«Spero proprio che chiunque vinca il congresso si ponga l`obiettivo di tenere insieme il Pd, di unire e non spaccare». Roberto Speranza, classe `79, capogruppo del Pd alla Camera, cerca di stemperare il clima, ammette che sì, la riunione dell`altra sera, quella dove è andato Enrico Letta a chiedere di non votare la mozione M5S perché sarebbe stata una sfiducia al governo e non soltanto alla ministra Annamaria Cancellieri, èstata animata ma «alla fine il gruppo ha votato compatto».
Speranza, quanto potrà durare così? Il gruppo ha votato compatto ma la ferita là che sanguina.
«Il gruppo ha fatto una discussione molto franca, non ci siamo nascosti i vari punti di vista, c`è stata una comprensibile inquietudine, ma di fronte alla richiesta di Enrico Letta di un voto di sostegno suo e del governo nessuno si è sottratto. Siamo rimasti uniti e questo è un fatto».
Tra Civati e Cuperlo è finita a parolacce, Renzi ha ribadito che se fosse stato lui segretario avrebbe invitato a votare la sfiducia alla ministra e dopo l`8 dicembre il sindaco annuncia che nulla sarà come prima. Tutti uniti, tutto bene? Come fa ad essere così ottimista?
«Non dico che vada tutto bene, ma spero proprio che dopo 1`8 dicembre il Pd abbia l`intelligenza di lasciarsi alle spalle le divisioni del congresso e di ricompattarsi nell`interesse del Paese. L`appello che faccio a tutto il partito è proprio questo: mettiamoci al servizio dell`Italia e dei suoi problemi perché il Pd è l`unico vero punto di tenuta del sistema democratico. La nostra è una responsabilità enorme che va al di là del partito stesso: è la responsabilità della tenuta democratica del Paese. Vanno bene il dibattito interno e la discussione anche accesa durante il congresso, ma un attimo dopo dobbiamo renderci conto che abbiamo una responsabilità nazionale importante a cui rispondere».
Oltre il Pd nulla?
«Non è presunzione. In Italia purtroppo non siamo ancora in una situazione normale con partiti responsabili a destra e a sinistra. Abbiamo l`irresponsabilità di Grillo da una parte e Berlusconi dall`altra, con tutte le conseguenze che questo si porta dietro. In questo quadro o regge il Pd oppure altro che crisi di governo... si va incontro a una crisi di sistema. Altrove se non reggono i socialdemocratici tedeschi c`è la Merkel, se non reggono i laburisti inglesi c`è Cameron, se non reggono i socialisti francesi c`è Sarkozy. Da noi se non regge il Pd ci sono Grillo e Berlusconi».
Non teme che la tenuta del Pd sia messa in crisi anche dalle larghe intese con il centrodestra?
«Noi abbiamo deciso di sostenere questo governo in nome di una emergenza reale che attraversava, e ancora attraversa, il Paese. Un Paese, è bene ricordarlo, che non ha bisogno di elezioni anticipate ma di interventi economici forti e di riforme istituzionali. Penso al superamento del bicameralismo perfetto, alla diminuzione del numero dei parlamentari e alla stessa riforma elettorale. Non credo che il congresso da questo punto di vista possa portare a cambiamenti radicali perché l`interesse generale non è cambiato e deve restare la priorità , qualunque sia il segretario. Noi siamo andati al governo per questo, non ce lo dobbiamo dimenticare e sono sicuro che neanche gli elettori sottovalutano tutto ciò. Tra l`altro non possiamo ignorare quello che sta avvenendo intorno a noi: il recinto della coalizione si sta trasformando, quello che è accaduto nel controdestra non è ininfluente per il centrosinistra. Il Pdl si è spaccato e al Senato e alla Camera c`è un nuovo gruppo, il Ncd, la maggioranza non è più la stessa che c`era il primo ottobre».
Secondo alcuni osservatori politici in questo modo c`è un centrodestra di governo e opposizione. I ministri dentro e Berlusconi fuori e in campagna e lettorale a rimetterci sarà il Pd, come come accadde con il governo Monti. Le sembra uno scenario inverosimile?
