SITO UFFICIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI VIETRI SUL MARE

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venerdì 28 febbraio 2014

Il Partito Democratico entra nel Partito Socialista Europeo. L'inizio di un percorso per una nuova Europa



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L'adesione del PD al Pse è stata approvata dalla Direzione nazionale con 121 sì un contrario e due astenuti.

L'adesione è stata "oggetto di una lunghissima questione nel partito e lungo dibattito nelle primarie", ha ricordato Matteo Renzi chiudendo i lavori dedicati all'Europa e all'ingresso del partito nel Pse. 

"Se n'è parlato durante la fiducia in Parlamento - ha proseguito Renzi - durante il governo di Enrico. Tutto si può dire tranne che il dibattito sia stato ampio, ma il dibattito sull'Europa per definizione non finisce oggi. E' il tema del nostro futuro. Oggi il nostro impegno ad aderire al Pse è per molti un punto di arrivo ma è anche e soprattutto un punto di partenza.

Renzi ha annunciato che "la prossima settimana Guerini, come coordinatore della segreteria, incontrerà i segretari regionali per prepararsi alle elezioni europee. In questi 15 giorni faremo le riunioni per le candidature e l'inizio della campagna elettorale per le europee. Segnalo l'attenzione fondamentale per le due campagne regionali che ci attendono, Abruzzo e Piemonte.

Da febbraio ad oggi - ha aggiunto Renzi- abbiamo messo in fila una straordinaria sequenza di risultati, Friuli, Basilicata, Trento e Bolzano erano già andate, poi la Sardegna con Pigliaru. Abbiamo due chance straordinarie non dico per fare cappotto, ma per un ottimo risultato in Abruzzo e Piemonte. L'impegno del partito su questo tema deve essere particolarmente significativo e importante".

Tanti gli interventi dei democratici alla Direzione nazionale: Federica Mogherini,David SassoliEnzo AmendolaRita CastellaniGiuseppe FioroniPiero FassinoLia QuartapelleMassimo D'AlemaRoberto GualtieriStefano FassinaGianni PittellaMatteo RichettiAndrea CozzolinoAndrea ManciulliFrancesco Boccia. Ha chiuso i lavori il segretario nazionale Matteo Renzi

lunedì 17 febbraio 2014

Tartaglione: "Basta correnti, ora unità. De Magistris? Vedremo"


Intervista a Assunta Tartaglione di Adolfo Pappalardo - Il Mattino


Arriva al quartier generale delle terme 
di Agnano poco prima di mezzanotte. 
Trafelata. E dopo aver mangiato 
un boccone in auto («era due 
giorni che non lo facevo»). Non prima: 
«Sono della vecchia scuola, si 
esulta solo a risultato ormai acclarato», 
dice Assunta Tartaglione nuova 
segretaria regionale del Pd con 
un risultato che oscilla attorno al 65 
per cento. E annuncia: «Tra poche 
ore vi convocherò per presentarvi 
la squadra». Come a rimarcare che 
non ci saranno, come pe rle liste, 
bracci di ferro e prove di forza tra i 
capicorrente che l`hanno sostenuta. 


Auguri segretario. Allora come si 
sente? 


«Una grande vittoria dei cittadini. 
Per la prima volta una donna alla 
guida di un grande partito in una 
grande regione. E adesso 
dobbiamo lavorare subito per 
ricucire il rapporto con gli elettori 
per tornare a vincere le 
competizioni regionali e 
comunali. Ringrazio tutti, anche i 
miei competitori, per aver 
contribuito a realizzare ancora una 
volta una importante esperienza di 
partecipazione, di dialogo, di 
confronto». 


Come sarà il suo Pd. 


«Da oggi il partito in Campania 
cambia verso: conteranno davvero 
il lavoro, le idee, il consenso, la 
capacità di comprendere le 
difficoltà dei territori. È da qui che 
comincia la nostra battaglia per 
vincere le prossime elezioni 
regionali con un candidato 
autorevole che uscirà dalle 

primarie ma 
soprattutto con 
una 
opposizione 
dura. Un 
percorso che 
per il bene di 
Napoli ci farà 
avere 
un`attenzione 
particolare alla 

città capoluogo perché il Pd deve 
tornare a essere protagonista 
anche qui. Sapremo unire le forze 
migliori per una città migliore». 


Stanca della campagna? 


«Sì. E molto. Troppi attrachi e 
veleni contro di me e poca 
proposta politica di cui si è parlato 
solo negli ultimi tre giorni. Ma ora 
basta con le polemiche che non 
servono a niente e occorre mettere 
tutto da parte perché adesso 
bisogna rinnovare il Pd. Si cambia 
verso anche in Campania». 


Come? 


