SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

sabato 30 giugno 2012

Da Nord per ricostruire il Paese. Bersani a Milano




Le Assemblee regionali Pd di Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria si riuniranno, per la prima volta, sabato 30 giugno a Milano al Teatro Elfo Puccini, per dar vita a "Da Nord, per la ricostruzione nazionale"


Le Assemblee regionali Pd di Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria si riuniranno, per la prima volta, sabato 30 giugno, dalle 9.30 alle 18.00, a Milano al Teatro Elfo Puccini di corso Buenos Aires 33, per dar vita a "Da Nord, per la ricostruzione nazionale". Un'intera giornata, con sessioni tematiche di lavoro in mattinata e un'assemblea plenaria al pomeriggio, che vedrà la partecipazione di Presidenti di Regione e Provincia, di Sindaci, di consiglieri regionali e deputati, di Portavoce di Circoli e di Segretari di Federazione. Chiuderà l'iniziativa il Segretario nazionale Pd Pier Luigi Bersani.

"La ricostruzione nazionale ha bisogno di un nuovo punto di vista sul nord, sulle sue aspettative e suoi bisogni - dichiara il segretario del Pd lombardo Maurizio Martina - Lega e Pdl hanno fallito la prova di questi anni. Oggi si e' aperto un vuoto di rappresentanza che il Pd e il centrosinistra devono saper colmare con concretezza e credibilità. Dal patto fiscale, alle politiche per il lavoro e l'impresa, dalla semplificazione burocratica alla riforma delle reti di protezione sociale: ci sono alcuni nodi ineludibili che vogliamo affrontare e che chiediamo siano tratti essenziali del nostro progetto per l'Italia".

Il Pd ricomincia dal Nord e sfida la Lega

Davide Zoggia

Abbiamo l’obiettivo di far ripartire la “macchina Italia”, affrontando alcuni nodi economici, sociali e istituzionali e rigettando la pratica dei colpi ad effetto che ha caratterizzato l’iniziativa politica del centro destra

Con l’appuntamento di sabato a Mlano vogliamo incrementare la riflessione e il dibattito, di fatto mai assopiti, sulle grandi tematiche territoriali. Partiamo dal nord come la prima delle tappe che si succederanno nel Paese per iniziativa del partito e partiamo dai territori perché riteniamo che da lì vengano indicazioni e segnali che hanno valenza nazionale, anche rispetto alla convulsa stagione politica che stiamo vivendo.
Abbiamo l’obiettivo di far ripartire la “macchina Italia”, affrontando alcuni nodi economici, sociali e istituzionali e rigettando la pratica dei colpi ad effetto che ha caratterizzato l’iniziativa politica del centro destra che ha volutamente confuso il cambiamento, che non era capace di realizzare, con la propaganda e il populismo.
Gli stessi modelli regionali costruiti dall’asse Pdl-Lega oggi, anche a causa del mancato cambiamento, sono profondamente in crisi e questo scenario si aggrava se aggiungiamo le vicende giudiziarie che toccano il mondo della sanità nella stessa Regione Lombardia. In Lombardia è entrato in crisi il modello che il centro destra ha propinato agli italiani: i risultati elettorali delle elezioni amministrative dell’anno scorso con la vittoria del centro sinistra al comune di Milano, e l’affermazione di quest’anno nei comuni di Monza o di Como sono la fotografia di questa crisi. Il Pd vuole costruire la sua proposta per questi territori provando a interpretare politicamente e con un respiro nazionale le domande di cambiamento che dal nord, e non solo, vengono al Paese. 
Alla «intolleranza leghista» il Pd risponde con il riconoscimento delle «Nuove cittadinanze>, come presa d’atto del cambiamento socio-antropologico che è da tempo in atto in Italia. Crediamo infatti che quel nord intollerante e fanatico che in vent’anni è stato rappresentato dalla Lega non è maggioranza e in questo siamo confortati dal forte sentimento di solidarietà con cui le popolazioni del nord hanno sempre risposto di fronte ad eventi catastrofici o appelli di aiuto provenienti dalle regioni del mondo. Alla «chiusura autarchica» proposta alle imprese dall’accoppiata Pdl-Lega noi rispondiamo con l’impellente necessità di realizzare un piano nazionale di sostegno alle imprese per creare lavoro e fare uscire decine e decine di famiglie dallo spettro della povertà. Il tessuto produttivo del Nord che a ragione è stato definito la locomotiva d’Italia, oggi necessita di interventi che incoraggino gli investimenti per continuare a innovare e tornare a essere competitivi.
Al «federalismo separatista» contrapponiamo un federalismo che serva a sburocratizzare e snellire la macchina istituzionale per dare risposte in tempi brevi alle domande dei cittadini e svecchiare una macchina statale ancora fortemente segnata da una cultura post-risorgimentale.
Al tentativo di misconoscere la penetrazione degli interessi mafiosi nel tessuto produttivo e sociale dei territoti del Nord, il Pd risponde con un chiaro e forte impegno dei suoi amministratori nelle istituzioni per rafforzare gli strumenti di vigilanza per la legalità e di lotta alle mafie e per ridare sicurezza ai cittadini, stabilità e certezza agli imprenditori, forza e sostegno alle forze dell’ordine. E nessuna deroga può essere immaginata su questo terreno. Questo è il senso dell’iniziativa di Milano che vede protagonisti i gruppi dirigenti del Pd, i nostri amministratori, i nostri segretari di circolo e i nostri iscritti. Tutti insieme impegnati a dare testa e gambe nuove e giovani al Paese perché sappiamo che solo partendo dai territori, partendo «dal basso>, l’Italia può salvarsi.