«Berlusconi ha provato in tutti i modi a far cadere il governo per le sue questione personali e non vi è riuscito. E in quel passaggio politico delicatissimo per il centrodestra c`è stato un pezzo di Pdl che ha capito che non poteva anteporre, ancora una volta, le vicende di una persona a quelle del Paese. Alla domanda "si può mandare tutto all`aria in nome della decadenza di Silvio Berlusconi?" ci sono stati tutti i ministri e molti parlamentari che hanno risposto "no". A me questo sembra un fatto molto positivo e non mi lascerei distrarre da dietrologie».
Torniamo al Pd. Matteo Renzi ha già annunciato che una volta segretario solleverà Matteo Colaninno dall`incarico di responsabile economico del Pd. Lei, che è stato un bersaniano convinto, non si sente a rischio dopo l`8 dicembre?
«Credo che, chiunque sia il segretario, debba lavorare per una sintonia larga dentro il Pd, lasciando da parte le tifoserie. Ma vorrei anche aggiungere che i gruppi parlamentari hanno una propria autonomia».
Non diventerà più difficile tenere insieme chi difende il governo Letta e chi vorrebbe andare subito al voto con Renzi candidato premier?
«Penso proprio di no perché la priorità di tutto il Pd in questo momento è riformare l`Italia e portarla fuori dalla crisi economica che ancora affligge famiglie e imprese».
Ma anche su questo ci sono visioni diverse. La legge di stabilità non trova tutti sulle stesse posizioni nel suo partito. Secondo alcuni è inadeguata. Non teme ulteriori distinguo in vista del congresso?
«Stiamo lavorando sulla legge di stabilità con una cabina di regia Camera-Senato che ha prodotto proposte migliorative di tutto il Pd nel segno dell`equità, dell`attenzione ai ceti sociali più deboli e delle politiche per la crescita. Su questi temi, mi creda, il Pd saprà essere molto unito».
Sente di poterlo dire anche per la legge elettorale?
«Si, abbiamo una proposta ufficiale del Pd, approvata in Direzione e in Assemblea, che è il doppio turno di collegio e su quella non mi pare ci siano distinguo al nostro interno».
Fonte: L'Unità
Cuperlo: "Il Sud è il volano di sviluppo per tutta l`Italia e non una periferia a cui elargire elemosine. Serve una terapia forte"
Cuperlo: "Il Sud è il volano di sviluppo per tutta l`Italia e non una periferia a cui elargire elemosine. Serve una terapia forte"
Intervista a Gianni Cuperlo di Michele Cozzi - La Gazzetta del Mezzogiorno
Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd, oggi parla a Bari. Ieri sera in tv è andato giù pesante contro il sindaco di Firenze: «Ha detto che è buona la riforma Fornero, al netto degli esodati, ha parlato di abolizione dell`art. 18 e se questo sono le premesse, dico no, non è un buon presidente del Consiglio».
Partiamo dalla vicenda Cancellieri, che lacera il Pd. Che dice?
«Il ministro avrebbe fatto bene a dimettersi prima del voto sulla mozione di sfiducia. Nonostante sia dimostrato che non c`è stata nessuna violazione delle norme, sarebbe stato opportuno un suo passo indietro, visto che lei stessa ha definito in qualche modo inopportuni i suoi comportamenti. C`è un problema di opportunità politica rispetto alla serenità e all`autorevolezza dell`azione del suo mandato. Questo è il mio pensiero. Ma di fronte alla richiesta di Letta che riteneva un voto di sfiducia alla Cancellieri un voto di sfiducia al suo governo, di cui noi come Pd siamo parte fondamentale, ho ritenuto responsabile, chiedendo la stessa assunzione di responsabilità a tutti, anche a chi voleva sfiduciare il ministro, rispondere positivamente. La fiducia al governo, questo era diventato quel voto, è responsabilità di tutti nel Pd, non di pochi. E questo vale anche per Civati e per i parlamentari che si riconoscono in Matteo Renzi.