«Per prima cosa: basta correnti, 
serve l`unità del partito e puntare 
al nostro territorio partendo dalle 
periferie della Campania». 


Lei parla di veleni della 
campagna ma non sono mancati 
nemmeno il giorno del voto. 


«Purtroppo sì» 


Il suo avversario Vaccaro ha 
addirittura occupato la sede del 
Pd di Salerno. 


«Non entro nel merito ma ci sono 
regolamenti e commissioni 
competenti a cui rivolgersi se si 
crede che ci siano state 
scorrettezze. Ma non ve ne sono 
state e, prego tutti, di andare oltre. 
Basta con le polemiche. Lo dico 
anche ai miei avversari». 


Congresso con poco appeal: 
l`affluenza è stata scarsa. 


«Me l`aspettavo. La gente non ne può più delle Primarie».

Che facciamo le archiviamo? 

«No ma serve accorparle con le nazionali che fanno da traino. Come accaduto con i miei predecessori Iannuzzi e 
Amendola. E poi dopo l`elezione di 
Renzi nessuno si aspettava le folle 
oceaniche». 


A Napoli avevano chiesto 91mila 
schede e ne sono servite meno 
della metà. 


«Meglio averle che fare le fotocopie 
o no?». 


Ha sempre tuonato con 
l`opposizione del Pd in Regione. 

«Insieme ai consiglieri lavoreremo 
per un`opposizione dura. Ora 
bisogna vincere le regionali e 
trovare un 
candidato con 
le primarie. Ma 
prima creare 
un rapporto 
vero con i 
nostri elettori». 


De Magistris vi 
sta 
corteggiando. 


«Noi abbiamo 
sempre fatto 
un percorso 
per il bene di 
Napoli e dando 
grande attenzione alla città. Unire le forze 
migliori per una città migliore. 
Come l`anno scorso quando il Pd 
ha fatto approvare il salvanapoli». 


Sì ma capitolate al 
corteggiamento? 



«Faremo le debite valutazioni 
anche in linea con il nazionale e 
con quello che sarà il nuovo partito 
in Campania». 


Ci attenderemo bracci di ferro 
anche per formare la sua 
squadra? 


«No. Già entro oggi la presento».

Fonte: Il Mattino

lunedì 3 febbraio 2014

GADALETA: LAVORO PER L’UNITA’…SEMPRE


La Gadaleta eletta nella Direzione Provinciale del Partito Democratico
GADALETA: LAVORO PER L’UNITA’…SEMPRE


Importante riconoscimento per il Circolo Pd di Vietri sul Mare, che con i suoi oltre 230 tesserati è uno dei più grandi della Provincia di Salerno nell’ambito delle medie realtà, Sabato scorso nell’ambito dell’Assemblea Provinciale del Partito Democratico di Salerno è stata nominata la nuova Direzione Provinciale, tra cui Patrizia Gadaleta Segretaria (foto a sinistra) del Circolo vietrese del Pd, a cui poniamo alcune domande:
Segretaria Gadaleta è contenta della nomina in Direzione Provinciale?
Si, certo... e' stata una nomina a me molto gradita e  sapere di godere della fiducia, ricambiata, della segreteria provinciale (nella foto a destra Nicola Landolfi Segretario Provinciale)  e della direzione è per me molto gratificante.
Come intende muoversi all'interno della Direzione, quali saranno le sue priorità?
Vorrei  essere utile e lavorare fin da subito,  per rafforzare il coordinamento della Costiera Amalfitana e per essere il “megafono” del territorio a cui appartengo.
In questo momento politico difficile a livello nazionale, qual'è la sua opinione sul Pd oggi?
Il difficile momento politico/economico produce uno scollamento della gente da quella che è la politica in generale e consente la diffusione di una gattopardesca voglia di cambiamento di movimenti pentastellati. Il nostro è l'unico partito che, in modo democratico, può e deve far svoltare il Paese attraverso le riforme necessarie. Requisito imprescindibile: UNITA’ a tutti i livelli.
Quindi si riconferma la linea d’azione della Gadaleta, di lavorare esclusivamente nella direzione dell’Unità a partire dal livello territoriale e fino al provinciale.
Gli altri rappresentanti della Costiera Amalfitana eletti nella direzione sonoIolanda Giuliano Segretaria del Circolo Pd di Amalfi, Tommaso ManziViceSindaco del Comune di Minori e Segretario sezionale del Pd e Michela Mansi del Pd di Atrani.