PD Salerno: “il dimensionamento scolastico è stato influenzato da esigenze politiche clientelari"


 Il messaggio dell’Amministrazione provinciale così suona, dantescamente, a tutti gli studenti, i dirigenti, gli insegnanti e al personale che in futuro varcheranno ogni portone infernale delle scuole salernitane.
Il piano di riorganizzazione della rete scolastica proposto dalla  giunta Cirielli e approvato in Regione avrà  come unico risultato la destrutturazione del sistema pubblico di istruzione e un forte impoverimento degli organici. La riduzione della spesa applicata ' sic et simpliciter', produrrà pesanti conseguenze sia per la qualità del servizio scolastico che dell’offerta didattico - educativa della nostra provincia e dell'intera Regione Campania.
Come già ampiamente preannunciato dal Partito Democratico di Salerno, in seguito ad un incontro alla presenza delle maggiori sigle sindacali, dei consiglieri regionali e provinciali, degli operatori della scuola, nonostante l'indicazione regionale di contenere la chiusura delle scuole in un numero di 16 , la Provincia di Salerno vedrà la chiusura di ben 38 scuole !! Molte altre rimarranno sottodimensionate, sicché per molti istituti ci sarà il problema del mantenimento alla loro direzione di un Dirigente Scolastico e di un Direttore dei Servizi Amministrativi, Il piano, proposto , in qualche caso ,determina il sottodimensionamento di alcuni istituti oggi regolarmente dimensionati come il Liceo Scientifico di Buccino.
Tra le situazioni più eclatanti segnaliamo:
1- nel comune di Sala Consilina si creano 3  nuovi istituti già sottodimensionati: l’Omnicomprensivo di 708 alunni; l’IC, che è comprensivo solo sulla carta avendo perso la scuola media, di 613 alunni; il secondo IC di 561 alunni.
2- Comune di Buccino: l’IIS attualmente ha 917 alunni, perdendo l’IPSIA di Oliveto Citra e l’ITI di S. Gregorio Magno, diventa sottodimensionato con 464 alunni
3-Comune di Baronissi: si istituisce una nuova autonomia di 559 alunni (dunque sottodimensionata) aggregando l’ITI , attuale sezione associata dell’ ITI “Focaccia” di Salerno, con il Liceo Scientifico, attuale sede associata del LS “Rescigno” di Roccapiemonte.
4-Comune di Eboli: si aggregano l’IPSC “Moro” di Eboli, la sede associata IPSC sede di Albanella e l’ITI “Mattei” di Eboli per un totale  di 534 alunni, ( sottodimensionata)
Tra le Autonomie Sottodimensionate ai sensi dell’art.4 comma 69 L.183/2011 e non oggetto di dimensionamento ci sono ben 43 scuole e tra queste citiamo:
Bellizzi SMS “Gaurico”  (432), Capaccio DD I Circolo (584), Eboli DD I Circolo (596), Pellezzano DD (521), Roccapiemonte DD (555), Vietri sul Mare DD (508), Cava dei Tirreni SMS “Giovanni XXIII (507), Cava dei Tirreni SMS “Carducci – Trezza” (562), Campagna IC Capoluogo (331) comune montagna, Pontecagnano SMS “Picentia” (589) , Salerno SMS “Tasso” (596),Salerno SMS “Pirro” (591), Salerno SMS “Torrione Alto”,Sarno SMS “Amendola (586),)Eboli IC “Pietro da Eboli” (583),  Vietri sul Mare Istituto Comprensivo (449),  Roccapiemonte Istituto Comprensivo (527) , Sapri IC “Alighieri” (563)  comune montano,  Pontecagnano IC “Moscati” (565)
Come già emerso dall'incontro promosso dal Partito Democratico di Salerno, il metodo seguito per il dimensionamento scolastico è stato influenzato più  da esigenze politiche clientelari che da quelle reali di governo e di corretta distribuzione sul territorio dell’offerta formativa. Tale riorganizzazione, oltre all’impoverimento dell’offerta proposta, comporterà una consistente riduzione dei posti in organico, in specie tra il personale ATA, tra i Dirigenti Scolastici e i Direttori Amministrativi, con tutti i disagi conseguenti alla scomparsa di posti di lavoro e anche di disponibilità per le future assunzioni in ruolo in una provincia già fortemente colpita.
Le ripercussioni più negative si avranno soprattutto in quei piccoli centri ( scuole di montagna) dove l’aggregazione delle attuali  scuole determinerà enormi disagi sia per il personale che per i cittadini coinvolti.
Prendiamo atto che ancora una volta l'operato del governo di centrodestra regionale e provinciale è sconfortante e totalmente distante dalle reali esigenze di sviluppo connesse alla formazione educativa e di qualità per le giovani generazioni.
 Mariarosaria Vitiello
Vice Segretario Provinciale Pd
Responsabile Scuola Pd Salerno

venerdì 29 giugno 2012

TANTI AUGURI PRESIDENTE

TANTI AUGURI AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NAPOLITANO

                           Circolo Partito Democratico Vietri sul Mare

GD: Presentazione del libro "Il Sud al tempo degli italiani"


Presentazione del libro "Il Sud al tempo degli italiani" di Carmelo Conte — domani alle 19.30 con Vincenzo Pedace e Giovanni Di Mauro presso Vietri Sul Mare.