Cosa si aspetta dalle primarie aperte?
Sono molto soddisfatto del voto dei circoli. Forse non tutti se lo ricordano ma a luglio alcuni sondaggi mi davano al 2%, a settembre sempre gli stessi sondaggi mi davano al 14%. Siamo al 40% dei consensi, e Renzi non supera il 50%, quando secondo i commentatori per lui sarebbe dovuta essere una passeggiata trionfale. La mia mozione ha vinto in tante grandi città, tra cui Roma, Milano, Napoli, Genova, Bologna, Bari. A testimonianza che l`idea che si possa cambiare e rinnovare il Pd non è una esclusiva renziana, e che esiste una grande area del partito convinta ci sia spazio e necessità di una sinistra che si assuma la responsabilità del cambiamento, e che vuole provare a risolvere le grandi disuguaglianze questo paese. Io mi auguro che in queste settimane si possa parlare di quale Pd serve all`Italia. Se così sarà, sono convinto che il risultato della mia candidatura sarà positivo.
Lei identitario, Renzi innovatore: condivide?
Sinceramente no, e trovo riduttive queste distinzioni. Con me si sono schierati giovani, donne, esponenti del partito e rappresentanti del mondo delll`associazionismo e della società civile, cattolici, laici. Questo vale anche per Renzi e gli altri candidati ma, mi lasci dire, con 1` «innovatore» Renzi c`è un bel pezzo di gruppo dirigente del Pd e dei Ds prima ancora.
E l`evocazione della scissione in caso di vittoria di Renzi?
Considero anche questa una stupidaggine. Il Pd, chiunque sarà il prossimo segretario, sarà più forte se sarà unito e ricco delle sue diversità. Le scissioni e le divisioni sono una vecchia malattia della sinistra. Non sono idee che mi appartengono e non appartengono a chi mi sostiene. Io voglio un Pd più forte, grande, ampio e aperto. Certo, senza la sinistra non c`è il Pd. Ma io lavoro per realizzare, finalmente, quel Pd che, insieme al nuovo centrosinistra che dobbiamo costruire, sia il perno dell`alternativa alla destra.
Teme un`affluenza bassa alle primarie?
Fino ad ora le nostre primarie hanno sempre registrato una affluenza massiccia, a testimonianza della voglia di partecipazione democratica che c`e` nel centrosinistra. Le primarie dell`8 dicembre, a differenza delle altre che abbiamo fatto, riguardano la scelta del segretario del Pd e non quella per il candidato premier. Io rimango convinto, però, che ci sarà una grande partecipazione.
Qual è la sua idea di partito?
È evidente che io e Renzi abbiamo idee diverse su cosa deve essere il Pd. E il no, che io continuo a dire, ai doppi incarichi non è un cavillo ma pone una questione di fondo. Il segretario di un partito deve essere segretario a tempo pieno, deve lavorare a costruire quel consenso nel paese, sul territorio, a quelle proposte che faremo al Paese per cambiarlo. Il riformismo dall`alto non mi convince, serve costruzione, lavoro, confronto con i cittadini. Per questo io penso ad un partito, certo rinnovato e cambiato, ma ad un partito. Che viva e sia radicato nel territorio. Non ad un comitato elettorale che viene chiamato in funzione solo in occasione di primarie o elezioni. Il rapporto con la società lo ricostruisci se in quella società ci sei, sei presente, tutti i giorni e sei pronto à confronto con chi ti chiede di capire cosa proponi. Se un partito si accende solo per le elezioni rischiamo cordate, personalismi e pratiche distorte che abbiamo visto anche in queste settimane.
Quale progetto per il Sud?