                                                        Francesco Citarella

Renzi avvisa Letta: ci vuole una svolta

CENTROSINISTRA, LE SCELTE

Renzi avvisa Letta: ci vuole una svolta

Il segretario chiede al premier azioni di governo più incisive: «Enrico casca male se pensa di tirare a campare con un rimpasto»

Matteo Renzi (LaPresse)Matteo Renzi (LaPresse)
Matteo Renzi si rifiuta di essere messo in mezzo nel gioco del governo che non va. Dicono i suoi: sono soprattutto i lettiani e il Ncd a «praticare questo sport» per giustificare le difficoltà dell’esecutivo. Il sindaco di Firenze ribadisce ai compagni di partito che lui non sta facendo altro che aspettare di capire come intenda muoversi il premier: «Io mi sto impegnando sul fronte delle riforme, senza contare il fatto che sto conducendo il partito dentro il Pse e che sto lavorando a un progetto ampio e complesso come il «Jobs act», Letta dovrebbe occuparsi del governo. E con questo non intendo parlare del rimpasto ma dell’azione del governo. Però non vedo muoversi niente...».
Politichese - Tradotto dal politichese al «renzese» in presa diretta: «Se Enrico pensa di risolvere la situazione mettendo qualcuno dei miei dentro il governo, facendo qualche aggiustamento di programma e continuando a tirare a campare, casca male. Ci vuole una svolta. Bisogna cambiare verso anche lì. Lo avete sentito quello che ha detto Squinzi? È un campanello d’allarme da non sottovalutare».
Insomma, anche il segretario del Pd sembra far parte di quella sempre più vasta schiera di esponenti del mondo della politica, dell’economia e dell’impresa che vorrebbero dall’esecutivo uno scatto di reni: Letta dovrebbe battere un colpo, è il leit motiv del leader. Che sembra veramente preoccupato per l’immobilismo del governo: «Devono avere più coraggio, perché se continuano così non si va da nessuna parte». Tra l’altro il sindaco di Firenze non sembra condividere l’ottimismo del premier sull’uscita dell’Italia dalla crisi. Anzi, a suo giudizio, se si procede con il metodo del «vivacchiare» si rischia di mancare l’appuntamento con l’eventuale ripresa quando mai sarà. E questo sarebbe un errore imperdonabile per la classe politica italiana, perché getterebbe il Paese nel baratro.
Impensierito - Renzi è impensierito da questa difficoltà del premier di andare avanti con maggiore vigore, così come ha sollecitato anche ieri Prodi dalle colonne del Corriere . «Io - ha spiegato agli amici il segretario del Pd - ho detto a Enrico che non voglio fargli le scarpe, mi sono candidato a sindaco e ho avviato un processo di riforme anche costituzionali che prevede almeno un anno prima di andare in porto e che quindi scavalca la finestra elettorale di quest’anno. Insomma, ho fatto di tutto per tranquillizzarlo, ora però è necessario che il governo agisca con maggior coraggio, esattamente come ha fatto il nostro partito. In fondo anche io, con la storia delle riforme, ho corso il rischio di bruciarmi. E lui?».
I pericoli - Secondo certi pd, nel voto segreto alla Camera il segretario potrebbe correre ancora qualche pericolo su alcuni emendamenti. Su quello sulle preferenze, per esempio, sussurra qualcuno. Ma su quel fronte Renzi sembra abbastanza tranquillo, come spiegava già giorni fa ad alcuni compagni di partito: «Alfano mi ha assicurato che per loro quella è solo una battaglia di bandiera».
Dunque, sono altre le preoccupazioni di Renzi: anche secondo il segretario del Pd, come per Prodi e Squinzi, il governo dovrebbe essere assai meno timido e agire con ben maggiore incisività. Ed è proprio per questo che, quando sarà il momento, il sindaco sfodererà un’agenda che sarà difficile prendere sotto gamba. Né lo si potrà allettare, come fanno ancora alcuni, con il sogno della poltrona di Palazzo Chigi, da conquistare senza le elezioni: «È un tema - dice il segretario - che non è all’ordine del giorno. So che c’è chi ne parla. Non io, che ho sempre detto che non voglio scorciatoie ma prove elettorali».
L’agenda - E il sogno di «dettare», nel frattempo, l’agenda al governo, quello no che Renzi non lo ha abbandonato. Sul piatto metterà la questione del lavoro, anzi, dei lavori. E altre più spinose. Una delicata per Saccomanni: la richiesta dei cinque miliardi fuori dal patto di Stabilità per la ristrutturazione degli edifici scolastici. Le altre due difficili da digerire per il Nuovo centrodestra: la revisione radicale della «Bossi-Fini» e la questione delle unioni civili. Due punti «non più rinviabili», secondo il segretario del Pd. E infatti il responsabile del settore in segreteria, Davide Faraone, ha il mandato di continuare a lavorarci proprio in questi giorni. Se Alfano e Letta pensavano di risolvere la pratica «governo» senza troppi problemi, dovranno ricredersi.
(da Corriere della Sera.it)