Documento provinciale sul lavoro-GD Salerno


Giovani Democratici Federazione SalernoParlare di lavoro, spiegare le dinamiche ed i numeri del lavoro giovanile, in questa delicata fase storica ed economica, rappresenta senza ombra di dubbio un compito arduo ed impegnativo. La parabola discendente italiana e mondiale ha avuto inizio nel 2008 e a quattro anni di distanza la crisi continua a mietere vittime, ad aumentare le disparità tra la popolazione ricca e quella povera e la soluzione a tutto ciò sembra ancora lontana anni luce.
Ci troviamo nel bel mezzo di una guerra per acquisizione di ricchezza, dove dietro la parola finanza si cela quella di grandi investitori; dietro l'azione speculativa quella di aggressione agli Stati ed ai loro debiti sovrani e dietro la parola paura si nascondono le politiche di rigore e di austerità.
Il lavoro, il sapere, l’ambiente e l’innovazione devono essere la base da cui ripartire. Senza un’idea ben precisa, un'idea chiara di futuro, tutti i rimedi costituiranno esclusivamente soluzioni temporanee oppure nel peggiore dei casi, si trasformeranno in disastri, come avvenuto in Grecia.
Dalla lettura della demografia italiana la classe media si è fortemente impoverita ed il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto, tornando ai livelli del 1995.
L'Istat registra livelli di disoccupazione record: la disoccupazione giovanile è tra le più alte d'Europa (36%), mentre continua a crescere inesorabilmente il numero delle persone che ricorrono agli ammortizzatori sociali (a marzo 2012 837.000 cassa integrazione, con un incremento del 34% rispetto al mese precedente), trasformando numeri e dati economici in dramma sociale.
Nel nostro territorio, il tasso di disoccupazione è al 14 %, mentre quella giovanile al 42,5 %.
Sono numeri che fanno letteralmente rabbrividire!

In Parlamento, intanto, si discute di una necessaria ed imminente modifica del mercato del lavoro: riforma richiesta dalla BCE e promessa dall'Italia nella famosa lettera di impegni sottoscritta da l'ex premier Berlusconi.
Questa proposta di riforma sta trovando consensi unanimi in quasi tutti i Governi europei, tuttavia riscuote un bassissimo successo tra le parti sociali nel nostro Paese.
La discussione e' iniziata, maturata e scoppiata nelle ultime settimane finendo quasi nel dimenticatoio e venendo approvata ormai in sordina al Senato.

Di temi importanti come quello della riduzione delle tipologie contrattuali, sopratutto quelle maggiormente precarizzanti; di una riduzione dei tempi relativi alle domande di Cassa integrazione e di un' estensione degli ammortizzatori sociali anche ad altri lavoratori attualmente non tutelati, in questa riforma non vi e' traccia!
Ci si è limitati ad alimentare uno scontro ideologico, sancendo l’idea che attraverso la modifica dell’art. 18 tutti i mali sarebbero stati risolti e decretando l'ennesima sconfitta dello stato sociale.
Tuttavia alcuni punti interessanti ed importanti nella proposta di riforma sono da rilevare: la centralità stabilita per legge del contratto a tempo indeterminato; il rilancio dell’apprendistato come contratto d’accesso al lavoro; il fatto che si rimandi alla contrattazione collettiva la definizione dei compensi specifici peri i collaboratori a progetto.
In Italia anziché dibattere in Parlamento un nuovo Piano Industriale, provando magari a cambiare gli equilibri tra fonti rinnovabili e combustibili fossili, anziché dibattere su come rilanciare con forza il nostro tessuto industriale attraverso un Made in Italy di qualità ed innovativo, ci si limita a futili e sterili polemiche che a distanza di mesi ancora non hanno prodotto alcun risultato, nè sul piano della crescita nè sul piano delle tante auspicate riforme strutturali.

Analisi economiche dimostrano che il vero problema in Italia non è la flessibilità in uscita ma quella in entrata, rappresentata da una sfilza di tipologie contrattuali la maggior parte delle quali utilizzate in maniera impropria.
Noi come Giovani Democratici, abbiamo già avviato con il comitato “il nostro tempo è adesso”, una campagna volta alla riduzione delle attuali 46 o piu' tipologie contrattuali, e all’effettiva estensione ed universalità degli ammortizzatori sociali; un equo compenso verso tutti gli stagisti che svolgono molto spesso le stesse mansioni dei lavoratori dipendenti, non vedendo il proprio lavoro gratificato da un degno salario.
Noi crediamo che in un disegno strategico di crescita e di rilancio del nostro Paese, e nell’ottica di una maggiore integrazione alle politiche comunitarie, il PD non può non avere come priorità nella sua agenda politica una lotta incontrastata ed incondizionata all’evasione fiscale, alla criminalità organizzata e una coerente e credibile proposta di forte tassazione ai grandi patrimoni e alle rendite finanziarie. 

I NUMERI DELLA CRISI IN PROVINCIA DI SALERNO

In Italia 533.000 persone hanno perso il posto di lavoro, 97.000 in Campania e circa 25.000 in provincia di Salerno.
I dati ufficiali stimano che circa 100.000 iscritti agli uffici per l’impiego sono attualmente  disoccupati. A questa cifra già di per sé preoccupante se ne devono aggiungere almeno altrettanti 100.000 che rappresentano i lavoratori assistiti con gli ammortizzatori sociali, coloro che non studiano e il lavoro non lo cercano più.
A marzo 2012 le ore di cassa integrazione autorizzate sono state 837.000 con un incremento del 34% rispetto al mese precedente. Il tasso di disoccupazione è del 14%, quello giovanile è del 42,5%.
Oltre 2000 lavoratori di 130 aziende hanno gli ammortizzatori sociali in deroga scaduti e non finanziati.
I tagli alla spesa pubblica e il forte calo dei consumi hanno ulteriormente indebolito il
ciclo economico provinciale.