Con la destra al governo il Sud è stato punito, ha subito una rimozione su cui anche la sinistra, prima ancora dei silenzi di Renzi a Bari, ha una responsabilità. Il Sud è il volano di sviluppo per tutta l`Italia e non una periferia a cui elargire elemosine. Serve una terapia forte, uno scatto, a partire dall`investimento nella scuola. E penso a un piano straordinario per l`occupazione giovanile e femminile puntando sull`innovazione, sulla sostenibilità (a partire dalla mobilità), sulla logistica e sulla riqualificazione delle aree urbane. Voglio citare altri due settori: l`agro-alimentare, in una logica di filiera e di integrazione mediterranea e una moderna industria culturale, non solo turistica.
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno
venerdì 15 novembre 2013
L`8 dicembre non finisce la storia
Alfredo Reichlin - L'Unità

Il modo come si sta svolgendo il congresso del Partito democratico suscita in me seri interrogativi. Si conferma - a mio parere - l`errore di un vecchio disegno di «americanizzazione» del partito.
Il Pd stia attento, l`8 dicembre non finisce la storia
Cioè un modello di partito «pigliatutto», elettorale, senza identità culturale e senza storia. Tutto ci dice che questo modello non funziona e quanto sia profonda la svolta anche etica che è necessaria. È la ragione per cui Gianni Cuperlo mi sembra il segretario più adatto. Gli episodi (pochi?) di «truppe cammellate» portate a votare per falsare i risultati ci dicono quanto questa svolta sia urgente. Non mi piace la falsa indignazione di certi «indignati». Quale ipocrisia. Certo, pesano gli errori che abbiamo fatto noi, ma mi viene voglia di dire: non era questo che volevate? A cosa tende la martellante campagna contro questo «vecchiume» che sarebbe il partito organizzato, basato su una comunità sia pure aperta ma che sta insieme per ragioni politiche e ideali? È grave questo disprezzo verso i famosi «apparati», i quali semplicemente non esistono. Esistono invece, ancora (ma per quanto?) migliaia di militanti che tengono in vita i circoli e anche lo scheletro minimo del partito insieme a pochi funzionari e segretarie pagati poco e con mesi di ritardo. Esiste (anche nel mio circolo) un gruppo di volontari i quali cercano spesso i soldi per pagare la luce.
Così stanno le cose. Stanno nel senso che si è creato uno squilibrio enorme tra la povertà del partito come comunità politica volontaria, e la potenza del potere economico. Penso a quei «quasi partiti» che sono diventati in Italia i 3-4 grandi complessi editoriali (giornali e tv). Sono questi oggi i veri partiti personali, proprietà di pochi notissimi miliardari. In questi partiti non si fanno «primarie», ma si pretende di scegliere il segretario del Pd. Conosco la risposta: è la libertà di stampa, bellezza. Lo so. C`è però un problema di democrazia. La democrazia. Dopotutto è questa la partita che si gioca al congresso del Pd. Rispettiamo tutti i sondaggi ma penso che prima o poi verrà fuori il bisogno di una democrazia più avanzata, più aperta e più partecipata. Più capace di portare a compimento la rivoluzione democratica italiana avviata tanti anni fa dall`antifascismo e definita negli articoli della Carta costituzionale e poi messa in causa dai fatti e dalle persone che sappiamo. Mi sembra questo, caro Fioroni, il patto fondativo del partito che non a caso chiamammo democratico. Un partito, non un comitato elettorale nel quale gli epigoni del socialismo e quelli del riformismo cattolico si univano non per diventare più moderati ma per realizzare i propri ideali andando oltre i vecchi confini delle vecchie ideologie. Questo voleva essere il Pd, un partito nuovo che rappresentava anche la sinistra democratica e occupava il suo spazio. Le parole valgono quello che valgono ma se la parola «sinistra» fa paura, io allora la rilancio perché mi sembra che diventi sempre più attuale. State attenti amici a non sbagliare.
