(dal Blog del Segretario Nicola Landolfi)
Prima c’era stata la Piazza Tienanmen, i giovani cinesi contro gli insopportabili carro armati comunisti. Un comunismo cattivo e ottuso, il contrario dell’umanesimo, di Gramsci e della Resistenza. Il confronto.
A scuola, con i compagni. A casa, con il compagno migliore di tutti, mio padre Raffaele, dirigente della Commissione Tributaria, interista-leninista.
Poi, la caduta del muro di Berlino, il sottofondo delle note dei Pink Floyd, Bono e the Edge, tutta la new wave delle nostre canzoni a palla, delle frasi fatte sui diari prima della rete, del calcio minuto per minuto qulche anno prima di sky, del mitico Severi.
La voglia di libertà. La politica come poesia e come racconto. La voglia di non vedere più servi e padroni, storpi agli angoli della strada a chiedere elemosine, bambini diversi da altri bambini, umiliati per un giocattolo in meno, gli spacciatori sotto casa; politici corrotti e collusi, sempre loro, sempre gli stessi.
Ma la notizia dirompente furono le morti di Falcone e Borsellino. Il giusto e il vero che saltavano in aria, proprio come in quei film che tu non pensi mai che possano accadere.
Di fronte a quel mondo che saltava per aria ci dicemmo che era giusto battersi, cominciare a organizzare riunioni e politica, mettere insieme sul serio, non solo emozioni, partire dal generico movimento che tutto produce e nulla modifica e andare. Per strade ripide. Eppure il vento soffia ancora. Tra Via Pescara e il West.
Cominciammo a convincerci che la rinuncia e il sacrificio potevano soddisfare l’intimo convincimento, la fede nella rivoluzione, l’uomo nuovo che volevamo intorno a noi. Da quel giorno decidemmo che il nsacrificio sarebbe diventato opportunità.
Alle bombe rispondemmo con una scintilla. Alcuni di noi, così, si inchiodarono per sempre a un destino che allontanava da quello che forse sarebbe stato più giusto per le proprie vite.
Volevamo un mondo migliore e ancora lo vogliamo.
Volevamo una città nuova e l’abbiamo costruita.
Volevamo relazioni umane più ricche e più vere e ancora le cerchiamo.
Volevamo vivere, era solo vitalismo agli esordi. Ma ora è vita vera, che va via; una parte è andata già.
E vent’anni dopo, a quella scintilla dobbiamo dare nuovo impulso! Facendo cosa e come, questo è da vedere e da decidere…
Nicola Landolfi