UNIVERSITA’

Noi pensiamo che il sapere e la ricerca possano rappresentare davvero il volano di sviluppo prima di tutto per il nostro territorio, ma anche per l’intero Paese.
Uno Stato cresce e si rinnova, solo se individua i settori di sviluppo e li incentiva alimentando la ricerca e la specializzazione dei suoi operatori.
Non è tagliando le risorse alla scuola e all’Università che si riducono gli sprechi e si rientra nel deficit di spesa pubblica: non è triplicando la tassa regionale per il diritto allo studio, riducendo le risorse destinate alle borse di studio o agli alloggi studenteschi o accorpando in un’unica ADISU regionale tutte le Aziende universitarie, mettendo a repentaglio anche le punte di eccellenza presenti in tale settore come l’Università degli Studi di Salerno, che si incoraggia la crescita professionale ed intellettuale dei giovani campani.
Il Riformista Caldoro, dovrebbe dimettersi!
Come GD siamo impegnati ci impegneremo per una riforma universitaria, sempre più un privilegio per pochi che un luogo di cultura e conoscenza aperto a tutti; per una forte ed equa università pubblica con rette universitarie non analoghe ad università private!

CSTP
Mentre elaboriamo le nostre proposte in materia di lavoro, i dipendenti del CSTP sono in presidio permanente, notte e giorno; a dimostrazione del pericoloso stato di esasperazione cui i lavoratori del consorzio sono giunti. Un pericolo che non può certo essere risolto con la semplice privatizzazione dell’azienda. Il contesto di crisi economica che viviamo ha infatti determinato una situazione in cui l’unica organizzazione che avrebbe davvero le ingenti somme di denaro necessarie ad acquistare e riavviare il consorzio salernitano di trasporti è quella malavitosa. E il pericolo che la camorra possa assumere, attraverso propri prestanome, il monopolio di fatto del sistema di trasporti campano non può essere corso per nessuna ragione. Auspichiamo

SANITA'
Il nostro sistema sanitario ha da sempre rappresentato il capitolo di spesa più consistente della Regione. E nonostante il diritto alla salute sia sancito dalla Costituzione, molti territori hanno dovuto lottare e alcuni lottano tutt’ora per mantenere aperto il presidio sanitario di riferimento. Le varie Asl di Salerno, di recente accorpate, rappresentano una delle realtà più complesse d’Italia; con 11 ospedali e ben 9mila dipendenti. Troppo spesso in queste strutture, come in quelle di molte altre realtà d’Italia, si sono annidati gli interessi di alcuni “potentati politici” che guardavano più alle nomine dei primari e alle assunzioni del personale che alla tutela della salute dei cittadini. Risultato: oggi ci ritroviamo con un sistema sanitario che ha un buco di 1,7 miliardi di euro e mostra ancora forti difficoltà a ripartire.
ANTONIO AMATO
Azienda italiana specializzata nella produzione di pasta e sughi pronti, fondata a Salerno nel 1958. Fornitore ufficiale della nazionale di calcio campione del mondo del 2006, nonché sponsor ufficiale della nazionale di sci del 2009.
Dopo 40 anni di espansione, nel 2009 entra in crisi, blocca la sua produzione e annuncia la cassa integrazione per i suoi 140 dipendenti. Il successivo fallimento dell’azienda e l’inchiesta della Procura di Salerno che vede indagate 12 persone (tra cui il presidente Antonio Amato e l'ex deputato mastelliano Paolo Del Mese) per bancarotta fraudolenta hanno determinato il lungo calvario delle famiglie di coloro che lì svolgevano il loro lavoro.

GRUPPO AR
Opificio sorto nel 1921 come prima industria conserviera sul territorio campano. Ha sede ad Angri e circa 400 dipendenti. Entrato in crisi, sospende la propria attività dando il via ad una vertenza sindacale che coinvolgerà anche Prefettura e Regione Campania. La soluzione attualmente prospettata come la più realistica sembra la riconversione dell'impianto con la conseguente trasformazione in un pastificio, e la riduzione del personale addetto alla produzione.
La lista potrebbe continuare ancora con la questione degli idraulici forestali abbandonati al loro destino dalla Regione e ai consorzi di bacino Salerno 1 2 3 e 4 dove centinaia di lavoratori non percepiscono gli stipendi da mesi e oltre alla crisi e alle varie difficoltà legate alla particolare situazione economica, si ritrovano a lottare, inscenando periodicamente azioni di sciopero o di protesta eclatanti per vedere realizzato il loro sacrosanto diritto alla retribuzione.
Questo significa parlare di lavoro: la riforma deve partire secondo noi, dall'eliminazione degli sprechi, dalla revoca agli incarichi alle persone incompetenti, dalla politica, da quella vera e sana e che esercita i propri poteri nell'interesse della collettività.
Noi vorremmo che anche in politica ci sia un codice etico e che nei fatti sia rispettato; vorremmo che la politica tornasse una nobile attività, praticata con passione, tenacia e voglia di mettersi al sevizio del prossimo.