La storia non finirà l`otto dicembre. La sinistra italiana non è un reperto del Novecento, non è un prodotto scaduto perché fuori del tempo. Qui è il vostro sbaglio. Quale tempo? Certo, lo vediamo, questo è anche il tempo del populismo e della democrazia ridotta a sondaggio. Ma è pure il tempo di quelle sfide nuove ed enormi che stanno cambiando il destino degli europei. Quale idea di sé e del suo ruolo ha una sinistra moderna? Questo mi sembra il problema che le cose stanno riproponendo sia in Italia che in Europa. È chiarissimo: la destra non riesce più a difendere il progetto europeo, e sta mettendo in pericolo perfino l`euro. Occorre una svolta. Non solo una immagine. Del resto l`attacco così violento che è in atto (li guardate i talk show televisivi?) volto a delegittimare il Pd e a giustificare Grillo come si spiega se non col fatto che l`Italia è giunta a un punto che rende inevitabile prima o poi una svolta? Berlusconi è giunto al termine della sua corsa e ciò apre nuove prospettive. D`altra parte il governo delle «larghe intese» non è eterno. In che direzione andrà il cambiamento? La presenza di una forza pur così malconcia come la nostra, e tuttavia diversa e relativamente autonoma rispetto ai poteri dominanti, presenta un rischio. Per loro. Per noi invece è una grande occasione. Però bisognerebbe coglierla. Ecco perchè io dico che l`8 dicembre non è la fine della storia. Il gioco è più lungo. L`importante è che la sinistra acquisti una più forte coscienza di sé nel mondo di oggi. Sarebbe positivo per tutti i democratici che si crei un insieme di forze politiche e culturali decise ad uscire dalla confusione e dall`incertezza di questi anni. Una forza convinta della necessità che all`interno delle regole di un partito plurale come il Pd una nuova sinistra moderna abbia una sua voce forte. È interesse di tutti riempire il vuoto lasciato dal fallimento disastroso del pensiero conservatore e neo-liberista. In caso contrario penserà a riempire questo vuoto una torbida ondata di protesta e di populismo. Vogliamo tornare a vincere? Certo, ma per vincere bisogna fare i conti con la realtà.
E allora siamo semplici. Allora non bastano le chiacchiere, bisogna partire dalla catastrofe del capitalismo finanziario e dalle sofferenze inaudite che ciò sta imponendo agli uomini e alle donne in carne ed ossa. Voi pensate che sia vetero comunismo partire dalla tragedia che sta vivendo la nuova generazione, messa ai margini, esclusa dal mondo del lavoro? Di che parliamo? Certo, anche di Renzi, come di Cuperlo e con molto rispetto. Ma sapendo che la sinistra è in crisi non perché è vecchia rispetto a Twitter ma perché non osa partire da qui, dal popolo, dalle sofferenze umane, dalle ingiustizie sociali. La sinistra conta poco non solo perché non è alla moda ma perché non si riorganizza per mettere in campo una nuova soggettività, una chiara distanza tra «noi» e «loro». Parlo della potenza soverchiante di una oligarchia finanziaria che si arricchisce stampando anche moneta fasulla. Il mondo inondato di debiti e una gigantesca rendita finanziaria che si mangia la ricchezza reale e costringe la povera gente a stringere la cinta per finanziare i lussi inauditi di una oligarchia. Non può più durare.
Rileggo queste mie parole e mi spavento. Sono diventato un estremista? Eppure io non voglio tutto o niente. Capisco tutte le tattiche e i compromessi necessari. Sento però acutamente il bisogno di risvegliare la mia e le nostre coscienze. Penso che senza una più alta coscienza delle cose e delle sfide nuove non si va da nessuna parte. Il tema di fondo è ormai chiaro. Se non si afferma un partito europeo che affronti la questione di come cambiare la politica che sta portando al declino il vecchio Continente, l`Italia non avrà futuro. È da ciechi non vedere che questo dovrebbe essere il centro del congresso del Pd.
L`«americanizzazione» del Pd è sbagliata Non ci serve un partito elettorale senza identità.
La sinistra conta poco perché non mette in campo una chiara distanza tra «noi» e «loro».
giovedì 14 novembre 2013
Cuperlo: "Il Pd rischia un'Opa esterna Riforme, torni il Mattarellum"
«C`è un`Opa esterna sul Partito democratico». Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria dem, non nasconde la preoccupazione per il ruolo che stanno giocando i media nella partita delle primarie dell`otto dicembre. E lo fa nel giorno in cui il patron del gruppo Espresso Carlo De Benedetti si schiera apertamente, in un`intervista al "Corsera", con Matteo Renzi. Una denuncia netta, quella di Cuperlo, rispetto alla disparità delle forze in campo (anche esterne al Pd, appunto) che stanno orientando la competizione. L`ex segretario Fgci, 52 anni, da sempre considerato vicino a Massimo D`Alema, ha però deciso di giocare le sue carte e, intervistato da MessaggeroTv, non si sottrae ai temi della più stretta attualità. Senza risparmiare stoccate al suo diretto avversario, il sindaco di Firenze, e al governo di Enrico Letta, che pure promuove e sostiene con convinzione.
Onorevole, cosa intende per Opa esterna al Pd?
«Penso ci sia il pericolo che i partiti vengano considerati non solo contendibili, ma scalabili. Che qualcuno pensi che, dal chiuso di potentati, si possano condizionare le scelte del primo partito della sinistra italiana. Il compito del Pd è quello di opporsi a questa logica. Nel congresso è in gioco anche il principio fondamentale dell`autonomia di questo soggetto».
Le primarie aperte sono un rischio?
«Quelle dell`8 dicembre sono primarie aperte, ma aperte a tutti coloro che si riconoscono nel Pd. Scegliamo il segretario, non il candidato premier. Verrà il tempo di una nuova coalizione, dopo la parentesi delle larghe intese, con nuove primarie aperte a tutto il popolo del centrosinistra. Sono due momenti distinti, non bisogna fare confusione».
Sceglierete il segretario. Renzi, in caso di vittoria, resterà sindaco.
«Se ti candidi a cambiare tutto non lo fai come secondo lavoro, nel tempo perso. L`immagine per cui se sei sindaco ti occupi dei cittadini, tagli i nastri degli asili e stai tra la gente, mentre se sei segretario di un partito sei impegnato solo in oziose riunioni, è un`immagine offensiva del Pd e dei suoi elettori».
Al Senato è naufragato il vostro progetto di riforma elettorale per un sistema a doppio turno. Cosa succede ora?
«Non possiamo arrenderci, ora la cosa più ragionevole sarebbe quella di trovare una maggioranza attorno a un sistema già sperimentato, ovvero il Mattarellum».
Renzi presenterà una sua proposta.
«Di cosa parla Matteo quando parla del sindaco d`Italia? Se ha in animo una torsione in senso presidenzialista, sia onesto e lo dica. Spieghi che significa intervenire in maniera molto più impegnativa sulla seconda parte della Costituzione e questo non si fa in due settimane. Io sono contrario al passaggio da una Repubblica parlamentare a una di tipo presidenziale».
Sulla legge di stabilità la maggioranza sembra muoversi in ordine sparso. Migliaia le proposte di modifica presentate. Finirà con un maxiemendamento del governo e voto di fiducia?
«Spero di no. Spero che governo e maggioranza siano in grado di affrontare il dibattito parlamentare, correggendo quello che va corretto. Ho scritto ai sindacati per proporre di discutere nel merito. Dobbiamo ascoltare i segnali che arrivano dalle categorie economiche e dai soggetti sociali».
Torniamo al congresso. Come stanno andando le consultazioni locali? Quanti elettori vi aspettate alle primarie?
«Al momento, per quanto ci riguarda, dal territorio abbiamo dati incoraggianti, ma non abbiamo bisogno di una guerra di cifre. Per l`otto dicembre sono molto fiducioso. Sono convinto che ai gazebo andranno oltre due milioni di persone».
Non crede che le vicende di queste settimane, dalle tessere gonfiate alle risse fino al caso Crisafulli ad Enna, possano allontanare i vostri elettori?