"…vorremmo davvero cambiare il mondo con la politica, perché se i giovani non si interessano alla politica, la politica restera' appannaggio degli altri, mentre sono i giovani coloro i quali hanno il bisogno fondamentale di costruire un futuro e garantire che un futuro vi sia…”
E. Berlinguer

Addio a Lamberti: studioso della camorra, fu presidente gentiluomo della Provincia


Amato Lamberti Amato Lamberti
NAPOLI - È morto, dopo una lunga e feroce malattia, Amato Lamberti, sociologo, ex presidente della Provincia di Napoli e collaboratore di questo sito di cui curava un seguito e apprezzato blog.
LO STUDIO E L'IMPEGNO ANTICAMORRA - Nato in Piemonte, a San Maurizio Canavese il 6 aprile 1943, Amato ha vissuto in Campania sin dal 1958, quando la sua famiglia si trasferì a Salerno. È stato docente di Sociologia della devianza e della criminalità presso la Facoltà di Sociologia dell'Università «Federico II» di Napoli. Studioso rigoroso, apprezzato, innovativo. Negli anni '80 ha fondato e diretto l'Osservatorio sulla Camorra della Fondazione Colasanto e, successivamente, dal gennaio 2005, ha coordinato l'edizione del Corriere del Mezzogiorno che ha raccolto il testimone di quella straordinaria esperienza.
LA POLITICA - Grande la sua passione per la politica. È stato, infatti, uno storico esponente e fondatore dei Verdi in Campania per i quali è stato assessore alla Normalità al comune di Napoli dal 1993 al 1995 (con la prima giunta Bassolino, quella del «Rinascimento» di Napoli) e presidente della Provincia di Napoli dal 1995 al 2004 che risanò dopo il dissesto finanziario causato dalla precedente amministrazione. «Faceva parte dei soci fondatori del nuovo soggetto politico ecologista Verdi Ecologisti e Civici - ricordano commossi il commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli ed il capogruppo del Sole che Ride al consiglio comunale di Napoli Carmine Attanasio. - . Era un uomo mite e deciso che ha sempre governato e lavorato con uno straordinario senso etico e morale per la città, la provincia e la Regione. Abbiamo avuto l'onore di conoscerlo e di essere compagni di partito e di associazione e ci mancherà tantissimo. Con lui scompare un pezzo importante della storia ambientalista della nostra regione».
ANTI-CASTA - Di Lamberti va ricordata la battaglia feroce contro la camorra nelle istituzioni e nella politica che lo portò a realizzare anche la prima cassetta anticamorra a Napoli e il disprezzo per i privilegi della casta rifiutando autisti ed altri benefit. Ad esempio anche da Presidente della Provincia si muoveva con mezzi propri e quando qualche volta arrivava in ritardo ad un appuntamento era solito spiegare che purtroppo non aveva trovato parcheggio con la sua macchina. I funerali si svolgeranno alle 17 di venerdì 29 giugno nella Chiesa dei Salesiani di Salerno.
IL SINDACO - «Amato Lamberti è stato un importante punto di riferimento per diverse generazioni. La battaglia per la legalità, fin dai tempi dell'Osservatorio sulla camorra, e la denuncia delle infiltrazioni istituzionali del crimine organizzato sono un'eredità preziosa. Lamberti, lucido analista della società e politico rigoroso, che mai ha smarrito la coscienza ecologista e la bussola della questione morale, ci mancherà molto», scrive su Facebook il sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA - «Esprimo il più sentito cordoglio a nome di tutta l'amministrazione provinciale per la scomparsa dell'ex presidente della Provincia di Napoli Amato Lamberti. Ai familiari voglio trasmettere il vivo ricordo che vi è nel personale dell'ente della grande umanità e sensibilità del professore di sociologia, quanto mai attivo nella vita politica e sociale della città». È quanto dice, in una nota, il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro
CONSIGLIO REGIONALE - «Profondo cordoglio« per la scomparsa di Amato Lamberti, ex presidente della Provincia di Napoli, fondatore dei Verdi della Campania e dell'Osservatorio sulla camorra» è stato espresso dal presidente del Consiglio regionale della Campania, Paolo Romano, in un telegramma inviato alla famiglia del sociologo. «A nome dell'Assemblea e mio personale giunga espressione sentita profondo cordoglio per la scomparsa del prof. Amato Lamberti», c'è scritto nel telegramma. «La Campania ricorderà sempre la figura di un uomo che ha profuso un concreto ed encomiabile impegno al servizio della nostra collettività rivestendo un ruolo significativo sul fronte della lotta contro ogni forma di criminalità organizzata. Ci associamo al dolore dei familiari e dei concitttadini tutti», conclude la missiva.
(da corriere del mezzogiorno)

CGIL CAMPANIA: la Campania e la crisi produttiva "LAVORO, EQUITA' LEGALITA' manifestazione regionale a Napoli

Lunedi 2 luglio a Napoli i leaders del sindacato: Trecento pullman, punti ristoro e dirette radio tv per la manifestazione La macchina organizzativa del sindacato è al lavoro in queste ore per definire i dettagli della manifestazione in programma lunedì 2 luglio a Napoli che vedrà la partecipazione dei segretari generali nazionali di Cgil Cisl Uil e Ugl, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella.  
Il concentramento è previsto per le ore 16 a piazza Mancini. Il corteo attraverserà corso Umberto, piazza Bovio, via Sanfelice per raggiungere piazza Matteotti, dove sono in programma i comizi.
Oltre 300 i pullman provenienti dalle cinque province della regione, venti i punti di ristoro lungo il percorso del corteo. Per i pensionati il punto di raccolta, a manifestazione conclusa, sarà presso la Stazione Marittima. Numerosi i network nazionali e regionali che trasmetteranno in diretta la manifestazione. Anche il web garantirà una copertura totale dell’evento, attraverso le testate radiotelevisive del sindacato.

Bersani: tutela e sicurezza e salute misurano avanzamento sociale e civile del Paese. Resta molto da fare



Il messaggio al presidente nazionale dell’Anmil in occasione della marcia di sabato 30 Giugno ad Assisi


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“Il Partito Democratico considera la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro un diritto fondamentale dei lavoratori e la misura della sua concreta realizzazione certifica il livello di avanzamento sociale e civile di un paese. Da questo punto di vista dobbiamo riconoscere che anche in Italia molto resta da fare: sebbene i dati ufficiali mostrino, negli ultimi anni, una tendenza costante alla diminuzione dei numeri assoluti, anche in ragione della forte riduzione delle ore lavorate, il fenomeno delle morti, degli infortuni e delle malattie causate dal lavoro permane gravissimo”. Lo afferma il segretario nazionale del partito Democratico, Pier Luigi Bersani in un messaggio inviato al presidente nazionale dell’Anmil, (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), Franco Bettoni, in occasione della 1° Marcia nazionale per la sicurezza sul lavoro che l’ANMIL ha organizzato per sabato 30 giugno ad Assisi.
“E’ quindi necessario – continua Bersani nella lettera - andare oltre la pur doverosa azione di denuncia dello stillicidio delle morti e degli infortuni sul lavoro per dar vita ad una rinnovata strategia di tutela della salute e della sicurezza. Una strategia fondata, allo stesso tempo e in egual misura, sulla puntuale applicazione delle normative, dei controlli e delle sanzioni e sulla promozione di una forte e diffusa cultura e pratica della prevenzione, nella convinzione che questa strategia sia parte integrante della valorizzazione del capitale umano che è, insieme, esigenza inderogabile della nostra civiltà del lavoro e fattore di competitività per le imprese.” 
“Gli interventi della magistratura  - sottolinea il leader Pd - e le rare anche se esemplari sentenze di condanna, come quelle della Thyssen e dell’Eternit rappresentano certo atti di giustizia, di individuazione delle responsabilità e di risarcimento, ma da soli non bastano a determinare un’efficace politica di prevenzione. Questa resta fondamentalmente legata alla capacità all’interno delle imprese di realizzare un’adeguata organizzazione della valutazione dei rischi e di protezione dei lavoratori e, all’esterno, sul territorio, alla possibilità di disporre di una rete efficacia e coordinata di servizi di vigilanza e di prevenzione”.
“Lungo queste linee – ricorda Bersani - si muovono le proposte formulate dal PD in un suo documento del novembre scorso frutto del lavoro di un gruppo di esperti e di rappresentanti delle parti sociali. In sintesi si tratta di: dare piena attuazione al decreto legislativo 81 del 2008 per razionalizzare l’organizzazione pubblica, nazionale e territoriale, preposta alla definizione delle norme, agli indirizzi operativi, alla promozione ed alla vigilanza per dare effettività alle azioni di prevenzione; sostenere le imprese, in particolare le piccole e medie, nelle loro esigenze di innovazione e ammodernamento produttivo e di qualità del lavoro, evitando che salute e sicurezza dei lavoratori continuino ad essere considerati dei costi comprimibili in nome della concorrenza, combattendo quindi le pratiche del massimo ribasso negli appalti e tutte le forme di lavoro sommerso e di imprenditorialità illegale; realizzare un maggior coinvolgimento dei lavoratori attraverso l’informazione e la formazione sulla prevenzione dei rischi a cui sono esposti in azienda, anche rafforzando il ruolo dei rappresentanti per la sicurezza,per renderli protagonisti della cultura e delle pratiche di prevenzione”. 
“Su questi temi – conclude - che formano parte integrante dell’azione politica e parlamentare del PD per la difesa dei diritti dei lavoratori, per la piena e migliore occupazione, mi auguro, caro Presidente, di poter sviluppare anche con l’ANMIL un proficuo confronto”.

Siamo qui a fare squadra



Pier Luigi Bersani, a Bruxelles per partecipare alla riunione dei leader socialisti europei, prima dell'inizio del Consiglio Ue


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Il Pd continuerà a sostenere il governo Monti anche in caso di fallimento del vertice Ue, oggi e domani a Bruxelles. Lo ha detto il segretario dei Democratici, Pier Luigi Bersani, a Bruxelles per partecipare alla riunione dei leader socialisti europei, prima dell'inizio del Consiglio Ue.

"Siamo qui a fare squadra" ha detto Bersani, secondo il quale "abbiamo bisogno come Europa e come Italia di fare qualcosa di significativo per abbassare i tassi sui debiti dei Paesi che sono in regola".

La riduzione dei tassi, secondo Bersani servirebbe a dare "spazio agli investimenti, creare occupazione e contrastare la recessione". Tutto il resto, ha aggiunto il leader democratico, "sono tecnicalità che devono però puntare chiaramente a questo obiettivo".

Sulle prospettive per l'Italia in caso di "fallimento" del vertice, Bersani appare ottimista: "l'Italia ha fatto i suoi compiti a casa e saprà farli, nel caso, anche in futuro".

Dalla riunione dei leader socialisti, secondo Bersani, emergeranno "in modo evidente idee e proposte chiare che dimostreranno che quella italiana non e' una posizione isolata".

Parlamentari PD: “Gli impegni saranno rispettati. I fondi del finanziamento andranno alle popolazioni terremotate”



Dichiarazione congiunta dei deputati e dei senatori del PD dell’Emilia-Romagna in merito alla destinazione alle popolazioni emiliano-romagnole colpite dal sisma delle risorse provenienti dal risparmio del finanziamento ai partiti


Terremoto in Emilia Romagna
“L’impegno che abbiamo assunto con i terremotati destinando loro le risorse risparmiate sul finanziamento dei partiti nel 2012 e nel 2013 con il taglio dei rimborsi elettorali (160 milioni in totale) sarà assolutamente rispettato dal Partito Democratico. E’ del tutto destituita di fondamento dunque la notizia secondo la quale si sarebbe manifestata una volontà diversa da quella sancita dal voto palese e convinto dei deputati al disegno di legge che contiene questo provvedimento. Dopo il voto alla Camera il disegno di legge è ora al Senato che lo approverà rispettando i tempi (10 luglio) e gli impegni assunti”. 