«Sono stati commessi degli errori e bisogna lavorare a un rinnovamento. Attenzione però. A Enna non avrei compiuto la scelta fatta da Crisafulli è vero e tuttavia vorrei che non esagerassimo. Bisogna distinguere tra le diverse vicende e non usare le biografie delle persone come arma. Anche perché noi veniamo da una cultura garantista».
Fonte: Il Messaggero
lunedì 4 novembre 2013
Congressi caos, Epifani riunisce la segreteria del Pd
Chiti accusa: a Empoli tessere vendute a centinaia d'immigrati. Manca poco più di un mese alle primarie e fioccano le accuse incrociate sui trucchi. Cuperlo: "Il problema esiste". Pittella: "Le furberie feriscono il Pd, ma fermare tutto sarebbe solo una foglia di fico"

C'è da capire - soprattutto - se alcuni mentano quando dicono che gli avversari hanno truccato le carte per vincere. O se è vero che a Cosenza ci sia un congresso falsato da dirigenti vicini all'area Cuperlo (e da garanti non imparziali), ad Asti da file di albanesi per Renzi, e così via in un incrocio di accuse riempite ogni giorno da nuovi particolari.
Vannino Chiti denunciava ieri file sospette di immigrati al congresso provinciale di Empoli, e si lanciava contro "compravendite vergognose frutto di regole assurde". Come quella di far votare ai gazebo delle primarie anche i non iscritti, quella di non chiudere il tesseramento mesi prima del congresso "per compiacere quanti non sopportano militanti che ogni giorno lavorano per il Pd, volendolo ridurre a comitato elettorale".
Pippo Civati, pur in disaccordo con l'idea di fermare il tesseramento, rivendica a SkyTg24: "Il problema l'avevo denunciato io 15 giorni fa e avevo chiesto agli altri candidati di schierarsi con me. È successo tutto puntualmente. Diamo l'immagine di un partito in cui la corsa per il potere è più importante del rispetto delle regole. Spero che si prendano provvedimenti e si annullino i congressi nelle situazioni più drammatiche". Parla di "coperture politiche", lo sfidante di Renzi e Cuperlo, ricorda: "Io l'ho detto ai miei, il primo che becco lo caccio a calci nel sedere".
Così, mentre i renziani continuano a dire - su mandato del sindaco di Firenze - che di chiudere il tesseramento non se ne parla, che le commissioni di garanzia hanno il compito di verificare le irregolarità, ma non bisogna approfittare dei casi sospetti per bloccare la partecipazione, Gianni Cuperlo non demorde. Dopo un comunicato in cui il suo comitato garantiva che "le regole si possono cambiare quando c'è condivisione, non saremo certo noi a impuntarci o a chiedere forzature", il candidato, da Ferrara, smentiva: "Sul discorso tessere non mi arrendo, non è una polemica mossa nei confronti di qualcuno, è un fatto che riguarda tutti noi e ne va dell'autorevolezza e della dignità del partito".
Oggi, Cuperlo chiede soprattutto di non sottovalutare il problema. "Io ho fatto un appello, non ho aperto polemiche: sono preoccupatissimo di questi fenomeni degenerativi che mi vengono descritti come circoscritti. Tuttavia questo non fa venire meno l'allarme" dichiara a margine di una iniziativa davanti alla sede dell'Inps di Roma. "Tutti dovremmo fare una sforzo per evitare fenomeni di questo tipo. Fermiamo quindi il tesseramento, chiudiamolo qualche giorno prima. Saranno primarie aperte, da questo punto di vista non c'è nessun problema, ma bisogna dire una parola chiara perché queste polemiche fanno male ai militanti. Ho fatto questa proposta, non è stata accolta e non ne faccio un dramma, ma vorrei che il problema non fosse sottovalutato".
L'altro candidato alla segreteria Gianni Pittella allo stop non ci sta: "Chi fa furberie, al limite dell'illecito, nel tesseramento è un cialtrone. Da questa situazione il Partito democratico viene ferito. Una ferita tra l'altro inutile perché impossessarsi di un guscio vuoto è stupido. Fermare tutto? Sarebbe una foglia di fico che serve solo a lavarsi la coscienza".
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