E’ quanto dichiarano i deputati e i senatori del Partito democratico dell’Emilia-Romagna al termine di una riunione di lavoro conclusiva sul decreto sulla normativa antisismica e che contiene il pacchetto di misure destinate appunto alle zone terremotate dai Comuni alle aziende, dai beni artistici e architettonici alle scuole. “Duole davvero dovere constatare che anche su un tema così delicato e centrale nel rapporto fiduciario tra l’istituzione più alta del Paese e i cittadini si insinuino dubbi se non accuse senza almeno verificarne la fondatezza. Di vero nella falsa notizia c’è solo che nel passaggio dalla Camera dei deputati alla competente Commissione del Senato c’è stato un intervento emendativo che ha ritardato i tempi dell’approvazione del decreto, ma non in una misura tale da metterne in discussione l’entrata in vigore nei tempi previsti. 

Da quando il sisma ha colpito le nostre terre, abbiamo lavorato in stretto raccordo con il Commissario straordinario Vasco Errani, per portare a termine il prima possibile tutto quanto è possibile fare sul piano legislativo per ricostruire le nostre scuole, le nostre aziende, i nostri monumenti e per individuare ogni fonte di finanziamento possibile. In questo lavoro, che è condotto in prima persona dai deputati e dai senatori dell’Emilia-Romagna, abbiamo trovato il sostegno convinto e totale di tutti i colleghi dei nostri rispettivi gruppi parlamentari che, insieme a noi, hanno anche concorso a destinare, versando su un conto corrente messo a disposizione appositamente, un contributo personale. 

Vorremmo pregare chi ha l’importantissimo compito di informare i cittadini e in questo caso i nostri concittadini, di verificare alla fonte le notizie per evitare che alle ferite inferte dal terremoto si aggiungano quelle, forse ancora peggiori, e certo altrettanto difficili da guarire che derivano dal dubbio che chi ha il compito di rappresentarli li tradisca. Questo spirito non ci appartiene e ci indigna che si possa sostenere il contrario”.

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Caro Sindaco, 

è circolata in queste ore una falsa notizia relativa alla destinazione della rata di luglio del contributo elettorale ai partiti alle zone terremotate. La velocità dell’informazione e la capacità di espansione delle notizie resa possibile da internet l’hanno ribadita anche oggi nonostante le smentite immediatamente diffuse dalle agenzie di stampa da parte dei vertici del gruppo parlamentare del Partito Democratico della Camera e del Senato.
Vogliamo ribadire dunque che l’impegno assunto con voi e con i nostri concittadini di destinare alle zone terremotate le risorse risparmiate sul finanziamento dei partiti nel 2012 e nel 2013 con il taglio dei rimborsi elettorali (160 milioni in totale) sarà assolutamente rispettato. La notizia secondo la quale si sarebbe manifestata una volontà diversa da quella sancita dal voto palese e convinto dei deputati al disegno di legge che contiene questo provvedimento è del tutto destituita di fondamento. 
Dopo il voto alla Camera il disegno di legge è al Senato che lo approverà rispettando i tempi (10 luglio) e gli impegni assunti.

Da quando il sisma ha colpito le nostre terre, abbiamo lavorato in stretto raccordo con il Commissario straordinario Vasco Errani, per portare a termine rapidamente tutto quanto è possibile fare sul piano legislativo per ricostruire le nostre scuole, le nostre aziende, i nostri monumenti e per individuare ogni fonte di finanziamento possibile. 

In questo lavoro, che è condotto in prima persona da noi, deputati e senatori dell’Emilia-Romagna, abbiamo trovato il sostegno convinto e totale di tutti i colleghi dei nostri rispettivi gruppi parlamentari che, insieme a noi, hanno anche concorso a destinare versando su un apposito conto corrente un cospicuo contributo personale. Ci indigna profondamente che si possa o voglia sostenere il contrario.

I deputati:
On. Albonetti Gabriele - On. Benamati Gianluca - On. Bersani Pierluigi - On. Brandolini Sandro - On. Bratti Alessandro - On. Castagnetti Pierluigi - On. De Micheli Paolo - On. Franceschini Dario - On. Ghizzoni Manuela - On. La Forgia Antonio - On. Lenzi Donata - On. Marchi Maino - On. Marchignoli Massimo - On. Marchioni Elisa - On. Migliavacca Maurizio - On. Miglioli Ivano - On. Motta Carmen - On. Vassallo Salvatore

I senatori: 
Sen. Barbolini Giuliano - Sen. Bastico Mariangela - Sen. Bertuzzi Maria Teresa - Sen. Finocchiaro Anna - Sen. Ghedini Rita - Sen. Mercatali Vidmer - Sen. Pignedoli Leana - Sen. Sangalli Giancarlo - Sen. Soliani Albertina - Sen. Vitali Walter - Sen. Zavoli Sergio - On. Zampa Sandra

mercoledì 27 giugno 2012

Comitato Direttivo del 26/06/2012

Martedì sera alle ore 19.30, alla presenza del precedente e nuovo coordinatore rispettivamente Mario Montera e Patrizia Gadaleta c'è stato l'insediamento del nuovo Comitato Direttivo del Circolo Pd di Vietri sul Mare.

Si coglie l'occasione per augurare buon lavoro alla nuova Coordinatrice ed al gruppo di dirigenti del Direttivo.

martedì 26 giugno 2012

Bersani: chi propone di uscire dall'euro è un pazzo

Bersani


Bersani: “La politica deve essere all'altezza delle sfide storiche a cui stiamo assistendo


"Bisogna dire agli italiani che chi propone di uscire dall'euro e tornare alla lira è un pazzo. Questo significa andarsi a comprare il giornale con un chilo di lire". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando con i cronisti fuori dal Senato, al termine della relazione annuale dell'Antitrust.

“La politica - ha aggiunto Bersani - deve essere all'altezza delle sfide storiche a cui stiamo assistendo . In Europa e in Italia la crisi porta e porterà i Paesi a scelte politiche dirimenti: da un lato ci sarà una destra populista e antieuropea, dall'altro forze progressiste, democratiche, costituzionali e antipopuliste. Questa è l'analisi di fondo: ci stanno succedendo cose grosse sotto i piedi, dobbiamo ragionare sulle onde di fondo non soffermarsi sulle semplici increspature”.

“Forse adesso si esagera in pessimismo” ha detto il leader democratico parlando del prossimo vertice Ue per il quale si teme un nulla di fatto.

Bersani ha confermato che prima del summit incontrerà il premier Mario Monti: “Faremo il punto, anche perché giovedì io parteciperò all'incontro dei leader progressisti. Vedremo di coordinare le posizioni”. 

"Mi auguro che dal vertice europeo esca qualcosa di concreto o ci saranno danni veramente seri, anche per la Germania". Sul no della Merkel agli eurobond, Bersani ha voluto aggiungere: “questa non è una novità, ci possono essere anche altre soluzioni che non passano per gli eurobond”.

Franceschini: "Il Paese chiamato a scelte difficili alleanza necessaria dall'Udc a Vendola"


Intervista a Dario Franceschini di Alessandra Longo - La Repubblica


Onorevole Franceschini, da oggi c'è un elemento in più di chiarezza nello scenario politico. Si va verso un asse tra progressisti e moderati. Casini si è impegnato. 

«E' da molto tempo che lavoriamo a questa prospettiva. Dopo le politiche del2013, l'Italia si ritroverà all'inizio di un difficile percorso di ricostruzione, sto parlando di problemi finanziari, sociali. Per questo serve una legislatura di scelte vere, di riforme strutturali. Serve un consenso sociale il più largo possibile, serve avere dietro sindacati e imprenditori, laici e cattolici, pensionati e giovani delle partite Iva. Ci sono ragioni numeriche e politiche che spingono il Pd ad un'alleanza tra progressisti e moderati». 
Nel primo caso è chiaro: volete vincere e avere i numeri per governare. 

«Sì non si può vivere nell'incertezza dei due o tre voti di margine. Servono numeri ampi in tutti e due i rami del Parlamento. Ma sono le ragioni politiche di fondo che spingono verso quest'alleanza». 

Nel senso? 

«Con le scelte difficili che il Paese sarà chiamato a fare, c'è bisogno di unamaggioranza che abbia alle spalle molti mondi sociali, molte categorie, molte culture». 

E dunque allargamento all'Udc. 

«Ci stiamo lavorando da tanto. Avremo ancora come avversari o Bossi o Berlusconi o i loro eredi. Il Pd deve portarsi dietro il pezzo più grande possibile della società italiana. Ci vuole un'alleanza centro-trattino-sinistra». 

E Vendola? 

«L'alleanza va da Casini a Vendola. Sia chiaro: non si tratta di sostituire ma di allargare. E per noi è imprescindibile farlo assieme a Sel». 

Magari al leader di Sinistra e Libertà questo schema non piace. 

«Sono ottimista. Vendola è una persona responsabile, conosce bene la situazione del Paese e sa che potrebbe avere grande spazio per far sentire le proprie ragioni». 

Vendola dentro, Di Pietro fuori? 

«Nello schema progressisti/ moderati è facile collocare Vendola e Casini. Di Pietro è un po' fuori da queste categorie. Si è costruito il suo percorso con altri criteri. La scelta la deve fare lui. O tira le cannonate, e insegue Grillo e il vento dell'antipolitica per incassare qualcosa, osi colloca nella prospettiva di governo». 

Lei che dice? 

«Dico che ogni volta che parla sembra inseguire Grillo». 

Il messaggio ai moderati vale anche per i moderati del Pdl? 

«I moderati del Pdl sono dall'altra parte ed è bene che facciano lì il loro lavoro che non è facile. Devono riuscire a costruire una destra europea normale». 

Intanto Monti prosegue tra mille ostacoli. Le sembra un buon segno che, alla vigilia del vertice europeo, riceva Pd e Pdl in due incontri separati? 

«Il Pdl si prende progressivamente margini di distacco e libertà dalle scelte di governo. Vediamo dove porterà questa linea. Noi manteniamo il nostro impegno: appoggeremo Monti fino alla fine della legislatura». 

Ieri D'Alema e Casini commemoravano insieme la figura di Berlinguer. Difficile non pensare al compromesso storico. 

«Tempi e stagioni diverse. Casini va maturando la convinzione che l'unico modo per affrontare la prossima legislatura sia l'alleanza con i progressisti. Ilcompromesso storico fu altra cosa. Dc e Pci erano avversari che affrontarono da avversari alcune emergenze. Qui si parla - nel caso di vittoria - di governare il Paese insieme per un'intera legislatura».